Sacile, in tanti a manifestare contro la fiera ornitologica venatoria

Domenica 21 agosto si è conclusa l'edizione annuale della Sagra dei Osei, la fiera ornitologica venatoria definita "festa della natura". Più di cento manifestanti hanno partecipato per dire 'no' a questa e a tutte le fiere ornitologiche venatorie.

Sacile, in tanti a manifestare contro la fiera ornitologica venatoria
Gli attivisti provenienti da diverse regioni italiane hanno manifestato pacificamente nel cuore della sagra, Piazza del Popolo, per dimostrare il proprio dissenso e far conoscere al pubblico partecipante l'altra realtà della Sagra dei Osei di Sacile. Gli organizzatori (la Pro Sacile in collaborazione con l'amministrazione comunale), ogni anno, presentano l'evento usando parole come tradizione, genuinità, cultura e festa della natura; in realtà dietro ogni fiera ornitologica venatoria si cela un giro d'affari enorme, lo sfruttamento e il maltrattamento degli animali. Un gruppo spontaneo di attivisti per i diritti degli animali, gli Animalisti Friuli Venezia Giulia, supportato da alcune associazioni animaliste (Lac, Lav, Oipa, Venus in Fur, Veganzi) ha fortemente voluto questo presidio preceduto da una campagna di contro informazione durata circa un mese attraverso il sito No Sagra Osei per contrastare questa fiera e tutte le fiere ornitologiche venatorie e ha creato una petizione per dire 'no' alla sagra firmata da circa 2.140 persone. Ogni anno gli organizzatori cercano di rassicurare tutti coloro che sono contrari all'evento, spiegando che “sarà fatto tutto il possibile per garantire le migliori condizioni di tutela degli animali ivi esposti, attraverso tutti i controlli che si renderanno necessari” ma in ogni edizione si rilevano numerose violazioni della legge in materia di tutela degli animali. Inevitabilmente si creano delle tensioni perché i controlli sono carenti e le leggi non vengono applicate. Anche quest'anno un attivista è stato aggredito solamente perché invitava l'espositore a mettere al riparo gli uccelli che erano collocati nelle gabbie sotto il sole senza alcun riparo, lo stesso allevatore che nel 2007 ha minacciato e percosso il responsabile nazionale della Lav settore caccia e fauna, Massimo Vitturi, il quale gli aveva contestato le condizioni di detenzione degli animali. Il reato è stato dichiarato estinto dal Giudice di Pace di Pordenone a seguito di remissione di querela poiché l'imputato ha mostrato di essersi ravveduto formulando le proprie scuse per la reazione che avrebbe avuto nei confronti di Vitturi. Non sono mancati durante il presidio momenti di riflessione, momenti di emozione, soprattutto quando cinque ragazze travestite da uccelli si sono esibite in una performance; una voce narrante attraverso un megafono leggeva un testo che affrontava il tema della caccia, degli uccelli da richiamo, della prigionia e ogni volta che il narratore pronunciava la frase “Noi chiediamo libertà per questi uccelli”, si alzava una ragazza in costume di uccello portando con sè il proprio manifesto con sopra scritto uno slogan: “La libertà è un diritto di tutti” o “A te piacerebbe nascere, crescere e morire in una gabbia?”. Quando tutte e cinque le ragazze erano in piedi, il narratore ha concluso pronunciando le parole: “Basta, basta, basta”; ogni ragazza ha girato il proprio cartello con sopra raffigurata una lettera che componeva con le altre la parola “Basta”. Centinaia di uccelli esposti nelle gabbie, animali mercificati visti come strumenti o oggetti, un 'prestigioso' concorso canoro sono gli elementi che caratterizzano la Sagra dei Osei. Gli animalisti si battono da anni contro fiere come questa perché i contenuti sono diseducativi, perché le condizioni di vita e di detenzione degli animali sono incompatibili per le loro caratteristiche etologiche, perché è crudele usare degli uccelli nati liberi come uccelli da richiamo. Anche quest'anno sono stati proprio quest'ultimi i protagonisti assoluti della gara canora della Sagra dei Osei che hanno ammaliato con il loro meraviglioso canto tutti i partecipanti, bambini inclusi e sono stati poi votati da una giuria che ha decretato un unico vincitore per ogni categoria. Perché tanta indignazione di fronte ad un uccellino che canta in una gabbia? Perché dietro l'apparente serenità e bellezza di un canto, oltre alla prigionia di un animale, si nasconde una crudeltà inflitta dall'uomo su un essere vivente il quale viene trasformato in uno strumento di caccia per soddisfare i propri interessi o per dare sfogo al proprio divertimento. Migliaia di esemplari ogni anno vengono catturati negli impianti autorizzati dalle Province, smistati e regalati ai cacciatori per la caccia al capanno o “caccia da appostamento”. Il numero degli uccelli da richiamo che si possono catturare per legge è nettamente inferiore al numero di uccelli richiesti; la crescente domanda incrementa il fenomeno del bracconaggio che causa la compravendita illegale di uccelli. Tra gli esemplari catturati, i maschi sono utilizzati come animali da richiamo mentre le femmine servono per la riproduzione. Alla cattura ad ogni esemplare viene applicato un anellino inamovibile, obbligatorio per legge che fascia le fragili zampette di ogni uccello. Una volta assegnati ai cacciatori gli animali vengono relegati nelle anguste gabbie nelle quali è impossibile spiegare le ali, curare il piumaggio (necessario per l'isolamento termico), distinguere le stagioni (poiché le stagioni sono ora dettate in funzione del calendario venatorio), molti di loro diventano ciechi a causa del buio forzato, i loro muscoli si atrofizzano, le loro code si spezzano perché battono continuamente contro le gabbie. Infine agli uccelli vengono strappate alcune penne per convincerli che la stagione degli amori è alle porte (in natura cambierebbero la muta e canterebbero in primavera). Così facendo gli uccelli canteranno all'apertura della caccia a settembre inconsapevoli che il loro richiamo attirerà e provocherà la morte di tanti altri uccelli uccisi dai cacciatori appostati che spareranno dalle feritoie dei capanni (per chi volesse approfondire l'argomento può leggere La vita di un uccello da richiamo dal sito della Lega Abolizione Caccia o il dossier Richiami vivi scaricabile dal sito No Sagra Osei). Colpiscono e lasciano riflettere le parole degli Animalisti del Friuli Venezia Giulia: “Chi legge provi a immaginare, solo per un istante, di trovarsi al loro posto. In nome 'della tradizione' c'è ancora chi è convinto di poter giustificare davvero qualsiasi cosa. Citiamo testualmente da una locandina della Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologiche Venatorie (FIMAV): 'Sostenendo le fiere contribuirai a mantenere viva una passione vecchia come il mondo, in regola con le leggi dello Stato e di Dio. Vieni alle fiere e porta tuo figlio'. Se questa è l'eredità morale che si vuole lasciare alle generazioni future, scomodando perfino Dio... consentitecelo, c'è da riflettere. Il fenomeno delle fiere degli uccelli è un fenomeno ricco di sfaccettature e troppo spesso sottovalutato”. Voglio concludere condividendo con voi cosa mi è successo qualche giorno fa anche se non è propriamente attinente alla sagra. Sono andata in terrazza a ritirare i vestiti asciutti e mentre scendevo le scale ho visto una piccola palla di piume che non si muoveva. Ho immediatamente gettato i vestiti a terra e ho preso il piccolo passero tra le mani. Era un esemplare adulto. Non era ferito. Mi sono precipitata a casa per cercare di fare qualcosa, per aiutarlo perché il suo cuoricino batteva ancora. Era sfinito. Mentre entravo nel mio appartamento vedevo che si stava spegnendo. La sua testolina si è piegata e il corpo ancora caldo non si muoveva più. Era appena "volato in cielo" lasciando nelle mie mani il suo piccolo corpicino inerme. Non mi sono mai sentita così impotente. Lo guardavo piangendo. Mi ripetevo come sia possibile far del male a un esserino così fragile. Pensavo alla Sagra dei Osei, pensavo alla nuova stagione venatoria oramai alle porte...

Commenti

E secondo voi il modo migliore di fare ciò è di andare a contestare gli eventi altrui anzichè crearene di propri? Sembra una specie di sabotaggio, non un confronto, non una risposta. Perchè invece non fare una fiera-ombra?
Marco B., 23-08-2011 02:23
Perche' non manifestare dove si uccidono centinaia di polli, galline , tacchini...o dove si piantano chiodi in testa a tori e mucche? Provate a morire cosi'... Avete mai visto come vengono trasportati? Certo fare delle buffonate come quella di Sacile e' facile a toccare il potere di grandi aziende no? Quelli non sono animali?
Ronnie, 29-08-2011 02:29
@Ronnie, il tuo intervento è volutamente polemico e si capisce chiaramente che non solo non sei interessato a un serio e onesto confronto, ma che sei un fiero sostenitore della caccia, della sagra dei osei e delle realtà che sfruttano gli animali. Le tue parole non meritano nemmeno risposta. Buona vita!
Daniela, 29-08-2011 07:29
Caro Ronnie, tutti noi sappiamo come vengono trasportati gli animali da macello e tutti sappiamo come vengono uccisi. Chi ha organizzato la manifestazione alla Sagra dei Osei di Sacile ha promosso anche manifestazioni di sensibilizzazione verso il veganesimo. Perché chiami i nostri sforzi "buffonate"? Siamo tutti volontari, siamo tutti molto convinti ed ognuno cerca di fare la propria parte. Tu dici che è stato facile fare quello che abbiamo fatto, ma in realtà non sai che c'è stato un lavoro di mesi e mesi di coordinamento. Io ti consiglio di spendere le tue parole per costruire qualcosa insieme, piuttosto che a criticare in questo modo il lavoro di decine di altri.
Andrea Gaspardo, 29-08-2011 08:29
Caro Ronnie, tu giudichi senza sapere e conoscere le persone (tra cui la sottoscritta) che erano lì sotto il sole a fare la "buffonata". Come la ragazza che mi ha urlato:"anzichè stare qui aiutate i cani nei canili!" Senza sapere che sono una volontaria che gestisce adozioni e staffette. Non conosco bene tutte le persone che erano al presidio, ma molte si, ragion per cui ti posso dire con sicurezza di averle viste insieme, spesso insieme alla sottoscritta, davanti ad allevamenti da pelliccia, in gruppetti piccoli circondati da polizia, davanti a laboratori di vivisezione (sfidare il buisness delle case farmaceutiche ti pare poco?), li ho visti manifestare per le torture che subiscono gli animali in Spagna, così come passare il sabato sera davanti a un circo ad implorare la gente di non entrare...e potrei continuare per ore. Non siamo animalari della domenica, di una domenica all'anno. Siamo gente che ci dedica tutta la vita, tutto il suo tempo libero e tutto il suo sudore. Ti pongo la domanda che pongo a tutti quelli che criticano: tu cosa fai di bello per il prossimo? Perchè in genere chi fa non ha tanto tempo per criticare.
giulia, 30-08-2011 08:30
ah, dimenticavo: siamo vegani. Anche quando non siamo ai presidi a fare i buffoni come dici tu facciamo sempre qualcosa per gli animali.
giulia, 30-08-2011 08:30
Giulia, a me sembra che anche voi critichiate. Andate presso aziende, ecc. a far notare quello che per voi non va. E' importante anche quello, ma io lo chiamo criticare, io lo chiamo pretendere da qualcun altro un atteggiamento diverso. Fare una protesta ad una fiera gridando, anche legittimamente, "vergogna" non è certo una strategia propositiva. Gli altri organizzano una fiera e tu vai lì per puntare il dito sui difetti. Anche tu critichi. Propositivo è un impegno "pro", non o almeno non solo "contro". Un'ora di manifestazione conta più che altro per la visibilità, l'opera vera secondo me è proprio il volontariato, è l'alternativa. Più "voti", meno veti.
Marco B., 31-08-2011 09:31

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