Domenica a Firenze in piazza contro il massacro degli agnelli di Pasqua

Domenica 17 Aprile 2011 si terrà nella città di Firenze un corteo nazionale indetto dagli amministratori del portale Laverabestia.org e dall'Associazione Lida di Firenze per protestare contro il massacro degli agnelli che avviene ogni anno per vivificare la nostra "tradizione". La manifestazione sarà dedicata anche ad altri innocenti: Holly, Vito, Maggie, Simone Righi e Jo Fiori. Vi raccontiamo la loro storia.

Domenica a Firenze in piazza contro il massacro degli agnelli di Pasqua
Il corteo partirà alle ore 15.00 da Piazza della Repubblica. Gli organizzatori, così come è avvenuto per la manifestazione nazionale tenutasi il 12 Dicembre 2010, hanno predisposto per l'evento un maxischermo di 12 mq posizionato su un furgoncino che insieme a tutti i partecipanti attraverserà le vie della città. Ero presente alla manifestazione per le pellicce e posso testimoniare quanto sia stato di forte impatto ed essenziale per la riuscita dell'evento. Nonostante sia 'abituata' a guardare video cruenti, non potevo non essere emotivamente coinvolta; ho pianto così come hanno pianto tante altre persone intorno a me. Meravigliosamente ho visto gente unirsi al corteo, persone che forse ignoravano, persone che inizialmente voltavano la faccia per non vedere. Le stesse persone hanno trovato fortunatamente il coraggio di aprire gli occhi per sapere cosa si cela dietro certi mercati e così ho visto il corteo allargarsi, allungarsi, espandersi. Domenica prossima il maxischermo sarà di nuovo in piazza per testimoniare l'innocenza dei piccoli agnelli uccisi per vivificare la nostra 'tradizione' e per ricordare Holly, Vito e Maggie, i cani innocenti di altri innocenti, Simone Righi e Jo Fiori. Il corteo, infatti, sarà diviso in due momenti distinti. La prima parte sarà dedicata al massacro degli agnelli perché ogni anno a Pasqua ne vengono uccisi due milioni. Poco importa se, per soddisfare il nostro palato, ammazziamo un cucciolo che a un mese di vita viene strappato alla madre, stipato su un camion in condizioni inaccettabili, senza cibo né acqua, per affrontare un lungo ed estenuante viaggio verso il macello. Forse molti di noi non sanno che arrivano da paesi dell'est e che alcuni arrivano ai macelli già morti. Siamo consapevoli che tale carne non è neanche sottoposta a controlli? Fermiamoci a pensare: cosa stiamo mangiando e soprattutto chi stiamo mangiando! Come i nostri bambini gli agnelli amano giocare. Avete mai avuto la fortuna di soffermarvi a guardare due o più agnelli che si divertono in un prato? Si ruzzolano, fanno le capriole, si rincorrono proprio come tutti i cuccioli di tanti altri animali. Chi dice che le pecore e le capre sono stupide, dice il falso! Jeffrey Moussaieff Masson nel suo libro Il maiale che cantava alla luna ha intervistato alcuni allevatori e tutti hanno raccontato aneddoti che dimostrano quanto questi animali siano intelligenti. Tanto per citarne uno: gli agnelli particolarmente intelligenti imparano ad aprire il chiavistello di un cancello per scappare. Gli allevatori, temendo che possano insegnarlo ad altri agnelli, sparano loro; è il loro modo di risolvere il problema. Keith Kendrick, un neuroscenziato del Babraham Institute di Cambridge, ha dimostrato che le pecore “sono dotate di un certo livello di consapevolezza, riuscendo a comprendere il significato delle espressioni facciali più o meno come noi”. È stimato che riescono a riconoscere almeno cinquanta individui diversi perché sono dotati come gli uomini della capacità di riconoscere un volto specifico e ricordarlo per anni! Come gli uomini hanno paura - ragion per cui non si fidano immediatamente - ma una volta conquistata la loro fiducia, non solo non sono spaventati, ma cercano addirittura la compagnia dell'uomo. Gli agnelli, nella loro breve vita e nella loro purezza e innocenza, non hanno il tempo di capire se fidarsi o meno dell'uomo. Dopo l'estenuante viaggio arrivano nel luogo dove si consumerà inconsapevolmente la loro morte. Nei macelli vengono sbattuti da una stanza all'altra, tirati dalle orecchie. Come avviene in una qualsiasi catena di montaggio, ci sarà un addetto che prenderà il primo agnello per una zampa e lo appenderà a testa in giù, il macchinario farà il resto portandolo all'altro uomo che, prontamente, lo sgozzerà, lasciandolo morire agonizzante e dissanguato. Il rito si ripeterà fino all'ultimo agnello della giornata. Il primo sarà più fortunato degli altri. Non avrà modo di sentire l'odore del sangue e i lamenti disperati dei propri compagni terrorizzati. Nel video che il portale Laverabestia.org proietterà durante il corteo noteremo anche che agli agnellini non viene eseguito lo stordimento preventivo previsto per legge. Possiamo evitare loro questa morte così cruenta semplicemente non mangiandoli e realizzando per Pasqua un gustoso menù con ingredienti 100% vegetali, dall'antipasto al dolce. Nella seconda parte del corteo, i partecipanti si dirigeranno verso il Consolato di Spagna per ricordare Holly, Vito e Maggie i tre cani di Jo Fiori e Simone Righi e per sostenere quest'ultimo. Gli organizzatori del corteo proietteranno sul maxischermo i filmati che dimostrano l'innocenza di Simone Righi, il quale interverrà insieme alla sua compagna grazie alle casse del maxischermo appositamente allestite. La storia. Nel 2007 Simone e Joe lasciarono i loro tre cani per quattro giorni presso una pensione privata a pagamento, dopo aver preso accordi con il veterinario della struttura, Roberto Alfredo Parodi. Esattamente dopo quattro giorni si recarono presso la struttura per riprendere i loro cani. Sprofondarono in una situazione surreale e assurda: i cani erano stati uccisi. Vollero vedere il corpo di Holly che, preso da un congelatore, fu sbattuto su un tavolo di alluminio. Per terra c'erano altri cani morti e nella stessa camera il forno crematorio dove gli altri due cani Vito e Maggie erano stati bruciati. Senza pensarci un istante il veterinario e l'addetto fuggirono immediatamente. Simone e Jo rimasti soli nel rifugio lager chiamarono subito le forze dell'ordine. Scoprirono presto, dopo l'intervento della Policia National, la Guardia Civil, l'Unità Zoofila della Guardia Civil e il Seprona che il luogo era da tempo sotto indagine per maltrattamento agli animali. Jo e Simone denunciarono i responsabili della struttura per "Omicidio Volontario Continuato" dei tre cani che avevano regolare Passaporto Internazionale ed erano regolarmente iscritti all'anagrafe canina; inoltre, li denunciarono per "Falsa Testimonianza" e "Falsa Documentazione". Le loro denunce si sommarono alle tante altre precedentemente fatte da altri cittadini. Il canile lager tuttavia non solo non venne chiuso ma, essendo convenzionato con circa quindici Comuni, continuò a raccogliere i randagi da sopprimere per legge dopo dieci giorni dalla loro entrata. Il canile fu chiuso nel novembre del 2007 solo dopo che arrivò l'autopsia di Holly alla quale era stato somministrato un potente farmaco paralizzante muscolare - illegale per l'eutanasia - che provocò nell'animale una morte lenta, per soffocamento; Holly fino al suo ultimo respiro era cosciente e morì agonizzante. Cinque persone furono chiamate a rispondere nel primo processo per omicidio animale che vede imputato un proprietario di un canile privato. Dopo venti giorni dalla morte dei loro cani, Simone Righi e Jo Fiori furono invitati a prendere parte ad una manifestazione animalista indetta nella città di Cadice per la chiusura del canile. Vi parteciparono circa 2000 persone che pacificamente gridavano tutto il disprezzo e la loro rabbia verso la giunta di Cadice che era convenzionata con il canile lager. Il Sindaco di Cadice, Senatrice del PP e Primo cittadino della città da oltre quindici anni, Teofila Martinez Saoz, partecipava alla Messa celebrativa della Patrona della città che si teneva nello stesso giorno, accompagnata dalla giunta comunale. Quando i manifestanti giunsero nei pressi della chiesa, Simone cercò di avvicinare il Sindaco per esprimere la propria indignazione, per mostrarle le fotografie dei suoi cani brutalmente uccisi ma non riuscì neanche a superare la distanza di sicurezza. Gli agenti individuarono Simone tra la folla. Lo prelevarono, lo strattonarono con forza, lo scaraventarono a terra. Simone venne pestato a sangue (come possiamo vedere dal video) da sei agenti in divisa e in borghese e venne arrestato. Fu tenuto per tre giorni in una cella d'isolamento dopo i quali il Giudice sentenziò la detenzione di Righi senza la cauzione. A nulla valsero i video e le immagini che palesavano l'aggressione subita da parte della Policia Local e della Policia National e l'indiscutibile innocenza dell'italiano. Fu accusato di "Intento di Attentato, resistenza a Pubblico Ufficiale e Disordine Pubblico". Il 23 ottobre anche Jo venne imputata con gli stessi capi d'accusa, interrogata ma mai arrestata. Dopo due mesi esatti di detenzione, due ricorsi, l'intervento dell'ex Console di Madrid Sergio Barbanti, dell'allora ViceMinistro per gli italiani nel Mondo Franco Danieli, dell'On. Marco Zacchera e di personaggi noti come Brigitte Bardot e tante altre persone che a livello mondiale sostennero la coppia, Righi fu rilasciato il 7 Dicembre 2007, con obbligo di firma il quindici di ogni mese e il ritiro del passaporto. Dopo una richiesta da parte dell'accusa di una pena di dieci anni, il 24 gennaio si è riaperto il processo e la sentenza del Tribunale di Cadice è stata resa pubblica il 02 febbraio 2011. La sentenza di condanna nei dettagli: - quattro anni e sei mesi di prigione come autore di un "Delitto di Attentato" e una multa di sei Euro giornalieri per sei mesi; - sei mesi di prigione per "Resistenza a Pubblico Ufficiale"; - quattro pene con multa di trenta giorni a sei Euro giornalieri con arresto sostitutivo in caso di non pagamento per "Lesioni Volontarie"; - indennizzi per lesioni volontarie: 500 Euro per l'agente 105.793, 48 Euro all'agente 11.173, 84 Euro all'agente 11.626; - pagamento della metà dei costi del Tribunale, inclusi quelli dell'Avvocato dell'accusa. Il 07 febbraio 2011 il deputato Franco Narducci, vicepresidente alla commissione Affari esteri della Camera, ha inviato una interrogazione parlamentare al ministro Frattini, in cui evidenzia la indiscutibile disparità tra accusa e difesa: “Le testimonianze a discarico dell'imputato non avrebbero avuto lo stesso peso di quelle a carico dello stesso”. Inoltre, sottolinea che “come prevede il nostro ordinamento, il principio di parità tra accusa e difesa è un principio cardine dell'ordinamento giuridico spagnolo” e ribadisce “l'apparente mancanza di solide prove a conferma delle accuse”. Una seconda interrogazione parlamentare europea è stata inviata l'11 febbraio 2011 dal deputato Raúl Romeva i Rueda (Iniciativa per Catalunya Verds) al Parlamento e alla Commissione europea di Controllo, sottolineando i dubbi sull'equità del processo svolto ed evidenziando le incongruenze dell'accusa e della deposizione stessa del sindaco. A nulla sono servite le testimonianze dei cittadini presenti alla manifestazione e la testimonianza sotto giuramento di una giornalista del quotidiano Voz de Cadiz che seguiva da vicino i due italiani - ovviamente per motivi professionali -; la giornalista ha dichiarato “di non aver visto nessun atteggiamento aggressivo da parte di Simone Righi nei confronti del Sindaco di Cadice né contro nessun rappresentante dell'ordine pubblico”. Tutte le azioni intraprese dalle autorità diplomatiche italiane, le 10,000 firme raccolte in appoggio di Simone sono risultate vane e inutili. Il 22 febbraio 2011 nella piazza di Montecitorio si è svolto il sit-in per sensibilizzare il governo e il Parlamento; Simone Righi deve ricevere assistenza e tutela giuridica come spetta a qualsiasi cittadino italiano in difficoltà. Raúl Romeva i Rueda, ricordando gli articoli 48 e 49 della nostra Carta dei Diritti Fondamentali, chiede al Parlamento se lo Stato spagnolo sta violando la libertà di un cittadino europeo, creando un processo alle intenzioni mosso da ipotesi e mai da prove certe, un processo generato esclusivamente da pressioni politiche. Come dice Jo Fiori “l'intera vicenda sembra studiata ad arte per impedirci di partecipare al processo contro il canile dove, anche il Comune di Cadice, convenzionato da anni con il canile lager, verrà chiamato a rispondere”.

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