Un'Italia a 5 stelle, intervista a Marco Boschini

Esiste ancora, nonostante tutto, "una fetta di popolazione che pensa di cambiare il Paese, piuttosto che cambiare Paese". L'Associazione dei Comuni Virtuosi è nata 5 anni fa per riunire le esperienze di enti locali amministrati secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. Abbiamo intervistato Marco Boschini che ci racconta una realtà molto lontana dalla rappresentazione quotidiana della politica nazionale.

Un'Italia a 5 stelle, intervista a Marco Boschini
Caro Marco, è un periodo in cui si parla molto di rinnovare la politica, di rinascita della politica, di 'giovani' e di 'vecchi'. In realtà, però, ancora in pochi sanno che da anni esistono una serie di amministrazioni che attuano in pratica una politica diversa, virtuosa. È così? Purtroppo è proprio così, ancora in pochi conoscono la nostra esperienza ed è abbastanza paradossale... Ciò nonostante è fondamentale procedere nella direzione intrapresa cinque anni fa, con l'obiettivo prioritario di diffondere il 'contagio'. Come nasce l'Associazione Comuni Virtuosi e perché? Nel maggio del 2005, nella sala consiliare di Vezzano Ligure - SP, su iniziativa di quattro comuni tra i 3.000 e i 9.000 abitanti, per cercare di mettere insieme le esperienze concrete e di buonsenso sperimentate in giro per l'Italia da decine di enti locali impegnati nella sostenibilità ambientale e sociale dei territori e delle comunità. Quali i criteri per partecipare? Il buonsenso, la concretezza, la trasparenza, l'onestà, lo spirito di servizio... Parole apparentemente molto lontane dalla rappresentazione quotidiana della politica nazionale. Nel merito poi noi abbiamo individuato e costruito una sorta di identikit del comune virtuoso, che deve impegnarsi in 5 linee di intervento principali: gestione del territorio, impronta ecologica, rifiuti, mobilità, nuovi stili di vita. Quanti gli iscritti in questo momento? E quanti vorresti che fossero? 48 comuni iscritti al 13 dicembre 2010, l'obiettivo è di arrivare a 8.101 comuni entro il 2011... Quali le vostre più grandi vittorie e quali le sconfitte? La più grande delusione l'abbiamo avuta all'indifferenza manifestatasi al nostro invio a tutti i sindaci italiani del documentario video Viaggio nell'Italia dei comuni a 5 stelle (un video con interviste, immagini, e il racconto diretto di alcune delle più significative buone prassi sperimentate in giro per l'Italia). Ci hanno risposto 4 sindaci, su 8.101 non è proprio una buona percentuale... I grandi successi sono i progetti migliori che portiamo avanti, riuscire a dimostrare che si può vivere senza inceneritori, senza centrali nucleari, senza cemento o petrolio... Credi che per cambiare la politica sia sufficiente partire dal basso, dai comuni, o bisogna puntare al parlamento? Noi siamo partiti dal basso, crediamo sia l'unica strada oggi percorribile. Certo sarebbe fondamentale in questo momento poter contare su un parlamento 'complice', che mette in campo leggi, incentivi e sostegno per le nostre azioni locali. E in questo caso, in che modo? Come abbiamo fatto sempre in questi anni: entrare nelle istituzioni decidendo di sporcarsi le mani, come si usa dire, mantenendo dritta la barra della coerenza e delle nostre convinzioni, sapendo però che le cose non si cambiano da una piazza... Esiste anche un premio. Ci dici qualcosa in proposito? È il Premio dei Comuni a 5 stelle, che nel 2011 giunge alla sua quinta edizione, nato per far emergere, valorizzare e premiare quei sindaci che si battono ogni giorno, tra mille problemi, e che riescono con un po' di fantasia e tanta buona volontà a mettere in atto azioni virtuose che mettono in discussione questo assurdo modello di sviluppo! Hai scritto, con Michele Dotti, un libro che si chiama L'anticasta. Perché? Tu ti senti parte di un'anticasta? Perché sentivo il bisogno di mettere in mostra ciò che in questo Paese, nonostante tutto, funziona. Dentro le istituzioni, ogni santo giorno! Io penso di far parte di una fetta di popolazione (la maggioranza?) che pensa ancora, come si dice nella quarta di copertina, di cambiare il Paese piuttosto che cambiare Paese... La politica ad 'alti livelli' è necessariamente compromesso? La politica è compromesso per definizione, a tutti i livelli. Si tratta, con trasparenza e concretezza, di fissare il proprio confine di ideali e convinzioni da non superare mai, in nessun caso. Nel tuo comune, hai visto cambiare concretamente le cose in questi anni di attività? Penso proprio di sì. Dieci anni fa la classe dirigente locale non parlava (neanche conosceva) di partecipazione, decrescita, rifiuti zero. Oggi Colorno è un cantiere di progettualità avanzate. So che avete organizzato anche una 'scuola'. Perché? Perché arrivati a questo punto, a fianco dell'annunciazione delle buone prassi, è necessario sperimentare strumenti e percorsi di formazione permanente che rendano più semplice la replicabilità concreta dei progetti in atto. Quali sono i prossimi obiettivi dell'associazione? Dobbiamo continuare a seminare, e lo faremo negli anni a venire! Sei ottimista per il futuro di questo Paese? Sono ottimista perché vedo e incontro ogni settimana in giro per l'Italia, centinaia di persone perbene, esperienze incredibili e vincenti. Il cambiamento è inarrestabile, lento ma (a mio avviso) invincibile...

Commenti

Non posso fare altro che complimentarmi per le iniziative. Se possibile mi iscriverei come semplice cittadino. Angelo
Angelo, 18-12-2010 09:18
c'è un elenco dei comuni virtuosi?
fiore, 06-01-2011 04:06
Sì, credo che puoi trovarlo sul loro sito www.comunivirtuosi.org
Daniel, 07-01-2011 07:07

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