"I giovani non devono studiare", in Grecia chiudono le università

I tagli voluti dalla Troika colpiscono con violenza le università greche, molte delle quali si vedono costrette a chiudere per mancanza di fondi e di personale. Accade anche alla storica Università di Atene, fondata nel 1838 e secondo ateneo greco per numero di iscritti, il cui senato ha dichiarato la prossima chiusura.

I giovani greci devono trovarsi un mestiere, non possono permettersi di continuare a studiare. Queste le direttive della Troika, prontamente messe in atto dal governo greco. Stavolta i tagli all’istruzione sono stati davvero pesanti: proprio mentre i rettori chiedevano 2500 assunzioni, è arrivato l’ordine di licenziare 1700 persone, quasi un terzo del personale amministrativo degli otto atenei greci. I tagli colpiranno l'Università nazionale Capodistriana di Atene, il Politecnico di Atene, l'Università di Economia e Commercio di Atene, l'Università Aristotele di Salonicco, e poi quelle di Creta, di Tessaglia, di Ioannina e di Patrasso. Molte di queste università non riusciranno a restare aperte in seguito ai tagli. In un breve comunicato il Senato accademico della storica Università Nazionale Capodistriana di Atene, fondata nel 1838, la seconda del paese per numero di iscritti, ha annunciato la chiusura dell’ateneo. Riportiamo qui sotto il comunicato. “Il Senato dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene (EKPA) nella sua sessione straordinaria di oggi 23 settembre 2013 riscontra: - l’oggettiva e assoluta impossibilità dell’Università di Atene di svolgere le sue funzioni didattiche, di ricerca e amministrative; - che l’incomprensibile insistenza del ministero della pubblica istruzione e delle religioni, delle riforme amministrative e dell’e-government in scelte che minano direttamente l’istruzione superiore delle nuove generazioni in Grecia, che sono la sostanziale speranza per superare la crisi sociale e finanziaria nei prossimi anni, non può in nessun modo essere accettata. - che i ministeri della pubblica istruzione e delle riforme con calcoli di contabilità infondati e approssimazioni, indegni delle istituzioni responsabili di uno stato civile, e nella più totale opacità, emarginano la prima università del paese e dei Balcani, che offre ininterrottamente dal 1837 un importante contributo per la didattica, la ricerca e la società, contribuendo allo sviluppo del paese. Il Senato, quindi, decide di ricorrere ai tribunali competenti del paese e a quelli europei, sulla base dei suoi diritti costituzionali e delle Convenzioni Internazionali sullo spazio comune nell’istruzione superiore. Il Senato dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene informa con mestizia l’opinione pubblica chel’Università di Atene è costretta contro la propria volontà a dover cessare l’immatricolazione di nuovi studenti, lo svolgimento degli appelli, le sessioni di laurea e in generale qualsiasi altra attività accademica e sociale, nonché dell’impossibilità di corrispondere alle sue obbligazioni internazionali. Il Senato infine rivolge una calorosa richiesta a qualunque istituzione competente affinché anche all’ultimo momento vengano sospese le dolorose misure a danno dell’Università di Atene. Atene 23.9.2013”

Commenti

Non ci sono parole. Speriamo che non accada altrettanto in Italia, anche se vi siamo molto vicini. Cosa possiamo fare? Raccogliere firme, per evitare tale provvedimento?
Teresa, 28-09-2013 01:28
Bella trovata la crisi è?! Non riesco a trovare differenze fra la parola democrazia e la parola regime... Mhà, sarà che i popoli si devono riprendere ciò che è stato loro sottratto?!
Dave, 30-09-2013 11:30

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