Lampedusa, satura non solo di migranti. Unhcr: "Assistenza insufficiente"

A Lampedusa il numero dei migranti supera quello degli abitanti e le risorse di acqua e cibo, insieme con quelle di accoglienza umanitaria, non sono commisurate. L’emergenza è strettamente legata alle vicende del neo-nato centro di Mineo, dell’attacco NATO alla Libia e delle usuali condizioni di vita dei lampedusani, spesso ignorate. Dalla Sicilia, la nostra corrispondente ci racconta cosa sta succedendo.

Lampedusa, satura non solo di migranti. Unhcr:
La nave della Marina militare San Marco ha raggiunto Lampedusa (AG) intorno alle 8.00 di questa mattina. Potrà caricare al massimo circa 600 dei quasi 6000 maghrebini ora bloccati sull’isola. Non entrerà in porto. Saranno i mezzi di sbarco a bordo a trasferire gli uomini sulla nave e alleggerire quella situazione dell’isola definita ieri dal suo sindaco De Rubeis sul punto del 'collasso' per l’impossibilità di garantire l’ordine pubblico, la sicurezza e l’igiene. Su un territorio di 22km quadrati, il numero dei migranti supera quello degli abitanti e le risorse di acqua e cibo, insieme con quelle di accoglienza umanitaria, non sono commisurate. Svuotare Lampedusa è un appello lanciato anche da altri attori della macchina degli aiuti qui in funzione. L’emergenza è strettamente legata alle vicende del neo-nato centro di Mineo (CT), dell’attacco NATO alla Libia e delle usuali condizioni di vita dei lampedusani, spesso ignorate. Il sindaco ha espresso per primo la sua conditio sine qua non affinché l’isola possa consentire l'approdo di altri sbarchi, rivolgendosi tanto all’Europa, quanto a Maroni e ai presidenti regionali, chiamati ad assumersi l'impegno di accogliere per ogni regione almeno 250 immigrati. “Lampedusa può essere il primo porto sicuro - ha aggiunto De Rubeis - poi, però ci deve essere l'immediato trasferimento in altri posti d'Italia”. Il coinvolgimento di tutte le regioni, il ministro dell’Interno Roberto Maroni lo assicurava già ieri dopo la riunione operativa al Viminale con i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. Prevede la distribuzione degli immigrati fino a un numero massimo di 50mila profughi che si stima possano arrivare in Italia. A oggi, si contano circa 14.918 migranti, ivi inclusi i quasi seimila di Lampedusa, con 190 sbarchi registrati dall'inizio di gennaio. Il criterio di distribuzione terrà conto del numero degli abitanti e della forte pressione migratoria sostenuta da alcune (Sicilia, Calabria e Puglia) e da difficoltà di carattere umanitario (l’Abruzzo terremotato), con un’assegnazione di mille profughi ogni milione di abitanti. Ma da ieri ad oggi, vari “se” e “ma” sono stati mossi dalle regioni al criterio. Una per tutte, i governatori Luca Zaia, del Veneto e Roberto Cota, del Piemonte, hanno specificato che il piano straordinario parla solo di profughi libici. Salta invece il vertice odierno in Tunisia, previsto per cercare un accordo di negoziazione volto a limitare o mettere fine ai flussi migratori. La situazione a Lampedusa Croce rossa italiana (Cri), Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) e Save the Children sono le quattro agenzie umanitarie che coadiuvano il Ministero degli Interni nell’ambito di Praesidium 5, il progetto per il “Potenziamento dell’accoglienza rispetto ai flussi migratori che interessano l’isola di Lampedusa”, presentato nel 2005 dal ministero dell'Interno alla Commissione europea e da questa approvato e finanziato, nonché rinnovato il 1° marzo 2010. Ognuna di esse ha chiesto a gran voce (vedi siti ufficiali) di evacuare Lampedusa, adducendo spiegazioni legate all’esperienza specifica del proprio raggio d’azione. Le immagini dei telegiornali nazionali ci danno una visione dinamica di una piattaforma naturale del mediterraneo sempre più affollata, sporca, scenario di rimostranze e tensioni da ambo le parti. Tendopoli sorte in modo improvvisato per opera degli stessi sbarcati, accampati sui pendii collinari. Oltre mille persone ferme sul molo senza riparo; spazio e servizi igienici sono al di sotto delle condizioni minime di sicurezza e igiene. A dispetto di tutto ciò, le telecamere del Tg regionale mostrano anche migranti che giocano in piazza al pallone con gli isolani o che fanno ordinatamente la fila per entrare nei negozi, raccolta e distribuzione di vestiti e coperte per opera dei locali. La tensione e il timore della popolazione riguardano le epidemie e un forte danno al turismo, di cui sostanzialmente vivono. Lampedusa è un luogo dove la disponibilità di acqua potabile è sempre esigua e oggi, deve bastare a un numero raddoppiato di persone stanziali. A volte è così anche per alcuni generi alimentari. Un’isola dipende dagli approvvigionamenti esterni e che si arrestano anche per condizioni meteorologiche avverse. C’è poi il problema di molti minori, quell’emergenza nell’emergenza denunciata a Lampedusa già a metà febbraio da Save the Children, secondo cui è fondamentale il riconoscimento di quelli non accompagnati, da collocare prima possibile in comunità del territorio loro dedicate, o, perlomeno, all'interno dei Centri per migranti su tutto il territorio, per un alloggio temporaneo in strutture separate dagli adulti. L’UNHCR denuncia che nonostante gli sforzi degli operatori umanitari, l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi e si dice preoccupata per la situazione. I migranti presenti sull’isola sarebbero quasi esclusivamente tunisini, partiti da diversi porti della Tunisia e motivati a lasciare il paese in prevalenza per ragioni economiche. Solo un’esigua minoranza di essi ha manifestato bisogno di protezione internazionale. Solleva quindi l’urgenza di ripristinare il Centro di Contrada Imbriacola come luogo di transito a disposizione per il primo soccorso, in previsione di possibili consistenti arrivi dalla Libia, e rivolge un appello all'Unione Europea affinché sostenga l'Italia nel far fronte a questa nuova sfida. Più dura la posizione di Legambiente, secondo cui “continuare a trattenere oltre 5.000 persone su uno scoglio di venti chilometri quadrati, completamente dipendente dalla terraferma per ogni forma di approvvigionamento, non può essere frutto di superficialità o incompetenza. Questa scelta appare, piuttosto, come una strategia precisa, volta a scaricare sull’isola e sui suoi abitanti, che finora hanno resistito con dignità e solidarietà, le situazioni di disagio, calpestando la dignità e i diritti dei migranti”.

Commenti

..il problema dell'immigrazione deve essere risolto e gestito da tutti. Che noi possiamo fare da scalo ma che tutte le nazioni devono farsi carico di prendere una percentuale a testa di immigrati. Non possono sobbarcare solo a noi della situazione. Che ne dite? http://dipen.de/sondaggi/gestire
santo, 23-03-2011 06:23

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