Pensioni, stipendi parlamentari, costituzione: i punti della manovra

I punti salienti della manovra "salva-Italia": dalla stangata sulle pensioni, allo stop ai tagli degli stipendi dei parlamentari, all'aumento dell'inquinamento elettromagnetico. Intanto al Senato si discute una modifica costituzionale che introdurrebbe l'obbligo del pareggio di bilancio nella Carta. E nelle piazze le parti sociali protestano.

Pensioni, stipendi parlamentari, costituzione: i punti della manovra
La manovra verrà votata oggi entro le ore 16. Fervono i lavori nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. I relatori si susseguono e si delineano i punti cruciali della legge deputata a rimettere in sesto i conti del bel paese e a scombinare quelli dei suoi abitanti. L'intervento più atteso, del premier Mario Monti, è in programma attorno alle 14. Sebbene ogni elenco sia ancora parziale ed incompleto, proviamo a vedere quali saranno i punti salienti della manovra “salva-Italia”. Pensioni. Modifiche in arrivo su uno dei fronti più caldi della manovra, sebbene non sia ancora chiaro di che tipo di modifiche si parli. “Le novità sulle pensioni stanno arrivando” ha dichiarato il ministro del Welfare Elsa Fornero, aprendo così uno spiraglio di speranza per i lavoratori. Si parla di un ritorno temporaneo al sistema delle “quote”, con uno sconto leggero ai lavoratori che già vedevano la pensione dietro l'angolo, con un occhio di riguardo ai nati nel 1952, i più colpiti dalla riforma Fornero-Monti. Il ddl attuale – senza eventuali emendamenti – vede infatti l'innalzamento improvviso dell'età pensionistica da 60 a 66 anni per gli uomini e a 62 per le donne (ma nel 2018 saranno 66 per entrambi) a partire dal 1 gennaio 2012. Stipendi parlamentari. Brusca frenata sui tagli ai costi della politica. Perfettamente d'accordo quando si parla di abbattere le pensioni, e condannare alla povertà migliaia di anziani contribuenti, la casta ha avuto un improvviso moto di dissenso sulla norma che voleva tagliare i suoi stipendi. “Sarà il Parlamento a provvedere al taglio degli stipendi di deputati e senatori adeguandoli alla media europea” è stato infine decretato. Dunque la manovra si limiterà a mettere le mani nelle tasche dei comuni cittadini, mentre a frugare in quelle dei parlamentari ci penseranno – se ne avranno voglia – i politici stessi. Governo elettromagnetico. Via libera invece sulla costruzione di 20mila nuovi impianti con emissioni potenziate del 30 per cento per radio e tv e persino del 70 per cento per la telefonia mobile. La decisione ha fatto scattare la protesta di istituti di ricerca e associazioni ambientaliste. Ispra e Arpa hanno lanciato l’allarme sostenendo che – lo si legge in un comunicato Ispra - “questo comporterà un aumento sensibile dei livelli di elettrosmog nelle nostre città, oltre a una maggiore incidenza di cancro nella popolazione”. Le esposizioni della popolazione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza, infatti, sono classificate dallo Iarc (International agency for research on cancer) come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. Pareggio di bilancio. Mentre alla Camera si discute serratamente dei vari punti della manovra salva-Italia/ammazza-italiani, al Senato ci si occupa di una questione altrettanto importante, che però non viene trattata con la dovuta attenzione dai media. Si tratta di un disegno di legge per una modifica costituzionale, che introdurrebbe nella Carta l'obbligo del pareggio del bilancio statale. Il ddl è già stato approvato dalla Camera dei Deputati ed è ora al vaglio dei senatori. Si tratta di una modifica sostanziale, che obbligherebbe costituzionalmente ogni governo a perseguire politiche fiscali estremamente rigide ed a relegare ad un ruolo secondario il perseguimento del benessere – inteso non come ricchezza, ma come offerta di servizi - dei propri cittadini. Parti sociali. Intanto, nella giornata di ieri, il malcontento di cittadini, lavoratori e cassintegrati si è riversato nelle strade e nelle piazze delle principali città d'Italia. A migliaia hanno voluto manifestare il proprio dissenso verso una manovra giudicata iniqua ed opprimente. E non è esclusa l'eventualità di altri, ripetuti, scioperi nei prossimi giorni.

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