Una famiglia sostenibile che vuole cambiare il mondo

“Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara…”. La storia di Alessandro e Maria Chiara, una famiglia che ha deciso di vivere sostenibile e di insegnare agli altri come farlo. Perché l'unico vero punto di svolta siamo noi.

Una famiglia sostenibile che vuole cambiare il mondo

“C’è ancora troppa gente che spera in una qualche entità suprema e in un qualche governo illuminato per cambiare le cose. Invece io credo che se non siamo noi i primi a cambiare questo pianeta non migliorerà mai…”. A dirlo è Alessandro Ronca, quarantasette anni, sorriso contagioso e una maglietta con su scritto: “Non è la terra che appartiene all’uomo, è l’uomo ad appartenere alla terra”. Oggi uno dei massimi esperti in energie rinnovabili e cambiamenti di vita. Ieri uno dei massimi esperti in consumismo compulsivo e dispendio inutile di soldi ed energie. “Fumavo un pacchetto di sigarette al giorno - ci racconta - ero un collezionista di macchine, moto e cellulari. Ho viaggiato il mondo per dieci anni come turista e direttore di Hotel. Poi un giorno ho deciso di cambiare vita”.
Un giorno in cui, per caso, per combattere la noia in una hall dell’aeroporto, ha iniziato a leggere un libro, "Ognuno può fare la differenza. Consigli pratici e storie esemplari per difendere l'ambiente" di Hill Julia Butterfly, in cui c’era scritto: “Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara…”. Può bastare una frase a cambiare una vita? Sì, come a volte può bastare un semplice sguardo.  
Tipo quello di Maria Chiara. Classe 1974, siciliana, una passione innata per la terra. “Da piccola sognavo di far crescere il grano nel deserto…”, ci racconta. “Ho conosciuto Alessandro a Caltanissetta durante un corso professionale in Promozione agrituristica. Lui era il mio insegnante”. Lei pronta per partire per un viaggio a New York, proiettata nella carriera accademica con un dottorato di ricerca per il post laurea, un’azienda agricola di famiglia con un terreno di tredici ettari e un fidanzato con cui era insieme da cinque anni, nel giro di due mesi lascia tutto “per l’uomo della mia vita”. 
“Un colpo di fulmine reciproco - ribatte Alessandro - avevo capito subito che sarebbe stata mia moglie”. Nel giro di qualche mese Maria Chiara segue Alessandro in Umbria, dove lui poco prima aveva comprato casa: “Casa è una parolona, si trattava di un rudere, situato tra Todi e Amelia, in un’area rurale integra, lontano da industrie, territori ad agricoltura industriale ed altri insediamenti produttivi poco ecologici… dalle grandissime potenzialità ma completamente da rifare!”. “All’inizio è stato solo per uno stage - ricorda Maria Chiara - ma appena arrivata ho capito subito che non me ne sarei più andata. E così è stato. Dopo due anni ci siamo sposati”. Proprio lei che non aveva mai pensato di mettere una fede al dito.
Intanto Alessandro continua la sua trasformazione, studiando e sperimentando tutto ciò che ha a che fare con le energie rinnovabili, la tutela dell’ambiente e gli stili di vita sostenibili. “Casa nostra è diventata un centro sperimentale, uno studio, un laboratorio per tutto ciò che Alessandro voleva provare a mettere in pratica”, afferma Maria Chiara. “Per un anno e mezzo non ho fatto altro che leggere libri, studiare e consultare esperti. Sperimentavo, provavo, andavo a conoscere di persona gli autori dei libri che leggevo per capire se raccontavano storie per vendere o se c’era del vero - continua Alessandro - Poi un giorno ho deciso che era arrivato il momento di restaurare il rudere davanti a casa nostra. Volevo creare qualcosa di totalmente ecosostenibile e energeticamente indipendente. Un centro di studio, formazione e scambio di saperi…”. E così nel 2004 nasce il PeR, il Parco dell'Energia Rinnovabile.

O meglio, l’idea del Per, perché poi, tra il dire e il fare, in Italia, si sa, c’è di mezzo la burocrazia. “Tra cavilli burocratici, procedure amministrative, permessi e via dicendo ci abbiamo impiegato cinque anni. Ma nel 2009 il sogno si è avverato e abbiamo inaugurato il Per. Un luogo in cui poter affrontare e toccare con mano le energie rinnovabili a 360 gradi”, ci dice Maria Chiara entusiasta. 
“Il Per è un luogo in cui promuovere, diffondere e perseguire uno stile di vita sostenibile - continua Alessandro - è la nostra testimonianza che il cambiamento è a portata di mano. A chi dice che in questo Paese non si può fare niente, che lottare contro questo sistema è inutile, che bisogna solo adattarsi… io rispondo: se pensi di essere così piccolo da non poter fare la differenza, evidentemente non ti sei mai trovato a letto con una zanzara. Io ho deciso di unirmi al gruppo di quelli che non vogliono stare a sentire quello che ci raccontano. Voglio far la zanzara”.
Al Per oggi si sono uniti tanti altri soci, la comunità si è allargata e la famiglia pure: nel 2007 è nato Alberto e anche grazie a lui si sono innescati nuovi meccanismi: “Prima eravamo concentrati sull’energie sostenibili; oggi, anche grazie all’arrivo di Alberto, stiamo dando ampio spazio alla didattica e alla formazione - ci dice Maria Chiara - Educare i bambini fin da piccoli a queste tematiche ora è un aspetto fondamentale della nostra attività. E’ stupendo vedere le reazioni ogni volta che spieghiamo e mostriamo loro cose nuove. Anche i ragazzi e gli adulti, inoltre, qui tornano bambini: osservare le facce stupite delle persone quando vedono quello che abbiamo creato è la più grande gratificazione che abbiamo”.

E da questi successi non resta che ripartire, perché come dice Alessandro “adesso è il momento di ricominciare a esplorare. Di capire cosa siamo diventati e, soprattutto, dove incanalare tutta quest’energia e positività che questa nuova vita ci ha trasmesso”. Le idee del resto non mancano: “Cerco di capire come raggiungere le persone totalmente estranee a queste tematiche e come fare per far cambiare loro rotta. Per sensibilizzare sempre più gente sulla questione ambientale e diffondere e divulgare uno stile di vita più sostenibile. Perché per noi l’obiettivo rimane quello di cambiare le cose, di cambiare il mondo”.

 

 

 

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Commenti

questi articoli sono sempre molto interessanti, e faccio i miei vivi complimenti a tutti coloro che riescono a cambiare la loro vita rendendola più in sintonia con la biosfera. Però ogni volta che leggo articoli simili non trovo ma spunti utili alla mia situazione.. mi spiego (e spero di non essere considerato polemico) però solitamente articoli simili, che parlano di persone che hanno cambiato vita. hanno per protagonisti persone come minimo benestanti. Chiarisco subito che per me non c'è nulla di male ad essere benestanti anzi, ammiro persone del genere che fanno scelte simili nonostante la loro situazione privilegiata, però vorrei avere anche degli spunti per persone che, come me, una casa non se la possono comprare, non possono abbandonare il lavoro, sempre che ce l'abbiano, ed hanno mille altre difficoltà per seguire il loro istinto di cambiamento, fino al punto che potrebbero pensare che il cambiamento sia un privilegio esclusivo di chi se lo può permettere. Vorrei solo poter leggere anche delle storie di "schiavi moderni" che riescono a liberarsi dalle catene imposte dalla società industriale e consumista. Avete degli esempi da suggerirmi? o forse questi esempi proprio non esistono ancora?
Marco Carrer, 28-06-2015 02:28
Marco, se vuoi ti posso dire che di schiavi moderni che si tolgono le catene ce ne sono ma la loro storia è molto meno entusiasmante. Forse per questo non se ne scrivono di storie così. Io e il mio compagno ci siamo trasferiti in campagna da tre anni lasciando il lavoro in città, senza essere benestanti e senza risparmi da parte. Si passa da una casa in comodato gratuito all'altra, si lavora comunque un po' per pagare bollette che in campagna sono ancor più esose che in città, se non hai pannelli solari o altro. Non si paga l'affitto, ma si ha continuamente l'impressione di doversi sdebitare facendo lavoretti per il benestante di turno che ti affida la sua casa. Si coltivano ortaggi per mangiare e per il resto si campa d'aria e d'amore, con il terrore di dover presto partire e di dover ricominciare la fatica da zero. Ne vale la pena? A volte me lo chiedo, ma penso di sì, ne vale comunque la pena. Per chi non è benestante la vita è dura e faticosa in città e lo resta in campagna, con la differenza che in campagna si hanno molte più bellezze da ammirare, cose da imparare e si è più rilassati e felici, nonostante tutte le difficoltà..
Melania, 02-07-2015 10:02
Io ho conosciuto Alessandro Ronca e sua moglie perchè come tante altre persone sono andato li, dove hanno creato quella meraviglia che è il PER (Parco delle Energie Rinnovabili), dico solo che è stata per me un'esperienza molto stimolante e ho intenzione di tornarci quando sarà possibile per poter fare un periodo di collaborazione e cercare di dare una mano.
Vincenzo, 14-08-2015 05:14

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