Il mito dei lavori 'green'

Nel 'green' si sono riciclati una quantità di personaggi senza competenze specifiche, la maggior parte dei quali cerca semmai di vendere qualcosa, scambiando il ruolo di commerciale con quello di innovatore. Il lavoro più green in cui ci si può reinventare al momento e in tempi relativamente brevi, resta quello di coltivare con metodi sostenibili.

Il mito dei lavori 'green'
Sempre più spesso mi trovo a parlare con persone che vogliono affrontare un cambiamento lavorativo, molto spesso ormai con persone che, colpite dalla crisi, si ritrovano dequalificate allo status di precario o disoccupato. Per quanto io tenti sempre di far capire che il nostro lavoro è vivere e non identificare la nostra vita e la nostra individualità con un lavoro, mi rendo conto che questo cambiamento di atteggiamento mentale sia un processo lungo. Quando dal proprio lavoro dipendono il mutuo della casa, le bollette e il mantenimento dei familiari, non è per nulla facile focalizzarsi su un percorso a lungo termine, si cercano piuttosto soluzioni immediate. Tra queste soluzioni immediate, proposte come panacea di tutti i mali, rivoluzione sociale, futura ricchezza e soddisfazione lavorativa, ci sono sempre più spesso le "professioni green". Parliamoci chiaro: nel green si sono riciclati una quantità di personaggi senza competenze specifiche, la maggior parte dei quali cerca semmai di vendere qualcosa, scambiando il ruolo di commerciale con quello di innovatore. Non penso che sia un caso, da parte mia, con un background milanese, annoverare tra i miei contatti più di uno di questi personaggi che con assoluta limpidezza sono passati dall'organizzazione corsi di formazione nell'IT nei primi anni duemila, alla consulenza nel settore delle tecnologie verdi oggi. Se domani ci fosse un aumento di attenzione per la scavatura di patate a mano, li vedremmo reinventarsi nella Potatoes Economy. La riuscita, quantomeno apparente, di questi professionisti del cavalcamento dell'onda, finisce per dare una visione distorta della effettiva potenzialità del settore delle "green technologies". C'è sicuramente qualche spazio di riuscita, ma non si esageri troppo, soprattutto in Italia dove la spesa pubblica per il risanamento ambientale - una voce fondamentale per capire il thread di queste professioni in un determinato Paese - è piuttosto esigua. Abbiamo visto anche all'estero personaggi come Al Gore cavalcare con profitto il mito delle "green energy", ma alla fine chi era costui se non un altro, ennesimo, improvvisato? Tornando alla realtà della "green economy" lavorativa in Italia, una volta tolta la pur scarsa ricerca nel campo delle nuove tecnologie orientate alla salvaguardia dell'ambiente, resta ben poco. I dati 2010 di Osservatorio Lavoro e di Unioncamere, tra gli altri, ci rendono uno scenario piuttosto definito in Italia. Le possibilità di ingresso per chi si reinventa in questo settore sono sostanzialmente ruoli di rappresentanza commerciale. Alcuni, una parte minore, riescono a riqualificarsi in ruoli minori, dal certificatore energetico all'installatore di pannelli, entrando comunque alle dipendenze in un'azienda dove i problemi di precariato, tagli, cassa integrazione ecc. potranno ripresentarsi esattamente come in passato. Pensiamo a un dato molto banale: quest'anno gli USA hanno reinvestito nelle green technology i 2,3 bilioni di dollari di un recupero tasse, il Recovery Act. Negli USA, nonostante questi investimenti, le reali professioni green stentano a decollare, c'è ancora molto poco spazio per reinventarsi nel settore. C'è spazio sufficiente appena per chi ha forti competenze tecniche e buoni budget da investire. Per il resto, per quello che riguarda la grande massa dei lavoratori dipendenti, anche da loro lo spazio è saturato quasi completamente da improvvisati che hanno visto nella green economy la possibilità del soldo, più che la soddisfazione di impiegarsi a tempo pieno nel miglioramento del mondo. Per quanto banale, per quanto semplicistico, per quanto anche anacronistico, il lavoro più green in cui ci si può reinventare al momento e in tempi relativamente brevi, resta quello di coltivare con metodi sostenibili. La qualifica è solo quella di contadino, difficilmente si viene invitati come relatori alle convention sulle green technologies, ma è un lavoro vero, autentico, in cui si possono fare scelte sostanziali per il cambiamento: non utilizzare fitofarmaci, non impiegare prodotti inquinanti, installare impianti per l'autoproduzione di energia, essere quasi completamente autosufficienti. Essere un grande manifesto pubblicitario di quello che è realmente "ecologia". In alternativa, qualche posto da piazzista di pannelli solari si trova ancora.

Commenti

Condivido sicuramente quanto affermato dalla signora Grazia. Vorrei far osservare che esistono anche altri settori dove si può lavorare "green". Posso citare il mio esempio personale: io svolgo la professione di geometra libero professionista occupandomi principalmente di progettazione edile e direzione dei lavori. Dal 1981 ho cominciato ad interessarmi di bioedilizia come autodidatta; come sempre affermo la bioedilizia non sono solo la tanto propagandate case in legno per le quali francamente non nutro grande simpatia. Nelle nostre zone si è sempre edificato in muratura. Io cerco sempre di proporre intonaci a calce naturale o in argilla cruda, buoni laterizi ed isolamenti termoacustici naturali; ma quanta fatica....... Tornando all'agricoltura biologica, ben venga chi vi si dedica; spero che fra un pò di tempo nei negozi si trovino SOLO prodotti biologici a prezzi accettabili; in ultimo sostengo che il contadino quando rientra nella propria casa debba trovare un ambiente confortevole e possibilmente..... sano!!! Grazie.
Giovanni Gregoretti, 06-05-2011 06:06
"signora Grazia" suona molto vecchia rimbambita con una vestaglia a fiori tristi, no? :D Diamoci del tu Giovanni... almeno intanto che non sono ancora una vecchia signora con vestaglie a fiori :) Concordo con il fatto del cambiamento e del trasformare la propria professione in chiave ecologica, complimenti per esserti impegnato a percorrere una strada che è veramente ardua e in cui non ci sono affatto aiuti in Italia! Ma nell'articolo io parlavo invece di tutte quelle persone che si trovano nella situazione di doversi reinventare completamente dal punto di vista lavorativo. A molti di questi viene prospettato il mito delle professioni 'green' come se fosse il nuovo eldorado. Finisce che nel migliore dei casi si ritrovano a fare i piazzisti di pannelli solari. Per carità, lavoro dignitoso se uno lo vuole fare e lo fa con passione, però non è così corretto se la scelta era di un cambiamento radicale. Nella peggiore delle ipotesi, invece, quella che noto verificarsi sempre di più, a queste persone (cassintegrati, disoccupati, precari di varia natura) viene prospettato questo mito per convincerli ad iscriversi ad ogni genere di corso universitario o professionale, con la promessa di un lavoro sicuro una volta reinventati. Così capita che la cassiera in cassa integrazione spenda una fortuna per un corso di "Bio-estetista con prodotti erboristici naturali" e si ritrovi poi a non avere alcuna possibilità di lavoro perché nessuno le ha onestamente spiegato che estetiste e parrucchiere ormai vengono assunte solo con contratto di apprendistato e una volta superata l'età o i requisiti necessari per questo tipo di contratto, tanti saluti. In pratica, hanno solo voluto venderle un corso, grazie al falso mito dei lavori 'green'. Tutt'altro discorso per l'estestista che invece si specializza indipendentemente in questo settore e ricrea la sua professionalità in chiave green, questo è assolutamente auspicabile per tutte le professioni. Il discorso è che non ci si può proprio improvvisare dall'oggi al domani e questo penso che sia un discorso che tu possa condividere: io non potrei mai fare il tuo lavoro dall'oggi al domani semplicemente seguendo un corso, no? :) Complimenti per la tua scelta comunque! Questa strada è piena di accidenti ma per fortuna non siamo soli :)
Erbaviola - Grazia Cacciola, 07-05-2011 05:07
Carissima Grazia,(mi sembra che suoni meglio) hai ragione quando parli dei tanti corsi più o meno fasulli che ci sono in giro; in questo periodo sento molto parlare di corsi sulla PNL che mi sembra riguardino l'apprendimento veloce, il modo di comunicare convincente, e altre amenità simili. Io penso che un individuo munito di normale cervello con la giusta quantità di neuroni possa apprendere e possa comunicare convincendo gli altri se dice cose corrette. E' anche vero che la mitica "massa" ha bisogno di "leader" possibilmente carismatici altrimenti non sa che pesci prendere; 40 anni fà si parlava di cervelli all'ammasso e mi sembra che oggigiorno non si sia andati molto avanti. Purtroppo siamo schiavi di un sistema a dir poco malefico: dobbiamo consumare per mandare avanti l'economia e a forza di consumare stiamo distruggendo il mondo, ovvero la nostra casa; o meglio diamo modo alla natura di distruggerci; ed inoltre per poter consumare ci autodistruggiamo anche la mente che è a mio avviso, la nostra più grande ricchezza; pensa che grande potere ha l'umanità: poter decidere! E quanto poco usa questo potere! Un caro saluto, Giovanni.
Giovanni Gregoretti, 08-05-2011 02:08
La mia ex-azienda progetta software per l'ottimizzazione delle stampe e così facendo consente un notevole risparmio di carta e inchiostro. Si può quindi fregiare del titolo di impresa Green. Felice dell'iniziativa, andai a proporre una presentazione molto semplice che poteva aiutare ancora di più l'azienda a certificarsi verde: uso comune dei beni di cancelleria, uso corretto delle luci e spegnimento di pc e riscaldamento/raffreddamento quando si è fuori dalle stanze, eliminazione del distributore di merendine, etc etc etc... Tutte semplici cose di buon senso e facilmente applicabili. Bene, non solo la mia presentazione è finita nel cesso, ma hanno continuato a sprecare risorse a destra e sinistra, tanto loro avevano già il bollino verde. Però una cosa l'hanno fatta: hanno tagliato sulla carta igienica!
Barbara, 09-05-2011 08:09
@Giovanni: sì il bisogno di leader, in questo Paese è all'origine del disastro... In quanto ai corsi di PNL non è evidentemente altro che il 'nuovo' cocktail di aneddoti e formulette, un altro cocktail di quelli che gli americani sfornano a cadenza ormai quinquennale. Fa molta presa su persone senza una cultura solida, magari solo con una cultura tecnica che non si sono mai interessati di discipline olistiche e di psicologia. Altrimenti gli sarebbe evidente che non è altro che un bel minestrone di niente :) Senza togliere che non c'è alcuna evidenza scientifica su quello che postula la PNL sulla rappresentazione del pensiero e che ne sta poi alla base... @Barbara: non è purtroppo una cosa insolita. Si tratta di un effetto rebound: l'azione buona l'ho già fatta, sono a posto, la mia parte l'ho fatta, guardate come sono bravo... :)
Grazia Cacciola, 09-05-2011 04:09

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