"Molliamo tutto per una vita on the road"

Pier e Amelie, cinquantenni reinventati, viaggiatori 2.0, mente aperta e un grande amore per la libertà. “Licenziarsi è stato inebriante, liberatorio. Un misto di paure, esplosioni di gioia e lucida follia. In buona sostanza, una delle emozioni più belle e intense della nostra vita!”.

PierLuigi Galliano e Amelia Barbotti, cinquantenni reinventati, viaggiatori 2.0, mente aperta e un grande amore per la libertà. Lui piemontese di nascita, ligure d'adozione, per più di vent'anni ha vissuto e lavorato a Milano dove ha cominciato frequentando i corsi del Centro di Formazione Professionale per il cinema e la televisione. Poi la carriera lavorativa: una tournè con Vasco Rossi come tecnico e una serie di contratti a tempo pieno per le reti Mediaset, sia in produzioni esterne che in studio.
Lei, piemontese Doc, nel 1986 parte per un viaggio nell’Alta Mongolia per ripercorrere la Via della Seta: “Da allora non ci fu più pace per la mia anima affamata di vedere, sapere, curiosare, scovare, e fotografare”. Dipendente per trent’anni in una fabbrica di rubinetti, tutto ciò che guadagnava lo spendeva in viaggi. Fino al giorno in cui, in Etiopia, incontra Pier, "l’amore della sua vita", e insieme a lui costruisce un progetto di vita in assoluta libertà.
Dopo una vita di lavoro decidono di licenziarsi e vendere tutto per dedicarsi alla loro grande passione: viaggiare. Lo fanno su un camper, per lo più senza meta e con meno cose possibili: “Siate leggeri e sarete liberi. Le cose che possedete vi posseggono”.

Quando avete deciso di cambiare vita?
"Nel 2011, anche se già da un paio d’anni stavamo pensando di mollare tutto. Quell’anno però tutti i nostri sogni si sono avverati e i nostri progetti sono diventati realtà. Siamo riusciti a vendere la casa dove vivevo a Milano, la macchina e la maggior parte degli oggetti che fino ad allora erano stati parte della nostra vita quotidiana. Nei primi mesi del 2012 ci siamo licenziati entrambi con grande soddisfazione e subito abbiamo trovato la nostra casa su quattro ruote. Un camper McLouis del 2007, usato ma in ottime condizioni. A maggio eravamo già in partenza per Capo Nord!".

Cosa vi mancava e cosa andavate cercando?
"Principalmente ci mancava il tempo libero da trascorrere insieme e il desiderio di libertà, di vita all’aria aperta. La passione per i viaggi poi era troppo forte per doverla comprimere nei pochi giorni di ferie che ci spettavano. Per molti anni abbiamo viaggiato in tenda in giro per il mondo e ogni weekend libero era l’occasione per vivere all’aria aperta, dormendo in macchina, un Peugeot Ranch attrezzato ovviamente con letto e cucina. Con il tempo gli impegni lavorativi sono diventati sempre più assillanti, privandoci di tempo prezioso per goderci la vita insieme. E così abbiamo deciso che era giunto il momento di cominciare da capo, vivendo la nostra vita nel presente e non nell’incertezza del futuro".

Come è stato licenziarsi?
"Non saprei come definire questa sensazione. Inebriante, liberatoria. Ti sembra di volare, ma prima passi qualche secondo in bilico sul baratro. Un misto di paure, esplosioni di gioia e lucida follia. In buona sostanza, una delle emozioni più belle e intense della nostra vita!".

Come hanno reagito amici e conoscenti alla vostra decisione?
"In un periodo di grande crisi come quello che stiamo vivendo oggi, vederci lasciare entrambi il posto fisso è stato uno shock per i nostri genitori e per i parenti più stretti. Noi stessi abbiamo dovuto prenderci un lungo periodo di meditazione in proposito. Ancora oggi, molti amici credo non abbiano ben capito quello che stiamo facendo e forse pensano che il nostro sia una sorta di “esperimento sociale” o roba del genere. Sono sicuri che prima o poi ci ripenseremo. Di certo non è così semplice spezzare le catene e il ricatto morale della società moderna. Subito ti senti in colpa, indicato come un folle o come un fortunato vincitore di qualche fantomatica lotteria. Nessuno pensa che forse a volte vale semplicemente la pena di tentare. Il famoso trapezista Karl Wallenda diceva che “...camminare sul filo è vivere; tutto il resto è solo attesa”.

Come vi siete organizzati per partire?
"Per la verità non è stato complicato organizzare la nostra nuova vita. La parte più complessa è ovviamente quella burocratica. Svincolarsi da bollette, contratti e ammennicoli vari che negli anni ci avevano inglobato nella società con i loro potenti tentacoli. Abbiamo poi conosciuto altre persone che come noi avevano già intrapreso questa vita (ce ne sono davvero molte!) e abbiamo fatto domande su ogni aspetto del loro quotidiano. Quanti vestiti, come ci si lava, dove si può dormire. Domande che oggi ci sembrano piuttosto banali e semplici ma che ci hanno aiutato a cominciare. Il consiglio è sempre lo stesso: viaggiate con meno cose possibili. Siate leggeri e sarete liberi. Le cose che possedete vi posseggono. Il lavoro più impegnativo è stato poi quello di far entrare dentro un HD tutti i ricordi di una vita, il nostro bene più prezioso. Giornate e giornate di scansioni di fotografie, negativi e documenti. E poi la musica, i film, i libri. Adesso portiamo tutto con noi, in una scatola di cioccolatini".

Quanti soldi vi servono per vivere?
Generalizzare è impensabile. Ogni fulltimers deve tenere conto di numerose variabili. La prima di tutte è l'IMPONDERABILE. La sorpresa, ciò che non ti aspetti e in quanto tale non si può inserire in un budget. Può trattarsi di un guasto meccanico (che prima o poi capita sempre) oppure di una malattia; può trattarsi di una necessità inderogabile o di una voglia improvvisa di qualcosa di buono. Qualche accessorio a cui non si era pensato e sembrava non servire... Insomma, ci sono spese che è davvero difficile calcolare. Dopo oltre tre anni di vita “on the road” posso dire che la cifra per noi si aggira sugli 800 euro mensili in due, TUTTO COMPRESO. Per quelli più curiosi, abbiamo scritto un “post” in proposito sul nostro blog dove raccontiamo in dettaglio ogni nostra voce di spesa. Lo trovate qui: https://ormesulmondo.wordpress.com/2015/01/05/ma-quanto-vi-costa/

Di cosa vivete oggi?
"Oggi viviamo ancora in parte con i risparmi del nostro lavoro e il ricavato della vendita della nostra casa. Ci stiamo però trasformando in Nomadi Digitali e lavoriamo bene grazie al nostro sito web, collaborando con aziende, scrivendo articoli e girando video. Il successo di ormesulmondo.com ci sta aiutando a vivere la nostra vita in maniera semplice, totalmente libera e autogestita".

Come si svolgono le vostre giornate?
"Non esiste una giornata standard e questo è il bello della nostra vita. Ogni mattina ti può riservare una sorpresa, un incontro inaspettato. Normalmente, se stiamo visitando una località che non conosciamo ci dedichiamo subito a quella che gli americani chiamano “scouting location”. Ci ambientiamo, insomma. Scopriamo dove poter fare scorte di acqua, utilizzare il wifi o fare spesa. Gli uffici del turismo poi sono sempre uno dei nostri primi approdi. Da qui pianifichiamo le giornate a venire alla ricerca di idee per qualche video o articoli da pubblicare. L’interesse per il nostro sito deriva in parte anche dai nostri racconti di viaggio, dagli itinerari e dalle idee che forniamo ai nostri followers per le loro vacanze".

Vi sembra di rinunciare a qualcosa?
"Possiamo tranquillamente affermare, dopo più di tre anni di vita a bordo del nostro camper, che non ci manca davvero nulla. Abbiamo fatto una scelta consapevole e ben ponderata. La felicità per noi risiede nelle piccole cose quotidiane e il nostro camper ha tutto ciò che si possa desiderare per vivere felici".

Si può vivere e viaggiare senza lavorare e senza diventare un "barbone"?
"La risposta più scontata è: certo, basta avere i soldi. Ma vivere e viaggiare senza lavorare è un lusso per pochi ricchi. La maggior parte delle persone associano il nostro modo di viaggiare ad un grosso impegno economico. Certo, se si calcola il costo medio di una settimana di vacanza e lo si moltiplica per 52 settimane allora la cifra da investire cambia sensibilmente. Non credo che in questo modo molti di noi potrebbero realmente permetterselo".

Cosa significa quindi viaggiare da fulltimers?
"Sicuramente non significa vivere in vacanza per tutta la vita. Viaggiare non deve necessariamente costare una fortuna, a meno che voi non consideriate il viaggio come essere in un resort di lusso per tutto il tempo. E’ molto più simile invece ad abitare in una piccola cittadina di periferia senza però dover pagare per molte cose che tendiamo ad accettare come costi di "default" per vivere. Affitti, mutui, tv via cavo, telefono, luce, acqua, tasi, tarsi, imu, internet... Vivere con poco si può ma ovviamente bisogna essere disposti a qualche “sacrificio”. Noi, per esempio, rinunciamo volentieri ad una pizza al ristorante, ad un gelato al bar o ad un aperitivo. Anche se viaggiamo continuamente non possiamo visitare tutti i musei, le mostre o le attrazioni a pagamento delle località dove soggiorniamo, a meno che non sia per lavoro. Insomma, non scambiateci per turisti".

Come programmate i vostri viaggi? E la vostra vita?
"Con il nostro stile di vita, i viaggi “tradizionali” non si programmano più. Ci spostiamo spesso da un paese all’altro e da una regione all’altra ma senza una grande pianificazione. Ci piace il termine “unplanners” utilizzato da molti “fulltimers” americani per indicare il muoversi senza una meta predefinita ma piuttosto guidati dall’istinto e da ciò che ci capita giorno per giorno. Dalle possibilità di lavoro o da un incontro ispiratore. All’inizio seguivamo molto le carte e le guide di viaggio, per scoprire poi che non c’è nulla di meglio che spostarsi senza avere una meta precisa".

A chi pensa che lasciare il certo per l’incerto sia un azzardo, cosa rispondete?
Che la routine rende schiavi. J.K.Rowling ha scritto: “E’ impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno di scegliere di vivere in maniera talmente prudente che la tua vita non possa essere considerata affatto una vita”."

Qual è stato il vostro più grande successo?
"Premesso che non siamo in cerca né di fama, né di gloria, devo dirti che la nostra soddisfazione più grande è stata quella di incontrare sul nostro cammino tante persone che ci seguono, ci stringono la mano e ci chiedono consigli. Molti ci scrivono per avere informazioni su questo stile di vita e alcuni hanno preso coraggio e abbracciato “il cambiamento”. Il nostro sito web www.ormesulmondo.com, nato per gioco, quasi un diario personale della nostra vita in camper, è il nostro piccolo successo e adesso sponsor e diverse aziende del settore ci stanno seguendo e supportando.

Dove vi sta portando questa scelta di vita?
"Le possibilità di spostamento e di cambiamento degli orizzonti che ci regala la nostra casa su quattro ruote sono davvero infinite. Per ora abbiamo visitato i paesi del Nord Europa (troppo cari per viverci a lungo) e poi abbiamo soggiornato per lunghi periodi in Francia, Spagna e Portogallo. Sicuramente ci sono progetti più ambiziosi a cui stiamo lavorando e che ci porteranno oltreoceano dove ci piacerebbe raccontare come i fulltimers americani vivono quella che per loro è una normale fase della loro vita".

L'incontro più particolare avvenuto durante il vostro viaggio?
"Se dovessi fare un elenco di tutti i personaggi “fuori dagli schemi” che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino non basterebbero davvero le pagine di un libro. Accanto ai “fulltimers” tradizionali, quelli che giunta l’età pensionabile semplicemente acquistano un camper e viaggiano per l’Europa, si affiancano una serie di personaggi e di mezzi davvero incredibili. Tra questi mi ha colpito molto la storia di un ragazzo tedesco che cercava di raggiungere alcuni amici in Marocco. Guidava un trattore modificato con tanto di carrozza a rimorchio. All’interno del “vagone” in stile gypsy aveva ricavato una cuccetta con cucina a legna e rimessaggio per una moto da enduro. Giunto in Marocco, il suo viaggio si era bruscamente interrotto appena varcati i confini. La polizia locale lo aveva immediatamente fermato ed espulso. Senza perdersi d’animo il giovane ha fatto semplicemente dietrofront e alla folle velocità di 30 km orari rientrava in Germania “con molta calma” godendosi il tiepido inverno della costa spagnola. Abbiamo una sezione fotografica sul nostro sito che illustra nel dettaglio tutti i nostri incontri “on the road” con alcuni tra i mezzi più incredibili che abbia mai visto. Camion, autobus, sidecar, carrozze... Insomma qualunque cosa possa muoversi regalando un sogno di libertà!".

E' possibile reinventarsi a cinquant'anni? Cosa diresti ai vostri coetanei?
"Direi quello che diceva Marquez: “Una vita merita di essere vissuta se è possibile raccontarla”. Non accontentatevi di quello che avete. Se la vita non vi soddisfa cercate in ogni modo di cambiarla. Non è mai troppo tardi. Se ci credete con tutta la vostra forza ed energia allora avverrà sicuramente “il cambiamento”!

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