«Scollocarsi non è per tutti, ma è vita»

Simone Perotti (navigatore e scrittore) fa il bilancio dei suoi 8 anni da scollocato. Dopo avere lasciato il vecchio lavoro, ben pagato e sicuro, è passato attraverso difficoltà e gratificazione per costruire la propria libertà. «Chi teme che non si possa fare, fa solo i conti con le sue paure» dice.

«Scollocarsi non è per tutti, ma è vita»

Quando mi chiedono come va?li vedo sempre un poansiosi. Vorrebbero soprattutto domandarmi: sì, vabbè, ma coi soldi?. Prima rispondevo, ora non più. Ma qui lo faccio, ad uso e consumo di chi ha frainteso tutto. Lo faccio perché anche io fraintesi; è una fase del processo di scollocamento e non va rifiutata solo perché è sbagliata. Ma sbagliata, quella domanda, lo è. Ad ogni modo: diciamo che ho speso qualcosa meno di 75.000 euro dal gennaio 2008, otto anni di vita libera a poco più di 9000 euro lanno, di cui circa 1.000 euro lanno tolti dai miei risparmi, il resto guadagnati facendo molte cose diverse, ma soprattutto due: scrivere e navigare. Prima quei soldi li guadagnavo facilmente e in poco tempo, avevo un buon lavoro, avevo fatto una gavetta dura e fortunata, mi impegnavo molto. Ci tenevo, amavo quel lavoro e forse lo sapevo anche fare abbastanza bene. Ma la mia vita era scrivere e navigare, cosa che, incidentalmente, non stavo facendo full time, ma solo nei ritagli del tempo.

Poi ho fatto due conti, soprattutto economici, perché anche io, come tutti, pensavo che quello fosse il nodo: quanto mi serve, quanto costa vivere, come farò io che non sono ricco di famiglia, che non avrò la pensione se smetto di lavorare, che ho una casa ma non ho altre proprietà mobiliari o immobiliari. Ho immaginato mille volte tutto, dallA alla Z, dalle spese correnti agli ammortamenti, dallo stato patrimoniale ai forecast sul reddito. Neanche in Mediobanca hanno fatto un bilancio desercizio e preventivo così vivisezionato, attento, inclemente.

La cosa buona è che mi sbagliavo, per eccesso. Pensavo si potesse vivere con poco, riutilizzando, cambiando duso, autoproducendo, barattando, sfruttando londa delle tante possibilità che offre questa caotica contemporaneità, comprando diversamente, mangiando diversamente, viaggiando in tempi e modi differenti. Ma non immaginavo così tanto. Dunque la seconda regola del cambiamento è che le possibilità per vivere economizzando ma facendo tutto quel che si desidera c’è, e chi teme che non si possa fa solo i conti con le sue paure, io con la realtà vissuta. Dunque ho ragione io, come dimostro nel libro Avanti Tutta.

La prima regola però la ignoravo e occhio perché quella (assai più dei soldi) è in grado di mandare tutto allaria. Come non dipendeva prima dai soldi la mia felicità o infelicità, non dipende neanche ora. Tanti, pochi, quelli restano sempre strumenti beceri e necessari per stare a questo mondo. Ne avessi di più? Farei meno fatica. Ne avessi meno? Mi industrierei, sudando e temendo. Ma la sostanza, non cambierebbe.

E qual è questa sostanza? La mente, il cuore, la sensibilità, cioè il sentimento della libertà” vissuto e pagato da soli alla nostra festa (cit. Fossati). Intendo dire che cambiando vita diventiamo subito soli e diversi dal gruppo, il che ci isola, forse ci rende meno banali, ma poi il lunedì mattina alle undici e tre quarti sei solo, dovunque tu sia. Ottima notizia, se sai come si fa. Pessima se lo ignoravi o ti fai prendere dal panico. E se il tuo amore finisce? Guai. E se ne inizia uno nuovo? Guai, perché tu hai tutto il tempo del mondo, mentre lei non c’è mai, va a lavorare. Sei disposto ad attenderla? Non rispondete in fretta, la domanda è tutto fuorché semplice. E gli amici che ti chiamano a raffica alle 18.30 quando escono dal lavoro mentre tu stai meditando? Volevi sentirli per tutto il giorno, ma loro erano impegnati. E quando sei triste? Lavorano. E quando vuoi condividere una gioia? Lavorano. E quando cerchi di costruire un passo regolare nel cuore? Loro vanno a sincopi e adrenaline, sparendo per periodi, riapparendo quando riescono. Ma tu non vivi così. Attenzione: il benessere questo è, sintonia, armonia, equilibrio, dentro e fuori, dunque non sono questioni da sottovalutare.

Sono passato per un bel paio di baratri emotivi e psicologici in questi otto anni. Senza i puntelli del biglietto da visita, della scrivania, dei ruoli, delle forme della società ho rischiato di cadere, anzi, lho fatto e mi sono ferito. Ho anche fatto errori, perché quando sei in difficoltà finisce che sbagli anche qualche compagno di viaggio, troppi approfittatori in giro. Ho scoperto, soprattutto, a che servivano soldi, ruolo, inserimento: a proteggerci dalle nostre fragilità. Se non c’è tempo non si pensa e non si sente, il che è un male per tanti versi, ma è unassicurazione sulla vita per altri. Ci vuole fisico e polmoni per non avere distrazioni. Senza distrarti vedi tutto, senti tutto, capisci la faccenda della vita per quel che è, e cioè non la favola bella della pubblicità o del tempo libero concitato e allotropo, ma una storia in cui devi ammorbidire il mattonequotidianamente (cit. Cortàzar). E per farlo serve una forza danimo che non abbiamo più, serve una capacità di galleggiamento cento volte maggiore di ciò che genera il nostro dislocamento. Per scollocarsi serve dislocare meno, scorrere di più sulla superficie, migliorare leffetto del principio di Archimede sul nostro scafo.

Uno dei modi è la manualità, il sacro muscolo che lavora, suda, si stanca. Poco manuali, troppo impiegatizi, siamo gazzelle ferite nella savana della vita. Servono muscoli e tendini, e non quelli fatti in palestra. E bisogna sapere fare (tranquilli, si impara).

Insomma, una storia di sudore, qualche goccia di sangue, infiammazioni varie nei gangli neuronali e nelle congiunture. Come si può osservare, nulla che riguardi i soldi.

Consiglio a tutti di tentare? No. Ma lo consiglio a tutti quelli per cui è il caso di provare a farlo il prima possibile. Moriremo tra breve, il tempo non è una fonte rinnovabile, non si può sprecare.

 

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Commenti

simone, ammiro ed apprezzo la sua scelta di vita, e la sogno anche, ma non è cosi facile mi creda come lei ha detto, aveva una casa di proprieta, dei risparmi, ha potuto prendersi una barca e lavorare quel minimo per avere quello che le serve, non ha avuto nessuna difficoltà a farlo, ha solo dovuto avere il coraggio di farlo, ammirevole certo, ma deve rendesi conto che comunque è partito da una posizione privilegiata, e che lo scolocamento che racconta lei non è per tutti ma solo per i benestanti, come fa a scollocarsi un operaio che sopravvive con i suo stipendio che paga giusto gusto un affitto e magari mangia 2 volte su 3? e chi proprio un lavoro magari l'ha perso e magari è indietro con rate d'affitto e bollette? c'è gente che è costretta a vivere come vive anche se vorrebbe scollocarsi.. sono gli schiavi moderni, che soffrono, e non è bello dire che chiunque può scollocarsi, basta volerlo, per lei è stato cosi, ma per la maggior parte della gente esiste solo la schiavitù, se vuole davvero che lo scollocamento prenda piede allora cerchi di aiutare questa gente a trovare un modo per scollocarsi, allora si che scollocarsi sarà per tutti se dimostrerà che ravvero chiunque può farlo, mostrimuna via per lo scollocamento accessibile a tutti, sennò lo scollocamento resta per pochi, quasi un gioco per benestanti annoiati, ma forse a questo punto allora si la sfida sarebbe troppo difficile e forse non basterebbe solo il coraggio per farlo
Marco Carrer, 02-05-2016 06:02
Ho letto la risposta di marco per simone mi trova d'accordo ,ma una via di uscita ce sempre anche se difficile per poterci riuscire bisogna esser preparati ad affrontare il nuovo, tu dici che per cambiare ci vuole un po di soldi evvero ma ,e anche vero che con un minimo si potrebbe cominciare , per poi dare una mano a chi non a neanche quel minimo inizialmente si potrebbe formare un gruppo di cinquanta persone , che avessero un reddito minimo almeno una pensione di 500 euro al mese , o un reddito equivalente, insieme si potrebbe vivere in un villaggio campeggio, il seguito sta a noi progettarlo. Io credo che uniti possiamo fare molto, basti pensare a quanta esperienza possono mettere insieme 50 famigilie e quanto aiuto reciproco possono darsi. Non dico che sia facile ma neanche impossibile , ci si deve incaminire con un'altra veduta per poter realizzare qualcosa di nuovo ,bisogna abbandonare il vecchio , se vuoi possiamo approfondire e se ti va puoi darmi una mano a realizzare un altro modo di vivere , creando una associazione vegetariana per vivere insieme ad altri. Questo invito e rivolto tutti . rispondo a tutti . Un saluto Francesco G.
francesco, 03-05-2016 12:03
Salve Marco Sono molti anni che noi mostriamo la via che lei auspica e concretamente dimostriamo che lo scollocamento è alla portata di moltissimi, se non tutti. Lo dimostriamo nei nostri corsi di scollocamento che hanno prezzi risibili fatti apposta per fare partecipare chiunque http://www.ilcambiamento.it/evento/cambiare_vita_lavoro_istruzioni_uso/ lo dimostrano i nostri libri che parlano di persone di qualsiasi estrazione sociale e professione che hanno fatto la scelta e non sono finite sotto un ponte. Lo dimostra anche il libro di Simone Perotti Avanti tutta in cui riporta proprio le testimonianze di tante persone che gli hanno scritto dicendo che lo "scollocamento" si può fare anche se si hanno meno soldi e meno "possibilità". Quindi è veramente possibile, basta volerlo con grande convinzione, impegno e tenacia.
Paolo Ermani, 03-05-2016 04:03
Grazie Paolo e grazie Francesco Probabilmente ho scarsità d'informazione a riguardo.. Farò una ricerca più approfondita anche grazie ai vostri spunti Chissà che troverò anche io la mia strada Buona serata
Marco Carrer, 03-05-2016 10:03
Grande Simone, cavolo diversi libri scritti e meno di 75000 euro entrati? la cultura non paga...purtroppo. Ho letto adesso basta e avanti tutta...belli anche uomini senza vento ed il seguito l'equilibrio della farfalla...Renato merita il terzo volume...ed in tanti dovremmo almeno provarci a prendere il largo...(io per ora ho preso un part-time...poco ma meglio di niente). Saluti...e complimenti per il questo sito, sempre interessante.
Gabriele, 23-08-2016 07:23
grazie gabriele. buon vento anche a te per le tue rotte nuove. bello sempre, salpare...
simone perotti, 23-08-2016 05:23
Mi ha colpito l'articolo di Simone Perotti perchè il mio "scollocamento" lo sto perseguendo con grande lentezza. Quasi obbligata e forzata all'inizio e sicuramente non ero nè felice, nè consapevole di ciò che avrei fatto. Non ero benestante ma non potevo lamentarmi. Questo al passato. A seguito di un evento economicamente destabilizzante, che mi ha lasciata praticamente senza un soldo, e alla morte di una persona fondamentale nella mia vita (una guida) ho iniziato a "scollocarmi" (senza saperlo) in diverse fasi: prima affettivamente-rendendomi consapevole che se inizi a gestire la tua vita in modo personale e originale sarai allontanato o ti allontanerai volontariamente da molte persone. Poi economicamente (ho un lavoro "itinerante" che mi dà modo di vivere ma senza superfluo). Poi mi sono sentita spesso isolata ed emarginata. Pausa. Incazzatura, disperazione, rabbia. Paura di diventare un homeless. Pausa. Respiro profondo. Richiesta interiore di collaborazione a cervello e cuore, a piedi, mani, braccia. Piano paino sto imparando a utilizzare le mie risorse. Risorse di fantasia, di collaborazione, di apertura, di cultura. Non è ancora un paradiso perchè spesso non si viene capiti nè appoggiati. Non so se è un caso, però ho notato che a poco a poco sto incontrando persone che hanno lo stesso vissuto, scelte e probabilmente destino. E' una forma di libertà che costa in termini di "abbandono" - certezze, denaro, superfluo, amicizie a volte vita sociale. Per non parlare delle parentele che fuggono perchè temono che tu gli chieda soldi; è giusto così... Ma "togliendo" (apparentemente) si diventa completi, unici. Il mio percoso è ancora all'inizio ma utilizzando le famose risorse che erano in un cassetto in solaio, ho scritto una sceneggiatura, messo in scena spettacoli teatrali, creo scenografie, insegno arte come terapia ad adulti e piccoli. Porto nella danza le persone con disabilità, anche non visibili... e questo ovunque, dove mi vogliono io ci sono. Non è il paradiso, ancora, ma qualsiasi cosa sia è mia. Non ho ancora avuto l'occasione di leggere i vostri libri ma lo farò. Grazie del tuo articolo, mi ha fatto capire che benchè si parta da punti differenti il luogo dove si arriva è uguale: ilr ecupero del proprio Sè. Un abbraccio, Costanza
Costanza, 24-08-2016 02:24

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