Sicurezza alimentare: più controlli e meno falsari del cibo

I falsari del cibo mirano al cuore dell’agricoltura italiana di qualità. Ci sono casi in cui l'alimento viene prodotto da materie prime più scadenti e spacciato per uno di alta qualità o per fresco. In altri casi sono utilizzati simboli e diciture che richiamano all’Italia o a un prodotto famoso ma che, invece, di italiano non hanno nulla.

Sicurezza alimentare: più controlli e meno falsari del cibo
La mano dei falsari del cibo continua a colpire le produzioni di qualità e tipiche certificate. Secondo i dati degli ultimi controlli svolti dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari sono 34 le tonnellate di conserve realizzate con falso pomodoro dop, 1,5 i prodotti da forno evocanti in etichetta il richiamo all’origine protetta nella sola provincia di Macerata. Inoltre, alcuni accertamenti sulla tracciabilità della filiera del formaggio gorgonzola, prodotto in un’azienda nella provincia di Bari, hanno evidenziato l’uso di un formaggio diverso da quello dichiarato sulla confezione. A Roma, poi, l'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti alimentari nel corso di un controllo presso un ristorante ha sequestrato oltre 100 litri di olio presentato come extravergine di oliva ma che, a seguito di esame organolettico, è risultato di qualità inferiore. Questi sono solo alcuni dei risultati dei controlli svolti negli ultimi giorni dagli organismi preposti al controllo e alla tutela della qualità e sicurezza agroalimentare e che evidenziano come siano sempre più frequenti le azioni di contraffazione e le frodi commerciali. Queste ultime alleggeriscono i portafogli dei consumatori, colpiscono i produttori onesti e destabilizzano il senso di fiducia dei consumatori. Fortunatamente, è anche vero, che sempre più mirate sono le attività ispettive e di controllo sull’intero sistema agroalimentare per tutte le categorie merceologiche. Si tratta di una conferma che arriva anche dall’ottava edizione di Italia a Tavola, il dossier del Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente. Nel rapporto si legge che nel 2010 i controlli sull'olio d'oliva (o addirittura lampante, quindi non commestibile) spacciato per extra vergine hanno portato allo scoperto un giro di 10 milioni di euro; dietro il sequestro di 100 ettolitri di vino di scarsa qualità venduto illecitamente come Amarone e Valpolicella Ripasso c'era un affare da 7 milioni di euro; mentre l'operazione sui prodotti Dop Igp ed Stg valeva 3,4 milioni di euro. “Numeri che sono solo la punta dell’iceberg – ci dice Silvia Biasotto, responsabile del dipartimento sicurezza alimentare del Mdc - di un fenomeno molto più ampio, ma che ci restituiscono una fotografia di ciò che accade quotidianamente. In ogni pagina del rapporto non si può non trovare un caso di falsificazione di un prodotto alimentare italiano. Ci sono casi in cui l'alimento viene prodotto da materie prime più scadenti e si parla di sofisticazione; quando, invece, vengono utilizzate etichette o simboli, colori o figure che ricordano la materia prima o un prodotto famoso in Italia, siamo di fronte al fenomeno dell'italian sounding". I controlli ci sono: oltre 400 mila controlli in tutta Italia hanno evitato che arrivassero sulle tavole oltre 35 milioni di chilogrammi di cibo. Bisogna però lavorare per rendere sempre più trasparente e completa l’etichetta d’origine dei prodotti, valorizzando al contempo le buone pratiche agricole.

Commenti

Visto che per uccidere volontariamente una persona o più non è garantito la galera che meritano, come possiamo pretendere una punizione giusta per fatti simili, per me chi manomette il cibo è paragonabile allo spacciatore che taglia malamente pur di guadagnare di più. Accettando anche la eventuale e possibile strage. Non mancano certo esempi da portare.
giuseppe, 22-02-2012 04:22

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