Val di Susa, le donne raccontano il movimento 'No Tav'

Nell'intervista che segue, Maria Chirio e Valery Francone del movimento 'No Tav', raccontano dell'impegno delle donne per salvare la valle ma anche della nascita di una nuova politica, inevitabilmente correlata ai movimenti in difesa della sostenibilità e dei beni comuni.

Val di Susa, le donne raccontano il movimento 'No Tav'
Il 27 giungo scorso il presidio No-Tav della Libera Repubblica della Maddalena viene sgombrato dalle forze dell’ordine. Una settimana dopo, il 3 luglio, il movimento contro la linea ad alta velocità Torino-Lione convoca una manifestazione nazionale. Decido di salire. Si viaggia da Roma con due Pullman, di notte. Alle 7 di mattina siamo a Susa e ciascuno sceglie come affrontare questa manifestazione, secondo la propria consapevolezza e misura, ma tentando di 'tenersi d’occhio' l’un l’altro per tutta la manifestazione, finché non si è sicuri di essere in salvo, perché eravamo consapevoli della tensione che avrebbe potuto caratterizzare questa giornata. Io scelgo di seguire il corteo istituzionale e di parlare con le donne: quelle della valle, le sindache, quelle venute da tutte le parti d’Italia per manifestare insieme a loro il 'No' al progetto della linea ad alta velocità. Parlo con chi capita in giro, chi mi ispira per una qualche peculiarità. Mi chiedono in molti da dove vengo e quando dico “Roma” spunta sempre un sorrisone, “grazie di essere venuta da così lontano!”. Io mi sento imbarazzata, io sono qui per noi tutti/e, la mia lotta è la loro lotta, non mi devono ringraziare! Ma forse io avrei fatto lo stesso. Nel fare questo, incontro fortuitamente una compagna di Roma, anche lei ha avuto la stessa idea, quella di raccogliere le voci delle donne che resistono. Con me però ci sono anche tutte le mie compagne, che da Roma organizzano pagine di informazione in tempo reale, che mi consigliano e mi seguono. Il corteo parte dal Forte di Exilles e si dirige verso Chiomonte, passando sotto l’autostrada, per metà occupata da giorni dalle forze dell’ordine inviate da un governo che si dà tre mesi di tempo, sufficienti secondo lui a far desistere un percorso politico lungo 22 anni. Il corteo è gioioso ma determinato, composto da sindaci, bambini, donne e uomini del movimento, ma anche da tutte e tutti quelli che per quel filo che unisce i vari movimenti sparsi per tutta Italia, o Europa, sono venuti dalla Toscana, da Napoli, dall’Abruzzo, da Vicenza (i No dal Molin), dalla Francia, dalla Svizzera. Reti consolidate dallo scambio umano e dalla condivisione di una politica altra, quella dal basso, che da anni si è attivata e che sta diventando via via sempre più presente, sempre più costante e incisiva. Reti di genti che condividono un percorso politico che si radica nella vita reale; dall’istruzione pubblica all’acqua bene comune, alle energie rinnovabili, fino ai tempi di vita sostenibili, la politica istituzionale finora non ha saputo dare una risposta, e proprio perché non ha parole da dare a questa gente desta risponde alle questioni sollevate come se si trattasse di ordine pubblico. Eppure malgrado le migliaia, milioni, di voci sparse nella rete internet, che sanno dire qualcosa di nuovo e di differente, ancora oggi, come nello scorso 15 dicembre, si parla di facinorosi "Black Bloc" interessati solo a far baruffa. Fa comodo perché così si sminuisce la rabbia di donne e uomini che da anni si battono per creare condizioni alternative a quelle della speculazione economica e capitalistica. Di questo ho domandato alle donne del movimento No-Tav. Alla fine del percorso della manifestazione ufficiale, e quindi a Chiomonte, ho incontrato nel parco della stazione Maria Chirio e Valery Francone. Qui sotto vi riporto i tratti più salienti dello scambio che ho avuto con loro, mentre un elicottero sorvolava la zona della valle in continuazione, e in lontananza udivamo delle esplosioni, sull’altra sponda della valle, dove si trova il presidio sgombrato del movimento No-Tav. Mi raccontate un po’ di storia del 'movimento femminile' delle No-Tav? Quali sono le ragioni? M. C. : Non saprei neanche da dove iniziare, perché è iniziato tutto spontaneamente. Sono andata alla prima manifestazione nel 1997, e da lì abbiamo seguito sempre il movimento. Ma sarei cauta a fare una distinzione tra il movimento delle donne e quello degli uomini. Non c’è una vera a propria distinzione, direi più tanta partecipazione femminile fin dall’inizio, ma non un vero e proprio movimento di donne. Solo ultimamente ci sono delle sciarpine con su scritto “donne del no-Tav”. V. F.: Su Internet e Facebook ultimamente ci sono delle pagine sulle donne No-Tav. In generale però direi che non si può parlare di un movimento femminile che si accosta a uno maschile, ma di cittadini e cittadine che collaborano insieme. Come si definisce secondo voi l’impegno delle donne nel movimento? Dove sono, cosa fanno? M. C.: Gli ultimi mesi che abbiamo passato alla Maddalena sono stati i più impegnativi, abbiamo cucinato dai 300 ai 500 pasti al giorno, ci siamo gestite in turni per evitare la dispersione e avere sempre delle responsabili della cucina che potessero avere sotto controllo tutto. Ma poi quel che c’è da fare si fa come per tutti gli altri. Per i ragazzi e le ragazze forse è più semplice stare dietro al presidio perché non hanno anche l’impegno della famiglia, o impegni lavorativi e possono ritagliarsi più tempo per la vita del presidio. Non penso che sia corretto parlare di più o meno motivazione, è anzi chiaro che ciascuno mette a disposizione tutto quello che può per poter essere presente e partecipe. V. F. : Ti racconto questo aneddoto, pochi giorni fa mia sorella ha partorito una bimba che ha voluto chiamare Amelie Maria Maddalena, perché per la gravidanza non era riuscita a essere abbastanza presente al presidio e in generale nel movimento, e ha voluto dare questo nome alla bimba in onore del movimento stesso. Che posizione avete rispetto alla violenza? V. F.: Penso che sia sempre meglio mantenere una modalità pacifica, ma non per questo meno ferma. M. C.: Non credo che sia nemmeno possibile fare una distinzione tra generazioni rispetto alla violenza. Per esempio le persone anziane, donne e uomini, sono le più determinate da questo punto di vista. Alla centrale ieri notte hanno messo del filo spinato e un anziano si è arrampicato e l’ha staccato con le pinze. Così tranquillamente, davanti alla polizia. E anche in questo momento nei boschi ci sono dei giovani, ma sicuramente anche delle persone meno giovani. In questo periodo di preparazione alla manifestazione so che hanno mandato circa 3000 agenti, li avete visti, avete interloquito con loro? V. F.: Poco, non si prestano a interloquire con noi. È girato un video in questi giorni di una donna No-Tav che si è messa davanti al blocco dei carabinieri a spiegare le sue ragioni No-Tav. Quello che è interessante è vedere le facce di questi carabinieri. Sono volti di ostilità. Che rapporto intrattenete come movimento con le istituzioni? M. C.: Adesso è buono, ma solo per le istituzioni locali. Ci sono delle assemblee con sindaci e amministratori. La loro vita si radica sul territorio e di conseguenza hanno la possibilità di rendersi conto delle ragioni del movimento. Alcuni sindaci sono andati anche a Palazzo Chigi a parlare, ma dal governo hanno rifiutato l’interlocuzione. Hanno preferito parlare con i sindaci di città che non hanno a che fare con la Valle e che appoggiano il progetto della TAV. Non ha senso il modo in cui stanno gestendo questa 'interlocuzione'. V. F.: Abbiamo per lo più contatti con l’amministrazione diretta, ma abbiamo avuto anche un incontro con un Europarlamentare o con il filosofo Gianni Vattimo. Ma sono stati degli incontri singoli, non c’è stata una vera e propria continuità di scambio. Il movimento cinque stelle invece si è dimostrato particolarmente sensibile alle ragioni delle e dei No-Tav. M. C.: È venuto anche l’attuale sindaco di Napoli, De Magistris. Per festeggiare la sua elezione a sindaco abbiamo messo dei palloncini arancioni al presidio. È un tipo di politica, quella che facciamo, che necessita di un contatto diretto. La cosa assurda è che non solo l’istituzione politica – quella lontana dal movimento – fa resistenza all’interlocuzione, ma anche la 'chiesa'. Avevamo tirato su, vicino al presidio, un luogo votivo e il vescovo ci ha impedito di andare a pregare. Abbiamo chiesto allora di andare nella Cattedrale di Susa a pregare, il parroco della cattedrale ha dato il permesso e il vescovo ce l’ha negato di nuovo. Abbiamo chiesto per un’altra chiesa di Susa e nemmeno per questa hanno acconsentito. Alla fine ci siamo trovati con i parroci davanti alla cattedrale con le porte chiuse, e abbiamo fatto la preghiera lì con le porte chiuse. A me facevano pena i parroci perché si trovano in una posizione isolata, noi siamo insieme. V. F.: nessuno si vuole prendere la responsabilità di schierarsi con la gente, e questo è molto grave, è indice del fatto che interagiscono dei poteri forti sul progetto No-Tav. Secondo voi questo movimento che cosa porta di nuovo nella politica? V. F.: Secondo me porta consapevolezza, la gente che pure non ha partecipato dall’inizio ha cominciato a interessarsi e ad appassionarsi. Ha allargato la partecipazione. Anche le manifestazioni che ci sono state a Roma, a Napoli, a Milano o in altre città d’Italia per appoggiare il movimento no Tav, hanno una rilevanza straordinaria. È la prima volta che sento che un movimento conduce a questa consapevolezza politica in tutta Italia, e questo fa sì che non sia solo un problema locale ma nazionale. Vedi dei legami con gli altri movimenti? Penso a quello per l’acqua bene comune, a quello contro il nucleare e per le energie rinnovabili, o per l’istruzione pubblica… V. F.: Assolutamente sì. Sono movimenti che hanno come scopo quello di non autodistruggersi, di rispettare la dignità umana. Mi sto accorgendo adesso di quello che sta accadendo in tutta Italia, ma va detto che l’informazione non fa uscire molto su questi movimenti, sono informazioni che bisogna andare a cercare meticolosamente. La mia generazione che ha vissuto la giovinezza negli anni Ottanta ha subito e assecondato una situazione priva di politica, senza fare domande. Questa occasione per me, anche se ho 40 anni e ho una famiglia, e quindi non ho il tempo che vorrei per dedicare attenzione al movimento, è fonte di vita, e penso che le nuove generazioni siano fortunate a vivere questo momento storico. Il femminismo ha dovuto combattere per raggiungere ciò che voleva e oggi anche noi stiamo combattendo e ci stiamo impegnando per quel che vogliamo. Forse sono ottimista, troppo, ma io non vedo il futuro nero. Per quello che vedo intorno a me non può essere così buio come qualcuno vorrebbe che fosse. Sono cambiate le relazioni tra chi abita nella Valle a partire da questo movimento? V. F.: Sicuramente di relazioni se ne sono strette tantissime, prima tra le cittadine della Valle, ma ultimamente con varie altre città. Delle ragazze che conosco hanno proprio un comitato e si organizzano con altre città, in delle reti. Hanno contatti sicuramente in tutta Italia. Dopo questa esperienza credo che sia fondamentale che un luogo abbia una capacità aggregativa. Spero che questo sia qualcosa di cui si possano rendere conto tutte le persone, non solo i giovani. L’attenzione all’aggregazione è la base per la politica, che intendo come vita, come quotidianità, come pensiero, e non quella istituzionale. Questa ricchezza ti dà anche la forza di guardare più in là del proprio orticello, di guardare alle differenze come arricchimento per ciascuno e per ciascuna. Da qualche tempo si organizzano delle serate per far conoscere le varie culture che attraversano questa Valle. Può sembrare una sciocchezza, ma per esempio assaggiando i loro cibi si incontrano culture differenti. Alle volte si arriva al paradosso che non sai nemmeno chi vive nel paese con te. A questo bisogna porre rimedio. Mi chiedo poi come si possa sempre andare a toccare l’istruzione che costituisce invece la base di ogni società capace di senso critico. Senza istruzione si è succubi di quello che viene comunicato dall’esterno.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.