Perché si deve andare in vacanza?

Tempo di esodi estivi. Le ferie e le conseguenti vacanze in Italia sono il contrario di intelligenti e organizzate. Invece di fare come in altri paesi che cercano di dividere i periodi di vacanza a seconda delle regioni o zone del paese per fare in modo che non ci si muova tutti contemporaneamente, noi ovviamente facciamo il contrario.

Perché si deve andare in vacanza?

E l’Italia, dunque, ad agosto chiude per ferie, a parte le località turistiche, soprattutto marine, che sono invece aperte per ferie.

Mi sono sempre chiesto perché gli italiani si riversino tutti assieme dalle città ai luoghi di vacanze per ritrovare lo stesso caos, lo stesso stress che si lascia in città. Di sicuro non è una vacanza rilassante quella che consiste nello stare ammassati sulle spiagge o ovunque sia, perché le ferie comandate lo impongono. Ma perché c’è bisogno di queste vacanze, che poi non lo sono veramente? Probabilmente perchè lo stesso mondo del lavoro è organizzato in maniera così disumana e stressante che poi ovviamente lo devono essere di conseguenza anche le vacanze. Dopo così tanto stress, fatica sembrerebbe anche legittimo che ci si prenda uno stacco; peccato che quasi mai questo stacco sia veramente rigenerativo come ci si aspetterebbe.

Ma chiediamoci, perché dobbiamo staccare? Staccare da cosa? Spesso il lavoro che si fa è alienante, non ci piace, ci stressa e quindi è inevitabile che ci si debba prendere la tanto agognata vacanza magari con la famiglia così da vederla almeno una volta l’anno insieme per qualche giorno di seguito. Ma se facessimo un lavoro che ci piace veramente, avremmo bisogno di vacanze? Un lavoro che ha senso per noi e per gli altri, che non ci stressa, ci dà soddisfazione e non vediamo come un incubo o una condanna, avrebbe anche tempi, spazi, possibilità di farci vivere anche altro oltre il lavoro così da non arrivare sempre sotto pressione e poi partecipare agli esodi pur di onorare il sacro rito della vacanza pur che sia. Con minori esigenze di spesa dettate dalla pubblicità e con il supporto di una comunità ritrovata, potremmo lavorare meno e quindi avere ogni giorno una “vacanza”.

Un lavoro per cui ci si sente sempre in vacanza è possibile e dà tutta un'altra prospettiva, al lavoro stesso, al tempo, alle relazioni. Ho visto molti esempi e persone che facevano un lavoro che amavano e che aveva un senso per loro e per gli altri e spesso non c’era in loro questa esigenza di fare parte del rito collettivo della vacanza istituzionalizzata.

Da quando molto tempo fa, con tutti i rischi e le difficoltà del caso, ho intrapreso una strada di autonomia e di autodeterminazione del lavoro, non ho mai desiderato fare una “vacanza” perché mi ritengo in vacanza tutti i giorni dell’anno, dato che il mio lavoro mi piace. Inoltre le ridotte esigenze di denaro determinate da scelte di sobrietà mi permettono di poter essere maggiormente libero nelle scelte e alla fine non lo identifico nemmeno più un lavoro per come siamo abituati a considerarlo ma semplicemente la considero vita e dalla vita non sento l’esigenza di andare in “vacanza”.

Quando e se sfortunatamente sarete imbottigliati nel traffico o ammassati sulle spiagge, provate ad iniziare a pensare di costruirvi un lavoro che possa darvi migliori prospettive ed esperienze personali e collettive che non siano quelle del caos e degli autogrill. Si può fare.

 

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Commenti

Non condivido per niente. Si va in vacanza per stare insieme ai propri cari, dunque chi ha figli o partner insegnante lo fa durante le vacanze scolastiche. Il clima estivo delle nostre città e pianure è tremendo, spesso viene emesso l'allerta per caldo; l'aria delle città è inquinata e quella delle polverose campagne estive stracarica di ioni positivi, mentre ci fanno bene gli ioni negativi del mare e delle cime tempestose. Certo si potrebbe cercare di spalmare meglio il periodo di vacanze tra metà giugno e metà settembre, ma gli italiani non sono i peggiori: in Scandinavia le settimane delle vacanze al mare o in montagna sono le stesse tre (quelle che terminano col primo fine settimana d'agosto) per la maggioranza della popolazione. Anche io ho fatto scelte di sobrietà e il lavoro non mi stressa, ma approfitto della salutare vacanza estiva in climi più freschi anche per accrescere le mie conoscenze naturalistiche e culturali e confrontarmi con visioni del mondo, usi e costumi diversi, il che induce a rimettere in discussione le proprie certezze
Ranieri, 13-09-2016 07:13
Condivido tutto. Il mio lavoro mi tiene impegnata sempre, si può dire, ma è molto bello e vario. Ogni giorno imparo e vedo qualcosa di nuovo. Ogni giorno mi sento bene per quello che faccio. Non ho mai sentito l'esigenza di andare in vacanza. Ci vado lo stesso per cambiare territorio ma non la sento come impellente esigenza. E questo è quello che sento e come vivo. I colleghi, però, e molti amici, mi dicono che sono folle. Che non stacco mai, che non mi diverto abbastanza. Cioè, per assurdo, mi sento giudicata da persone che in ferie vorrebbe andare ogni settimana. E che giudicano. A volte pure con un filo di invidia.
Paola, 24-08-2019 06:24

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