L'energia nucleare non è la risposta, ecco perché

Tra le principali argomentazioni riportate dai sostenitori dell'energia nucleare ci sono l'economicità, la sicurezza, l'indipendenza energetica, le emissioni zero. Di fatto, però, si tratta di caratteristiche tutt'altro che reali. Di seguito, il nostro esperto dell'Associazione Paea ci spiega tutti i motivi per cui il nucleare non è la risposta alla questione energetica.

L'energia nucleare non è la risposta, ecco perché
Non è abbondante Le circa 440 centrali nucleari in funzione nel mondo producono solo il 15% dell'energia elettrica consumata nel mondo. L'energia elettrica costituisce meno di 1/5 dei consumi energetici mondiali. Ne avremo per poco Secondo il rapporto Storm van Leeuwen-Smith ci sarà uranio ad alta concentrazione per 50 anni con i consumi attuali, se producessimo tutta l'energia elettrica del mondo con il nucleare la disponibilità si ridurrebbe a 10 anni (più o meno il tempo di costruzione di una nuova centrale) Non è economica lo sarebbe solo se ci si dimenticasse di ciò che succede prima e dopo la produzione di energia: dal ciclo di produzione del combustibile, alla costruzione e smantellamento della centrale, al confinamento delle scorie. Fuori dall'Italia, dove non ci sono stati referendum 'emotivi' contro il nucleare, nessun privato si è mai sognato di costruire centrali senza finanziamenti pubblici Non è ad emissioni zero Vedi punto precedente. È fuorviante non considerare cosa succede prima e dopo. Un esempio: l'impianto di arricchimento di uranio di Paducah, nel Kentucky, utilizza due centrali elettriche a carbone da 1000 MW. Non crea occupazione Tanti soldi pubblici nelle mani di pochi privati. L'impatto in termini di ricaduta occupazionale diffusa sul territorio avuto in questi anni da politiche di incentivazione del fotovoltaico e detrazioni fiscali per riqualificazioni energetiche è stato invece enorme. Non è sicura Per quanto basse possano essere le probabilità di disastri, nel caso in cui le conseguenze siano così gravi, imprevedibili e di vasta scala l'unico rischio accettabile dovrebbe essere il 'rischio zero'. Inoltre la sicurezza degli impianti è inversamente proporzionale alla loro economicità. Produce scorie radioattive che non sappiamo dove mettere In Italia non abbiamo ancora una collocazione definitiva per quelle prodotte dalle centrali dismesse 20 anni fa. Rischio proliferazione La stretta connessione tra nucleare militare e civile che in questi decenni ha sempre visto il primo trainare il secondo appare ancora più inquietante oggi, nel momento in cui nuove tecnologie sembrano rimuovere la barriera tra armi nucleari e convenzionali Non ci serve Investendo prima nel risparmio e nell'efficienza energetica potremo trovare le risorse per investire in un modo massiccio sulla produzione di energia dalle vere fonti rinnovabili distribuite sul territorio. Le tecnologie per farlo sono già disponibili sul mercato, ampiamente collaudate, senza rischi e controindicazioni.

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E' il momento di fare qualche riflessione, tornare a dare alle cose il loro giusto valore. Il mio pensiero è qui, clicca sull'URL (o copialo e incollalo su google o un altro motore di ricerca): http://www.youtube.com/user/donatomensi#p/u/0/gMYb64W5nH4 Ascolta e rifletti
donatomensi, 03-05-2011 06:03

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