Fotovoltaico senza silicio? Si può fare, parola dell'Università di Torino

Se il fotovoltaico si liberasse dal silicio sarebbe più economico e più ecologico. Su questo fronte si sta muovendo la ricerca di una squadra di chimici dell'Università di Torino che ha da poco presentato il prototipo di pannello fotovoltaico di ultima generazione: al posto del silicio materiale organico impregnato di coloranti fotosensibili. Una rivoluzione, considerando che la maggior parte dei pannelli in circolazione è realizzata con uno dei materiali più costosi e insostenibili.

Fotovoltaico senza silicio? Si può fare, parola dell'Università di Torino
Fotovoltaico senza silicio. Come il solare che funziona di notte sembra una contraddizione in termini e invece la scienza sta facendo progressi anche su questo fronte. Da un'idea di quattro ricercatori della facoltà di Chimica dell'Università di Torino, infatti, è stato messo a punto un prototipo di pannello fotovoltaico realizzato con materiali organici - quindi definiti ecocompatibili perché smaltibili - come l'argilla e i mirtilli. Un'innovazione, quella nata nei laboratori dell'Università di Torino, che nasce in realtà dalla tecnologia sperimentata dal chimico svizzero Michael Grätzel e che va sotto il nome di dye sensitized solar cells (celle solari al colorante sensibile). La sostanza che permette a questi pannelli di ricavare energia dal sole, infatti, è proprio una pasta composta di biossido di titanio e colorante organico sensibile alla luce. Un'emulazione di quanto avviene con la fotosintesi clorofilliana, spiegano i chimici dell'Università di Torino, e che consiste prevalentemente nella cattura della luce e nella trasformazione della stessa in energia elettrica. In pratica, grazie all'utilizzo di questi coloranti fotosensibili posizionati tra due lastre di vetro è possibile produrre energia elettrica tramite qualunque tipo di superficie e senza la necessaria esposizione diretta ai raggi solari, ma anche con luce diffusa. Questo lascia spazio a una serie di applicazioni adesso ancora inesplorate come l'installazione di tettucci fotovoltaici sulle automobili, tessuti capaci di ricaricare il cellulare, tende da campeggio in grado di ricaricare il portatile. Si tratta di opzioni che sono attualmente in fase sperimentale all'università di Torino. E adesso l'obiettivo è proprio quello di trovare un partner per la messa sul mercato dei dispositivi che entro un anno porti fuori dai laboratori universitari questa ultima generazione di pannelli. Intanto, c'è già qualcuno che ha scommesso su questa innovazione. Il Comune di Settimo Torinese ha deciso di testare per primo questa tecnologia acquisendone il controllo tramite la municipalizzata Pianeta e tra sei mesi sulle vetrate di un edificio pubblico del comune sarà installato un pannello fotovoltaico senza silicio. Va detto che per ora il sistema non può sostituire quello dei pannelli di silicio ma soltanto integrarlo. Se utilizzato su larga scala, però, questo pannello permetterebbe di risparmiare circa un terzo della spesa energetica domestica, oltre a risolvere in parte il problema dello smaltimento del silicio.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.