Il pipistrello orfano chiamato Divo, protagonista di un cortometraggio

Storia di un orfano di pipistrello è un documentario che racconta la storia di un piccolo chirottero recuperato dal Centro Recupero Fauna Selvatica della LIPU. Dall'allattamento allo svezzamento, dai primi voli alla libertà, il cortometraggio ci dispensa consigli utili per la tutela di questi piccolissimi mammiferi in via d'estinzione.

Il pipistrello orfano chiamato Divo, protagonista di un cortometraggio
Divo è stato un pipistrello doppiamente fortunato. Prima di tutto perché è stato trovato da una ragazza che, senza nessuna remora, l'ha raccolto e, dopo avergli offerto il primo soccorso, sostenuta telefonicamente dalla volontaria della LIPU, l'ha portato presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Roma; in secondo luogo, perché è diventato il protagonista assoluto di un meraviglioso documentario che si chiama Storia di un orfano di pipistrello. Già dal primo fotogramma il pubblico si innamora perdutamente del piccolo albolimbato caduto dal nido. Il cortometraggio è stato presentato il giorno 15 marzo alle ore 18.00 nella Sala Conferenze del Museo Civico di Zoologia dagli autori, la naturalista Alessandra Tomassini (volontaria del Centro Recupero della LIPU a Roma) e il giornalista Marco D'Amico (per la prima volta dietro ad una telecamera). Alla presentazione sono, inoltre, intervenuti Bruno Cignini, Direttore Promozione e Tutela qualità ambientale, Dip.to Ambiente di Roma e Francesca Manzia, responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma. Incentrato su un argomento mai trattato in altri documentari scientifici, Storia di un orfano di pipistrello nasce dalla personale e decennale esperienza come volontaria presso il centro LIPU fatta da Alessandra Tomassini che, insieme a Marco D’Amico, ha pensato di realizzare il cortometraggio (durata 25 minuti), per aiutare prima di tutto coloro che si imbattono in un piccolo chirottero caduto dal nido o ferito, in modo da sapere a chi rivolgersi e come comportarsi nella fase di primo soccorso. La seconda finalità è quella di far conoscere attraverso curiosità e consigli questi animali ancora poco conosciuti per sfatare leggende e tabù che li rendono vittime, poco amati e poco rispettati dalla maggior parte delle persone. Nella capitale sono presenti diverse specie di chirotteri: il Pipistrello albolimbato (che vediamo svolazzare intorno ai lampioni), quello di Savi e, nel quartiere africano (situato a Nord-Est di Roma), nell'interstizio tra due palazzi, la più grande colonia riproduttiva al mondo del Molosso di Cestoni, facilmente riconoscibile per le grandi orecchie diritte in avanti e per la coda fuori dal patagio. Non c'è da stupirsi dal momento che nel Comune di Roma - come afferma Bruno Cignini - ci sono circa 20 Aree Naturali Protette (oltre ai grandi parchi); a tutt'oggi è il primo comune agricolo d'Italia ed è tra le più grandi città agricole d'Europa. La ricchezza del territorio è rappresentata non solo dai suoi bellissimi monumenti, dai siti archeologici, ma anche dalla biodiversità presente nel suo paesaggio: oltre 1000 specie vegetali, 5000 specie di insetti e 150 specie di mammiferi, anfibi, rettili e uccelli. Il Centro Recupero Fauna Selvatica - che collabora con il Museo Civico di Zoologia, il Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, l'Università di Napoli, Federico II e ovviamente il Comune di Roma - ogni anno recupera circa 5000 animali, di cui il 10% (circa 500) sono pipistrelli feriti o caduti dal nido, spiega Francesca Manzia. Il record assoluto è stato raggiunto nel 2009 quando sono stati recuperati 552 esemplari in venti giorni. Le cause per cui tanti pipistrelli cadono a terra dal nido (il numero di esemplari giovani si aggira intorno ai 350 contro i 150 adulti feriti o comunque in difficoltà) sono ancora ignote, ma, essendo il numero di chirotteri recuperati ogni anno pressocché costante, la colonia non sembra essere in difficoltà. Il periodo di maggiore emergenza è giugno/luglio (coincide con la nascita dei pipistrelli); i piccoli recuperati dai volontari devono essere allattati giorno e notte (circa ogni ora) con un latte in polvere specifico, altrimenti rischiano di crescere rachitici e vengono alimentati utilizzando una tecnica innovativa - che sostituisce il vecchio metodo dell'agocannula - nata nel Bat World Sanctuary: una comune spugnetta per il trucco viene trasformata in un particolare ciuccio grazie al quale il piccolo chirottero diventa presto 'autonomo'. Il documentario mostra quanta energia e quanto tempo dedica il singolo volontario al piccolo di pipistrello nelle varie fasi della crescita, dall'allattamento, allo svezzamento, dai primi voli (che avvengono in una casetta di legno con tre finestre chiamata 'stanza del volo' nella quale sono state posizionate due batbox) fino alla liberazione pubblica, effettuata al Centro Habitat Mediterraneo gestito dalla LIPU di Ostia. Ricordiamoci che questi piccolissimi mammiferi sono in forte declino e rientrano nelle specie minacciate o in via di estinzione. L'Anno del Pipistrello terminerà a giugno 2012 e tutti noi possiamo contribuire alla conservazione di queste specie regalando ai pipistrelli rifugi artificiali chiamati Bat Box da installare nei nostri giardini o terrazze. Con tanta emozione posso dirvi che io ho acquistato la mia prima casetta per pipistrelli! Sto aspettando soltanto che si risveglino per vedere se un giorno si accorgeranno del piccolo rifugio sopra la mia terrazza. Non sempre le Bat Box vengono colonizzate dal primo anno ma io lo spero tanto, per vederli svolazzare nelle calde notti estive e rivivere le stesse emozioni che provavo da bambina quando li vedevo intorno ai lampioni di Via Acqua Bullicante! Ora però so che i pipistrelli non si attaccano al cuoio capelluto e non succhiano il sangue, come mi facevano credere gli adulti, i quali liberando la fantasia, inventavano strani aneddoti per impressionare i bambini affascinati da questi straordinari mammiferi.

Commenti

Sentiamo se lo vogliono adotttare? Città invasa da 250mila pipistrelli, allarme rabbia in Australia http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20120307_112520.shtml
Piero Iannelli, 25-03-2012 01:25
Pierooooooo!!! :) fortunatamente ha già trovato una casetta e un luogo bellissimo dove è stato liberato. I pipistrelli, come tutti gli altri mammiferi, possono trasmettere la rabbia ma a tutt'oggi non sono stati segnalati casi in Italia. Qualora si presentasse il problema, rischiano le persone che quotidianamente sono a contatto con i chirotteri, nel senso che li toccano, li catturano etc. quindi non si corre nessun pericolo ad ospitare una colonia di pipistrelli e a convivere con questi meravigliosi animali.
tamara mastroiaco, 26-03-2012 09:26

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