Labirinto d'Acque 2018 - Scienza, culture e storie d'acqua al Labirinto della Masone

Di tanto in tanto le Agenzie battono una notizia di prima grandezza: non siamo soli nell’Universo; su qualche corpo celeste è stata accertata la presenza di acqua; e, se c’è acqua, c’è, o potrebbe esserci, vita. Siamo figli dell’acqua; siamo noi stessi acqua. Facciamo tutti parte di una grande boccia brulicante di vita, che è l’Idrosfera. L’Idrosfera richiede grandi cure.

Gli uomini lo sanno da quando, alcuni millenni fa, fra Tigri ed Eufrate, Fiume Azzurro e Fiume Giallo, e nelle terre lungo il Nilo e l’Indo, diventò necessario assicurare la circolazione delle acque irrigue nelle ragnatele di canali scavati di fresco. Era necessario che quei canali non s’interrassero, e a ogni guardiano o funzionario toccava un tratto da sorvegliare. Sino a quel momento gli uomini avevano trascorso gran parte del loro tempo vivendo di caccia e raccolta spontanea, improvvisamente diventarono necessarie nuove forme di assiduità, attenzione e responsabilità. La Civiltà era nata.

Oggi, quando apriamo i rubinetti di casa nostra e vediamo sgorgare acqua limpida, buona da bere, non pensiamo certo a quanta attenzione e competenza accumulata nel tempo siano stati, e siano, necessari perché il ‘miracolo’ avvenga. Un tempo gli acquedotti ornavano il paesaggio con l’eleganza dei loro archi; oggi gli impianti idraulici sono in gran parte un labirinto sotterraneo invisibile; e anche quando sono ‘a vista’, come i bacini di depurazione o di potabilizzazione delle acque reflue, nessuno li guarda, salvo gli addetti. L’acqua, tanto preziosa quanto minacciata dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici potrà essere salvaguardata prima di tutto con la cultura.