Gli animali di Fukushima, le 'altre' vittime del disastro

In seguito al disastro nucleare avvenuto l'11 marzo scorso, migliaia di persone, come disposto dal Governo, abbandonarono le loro case situate in un raggio di 20 chilometri dalla centrale di Fukushima. In quella zona sono rimasti i loro animali, le 'altre' vittime del disastro.

Gli animali di Fukushima, le 'altre' vittime del disastro
Quando l'11 marzo scorso è avvenuto il peggior disastro nucleare dai tempi di Chernobyl, le autorità giapponesi hanno disposto l'evacuazione dei residenti nel raggio di 20 chilometri dalla disastrata centrale di Fukushima, colpita dal devastante terremoto/tsunami che ha messo in ginocchio il Giappone. 78.000 Persone il 12 marzo lasciarono quella zona, credendo che vi sarebbero tornate pochi giorni dopo. Abbandonando le loro abitazioni, migliaia di persone hanno però lasciato in quell'area contaminata i cani nei cortili, i gatti nelle case e il bestiame rinchiuso nelle stalle. Quel che resta di loro, a distanza di quasi un anno, sono le carcasse sparse sul territorio. A ricordare le 'altre' vittime del disastro è un reportage della CNN dal titolo Gli animali di Fukushima abbandonati e lasciati morire. “È vergognoso” - riferisce all'emittente statunitense Yasunori Hoso di United Kennel Club in Giappone. “A partire dall'inizio del disastro abbiamo continuato a chiedere al governo di salvare questi animali. Ci deve essere stato un modo per salvare le persone e gli animali, allo stesso tempo dopo il disastro nucleare a Fukushima”. Lo scorso dicembre, il governo giapponese ha permesso al alcuni gruppi per i diritti degli animali, come UKC Giappone, di entrare nella zona di esclusione in soccorso agli animali sopravvissuti. Questi ultimi - 250 cani e 100 gatti – risiedono ora presso il rifugio UKC Giappone, nei pressi di Tokyo. Eppure, non tutti gli animali abbandonati nei dintorni di Fukushima sono andati incontro alla morte. A prendersi cura degli animali rimasti nell'area contaminata è stato Naoto Matsumura, che ha deciso di non rispettare l'ordine di evacuazione e, malgrado quanto stabilito dal governo, non si è allontanato da Tomioka, distante 16 chilometri dalla disastrata centrale. Proprio dal desiderio di continuare a nutrire gli animali della sua fattoria è scaturita la ribellione dell'agricoltore di 52 anni al piano di evacuazione predisposto dalle autorità. Matsumura vive senza elettricità e prende l'acqua da un pozzo nelle vicinanze. Scivola fuori dalla zona di esclusione soltanto per procurare il cibo e poi vi ritorna per alimentare il maggior numero di animali che può. Secondo Matsumura il governo e la Tepco non stanno facendo abbastanza per le vittime dell'incidente nucleare. In particolare, l'agricoltore chiede che vengano accelerati i lavori di bonifica dell'area contaminata: Matsumura ritiene che, se i lavori continueranno con questi ritmi, non potrà mai vedere ritornare la gente di Tomioka. “Vedete che cosa può succedere negli Stati Uniti, in Russia e in Giappone. Questo è il terzo incidente nucleare, la terza volta che qualcosa creata da noi finisce per farci male. È la terza volta, ma non abbiamo ancora imparato la lezione”. Come rivelato dai test eseguiti, il corpo di Matsumura è completamente contaminato eppure, come unico cittadino di Tomioka, intende restare per tener d'occhio l'operato del Governo. “Dobbiamo bonificare questa zona, altrimenti questa città morirà. Resterò per assicurarmi che venga fatto. Voglio morire nella mia città”.

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