Exxon Mobil: il colosso petrolifero 'sconfitto' da una biologa italiana

Responsabile di un grave caso di inquinamento del suolo e delle falde acquifere, la Exxon Mobil è stata recentemente condannata a corrispondere un risarcimento miliardario. Questo è stato possibile grazie al lavoro di ricerca e alla fondamentale testimonianza in sede legale di una biologa italiana.

Exxon Mobil: il colosso petrolifero 'sconfitto' da una biologa italiana
Siamo a Jacksonville, nel Maryland, e sono i primi mesi del 2006. Dalla cisterna di una stazione di servizio della Exxon vengono scaricati nel terreno circa centomila litri di benzina verde. Inizialmente si parla di incidente, ma col passare del tempo comincia a crescere il sospetto che la fuoriuscita sia dolosa, dovuta alla negligenza della compagnia americana che, pur sapendo della falla ed essendo consapevole del rischio di fuga del carburante, non è intervenuta per riparare il danno. Il liquido, diffusosi nel terreno circostante, ha inquinato le falde acquifere da cui dipendono molti pozzi privati della zona e una parte del rifornimento di acqua pubblica. In particolare, sotto accusa è finito il metil-ter-butil etere – o più semplicemente MTBE –, un etere con cui viene additivata la benzina per ottimizzarne gli ottani al posto del piombo tetraetile e del benzene, già classificati come cancerogeni. In realtà, se inizialmente le controindicazioni del MTBE si limitavano a effetti negativi su odore e sapore dell’acqua, oggi è sempre più accreditata la tesi che attribuisce gravi effetti negativi anche a questa sostanza, che sarebbe responsabile in particolare dell’insorgenza di linfomi, leucemie e tumori al testicolo. Dopo il fatto del 2006, nella Contea di Baltimora è partita una class action nei confronti della Exxon – che, lo ricordiamo, è già sotto accusa per gravi violazioni in materia di ambiente e diritti umani in Indonesia, Angola, Sudan e altri paesi – condotta dallo studio legale di Peter G. Angelos e finalizzata all’ottenimento di un risarcimento per sopperire ai costi vivi di ripristino dei danni, alla svalutazione degli immobili e alla riduzione del volume d’affari. Oltre naturalmente ai rischi non ancora monetizzabili di natura biologica e sanitaria. Tutta questa faccenda sembra tanto grave quanto lontana da noi, ma c’è in realtà un aspetto, o meglio una persona, che ci lega a doppio filo con i fatti di Jacksonville. Si tratta della dottoressa Fiorella Belpoggi, biologa e ricercatrice presso l’Istituto Ramazzini di Bentivoglio, in provincia di Bologna. La dottoressa Belpoggi è direttrice del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, organo dell’istituto bolognese, e ha avuto un ruolo chiave nell’affare Exxon. È stata infatti il 'supertestimone' la cui deposizione ha permesso la recente condanna del colosso petrolifero americano, a cui è stato imposto un pesante risarcimento pari a circa un miliardo e mezzo di dollari, dovuto principalmente al grave rischio che i membri delle famiglie rimborsate corrono di ammalarsi di cancro. Intervenendo in questa vicenda, la dottoressa Belpoggi ha dimostrato non solo una competenza tecnica e scientifica di livello internazionale, ma anche grande fedeltà ai propri principi morali, etici e deontologici, resistendo ai pesanti attacchi che la difesa Exxon le ha rivolto cercando di screditare il lavoro suo e dell’equipe dell’Istituto Ramazzini. Dopo questo parziale lieto fine – dico parziale perché, al di là del fatto che per una volta i colpevoli hanno pagato, il grave danno ambientale e biologico è stato comunque perpetrato –, la dottoressa ha espresso la sua posizione attraverso una lettera aperta. “La consapevolezza che mi accompagna quotidianamente – spiega Fiorella Belpoggi –, di non avere alcun tipo di conflitto di interesse durante lo svolgimento di una ricerca, ricerca che riguarda sempre e solo la dimostrazione scientifica della verità, mi ha fatto sostenere la non facile prova della deposizione con molta sicurezza e serenità; per tutto questo sono molto grata a coloro che in questi anni ci sono stati vicini per garantire la nostra indipendenza: istituzioni pubbliche, imprenditori, fondazioni bancarie e non, liberi cittadini, primi fra tutti i nostri soci”. Le ultime righe suonano come la celebrazione di una grande vittoria della gente e l’esortazione a rinnovare la lotta con speranza e rinnovata fiducia: “La Exxon Mobil è stata considerata colpevole, i cittadini hanno vinto! Probabilmente la sentenza costituirà una base per evitare che episodi come questo accadano ancora. Grazie ancora una volta a tutti coloro che ci sono vicini per averci consentito di lavorare come pochi possono fare, cioè liberi. Grazie anche da parte dei cittadini americani di Jacksonville!”. Non possiamo che ringraziare, condividere e rilanciare.

Commenti

Einstain sosteneva che oggi l'obiettività e imparzialità della scienza erano merce assai rara. E rarissima in Italia, aggiungo io. E' quindi una grata sorpresa la notizia riportata da 'Il Cambiamento'. Speriamo che sproni gli indecisi.
carlo carlucci, 15-10-2011 10:15

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