Fukushima come Three Mile Island. Giappone in silenzio a una settimana dalla catastrofe

L'incidente di Fukushima grave come quello di Three Mile Island, il livello di gravità è salito al quinto grado della scala Ines. Tecnici in una corsa contro il tempo per evitare il peggio, e all'orizzonte spunta l'opzione 'sarcofago di cemento'. Oggi giapponesi in silenzio per un minuto a una settimana dal disastro del terremoto.

Fukushima come Three Mile Island. Giappone in silenzio a una settimana dalla catastrofe
Un minuto di silenzio alle 14.46 ora locale, 6.46 italiane, la stessa della scossa di 8.9 gradi della scala Richter che venerdì scorso ha squassato un paese. Così, in silenzio più del solito, oggi ci compare il Giappone sulle pagine dei quotidiani internazionali, mentre sale a 17 mila il bilancio ufficiale di morti, feriti e dispersi (nettamente superiore alle iniziali previsioni di 10 mila) e la situazione nucleare precipita. Una tragedia nella tragedia che ha impedito al governo di reagire alla catastrofe naturale, con l'efficienza che l'evento avrebbe richiesto. I reattori di Fukushima: una "corsa contro il tempo" Il cielo di Fukushima continua ad essere popolato di nubi dense di fumo bianco che esce dai reattori della centrale nucleare su cui il mondo intero tiene gli occhi puntati. Per tutta la giornata di ieri per il raffreddamento dei reattori sono stati impiegati circa venti camion dei pompieri muniti di cannoni ad acqua, e stamattina sono ripresi gli scarichi d'acqua sul reattore 3, quello ritenuto più pericoloso, perché alimentato con una miscela combustibile di plutonio e uranio che va sotto il nome di mox ed è particolarmente radioattiva. I tecnici stanno anche cercando di riavviare l'erogazione di energia elettrica per rimettere in modo le pompe d'acqua necessarie a raffreddare gli impianti. Ma le operazioni in corso a Fukushima per arginare la catastrofe nucleare sono una vera e propria "corsa contro il tempo". A definirle così è stato il capo dell'Agenzia Internazione per l'Energia Atomica (Aiea), Yukiya Amano, che è arrivato oggi in Giappone per farsi un'idea di persona della gravità della situazione, anche se non si recherà direttamente a Fukushima ma delegherà a un'equipe di esperti Aiea la valutazione sul sito. Sale livello di gravità del disastro nucleare Intanto, il livello di gravità dell'incidente nucleare di Fukushima è salito dal quarto al quinto livello della scala Ines (utilizzata per misurare l'importanza degli incidenti nucleari) raggiungendo quindi il livello dell'incidente di Three Mile Island, avvenuto nel 1979, mentre quello di Chernobyl è considerato di livello 7. La valutazione è stata fatta dall'Agenzia nucleare giapponese, dopo la decisione della Nisa, la Nuclear and Industrial Safety Agency, di equiparare l'incidente giapponese a quello della Pennsylvania. All'orizzonte un sarcofago di cemento Ma non è tutto. All'orizzonte spunta la 'soluzione Chernobyl' che sarebbe stata proposta direttamente dai tecnici della Tepco, la società elettrica che gestisce gli impianti di Fukushima, e che consisterebbe nel rinchiudere i reattori danneggiati in un sarcofago di cemento armato da seppellire poi. La stessa soluzione fu adottata dopo il disastro di Chernobyl dell'86, in Ucraina. Certo, per ora, fa sapere anche l'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, priorità indiscussa resta il raffreddamento dei reattori. E intanto è da fonti italiane in contatto diretto con la Tepco e dall'Agenzia nazionale giapponese per la sicurezza nucleare che arriva la notizia della parziale fusione del nocciolo nei reattori 1, 2 e 3 della centrale 1 di Fukushima. Il governo giapponese dice la verità? Si incrina nel frattempo la fiducia internazionale, ma anche degli stessi giapponesi, nei confronti della modalità con cui il governo del Giappone sta gestendo le informazioni relative all'incidente nucleare. Quello che continua ad emergere è l'incongruenza tra la valutazione locale dell'incidente e la valutazione che dello stesso ne fanno invece gli Stati Uniti o altri Paesi. Per esempio, il Pentagono ha consigliato di evacuare l'area di 80 chilometri attorno a Fukushima, mentre il governo giapponese si è limitato ad evacuare l'area entro 30 chilometri. Ma non solo, a quella che da più parti è percepita come una carenza di informazioni precise - a richiederle è stata l'Aiea che vuole "maggiori dettagli", e anche l'Ue che ha appena ricevuto dal Giappone un report sulla situazione nucleare - si aggiunge la sensazione della minimizzazione del danno. Forse per proteggere la compagnia che gestisce la centrale di Fukushima, la Tepco, sulla quale solo pochi giorni fa Greenpeace ha diffuso una serie di significative rivelazioni? Non stentiamo a credere che possa essere davvero così. A Tokyo ansia da blackout Alla paura delle radiazioni a Tokyo se ne aggiunge un'altra, quella del blackout incontrollato e di grandi dimensioni che potrebbe provocare disagi gravi alla metropoli. Dopo la notizia arrivata ieri da parte del ministro dell'Economia giapponese, Banri Kaieda, che la domanda di energia elettrica aveva quasi raggiunto il massimo della capacita della Tokyo Electric Power, i negozi sono stati presi d'assalto. Finora però, non c'è stato ancora alcun blackout. VAI AL DOSSIER SUL TERREMOTO GIAPPONESE E GLI INCIDENTI NUCLEARI

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