Ilva: in migliaia alla manifestazione di Taranto

Migliaia di cittadini hanno partecipato ieri a Taranto alla manifestazione organizzata contro l'inquinamento provocato dall'Ilva e in vista dell'udienza della Corte Costituzionale sui ricorsi contro la legge 231/2012 che consente all'azienda di continuare a produrre.

Ilva: in migliaia alla manifestazione di Taranto
Quando un dramma italiano non sembra avere mai fine. Ieri, domenica 7 aprile, migliaia di abitanti di Taranto si sono incontrati per partecipare alla manifestazione cittadina indetta dal Comitato 7 aprile, che riunisce una ventina di realtà associative ambientaliste e semplici cittadini. Il corteo, diretto verso una piazza Vittoria disseminata di sagome cartonate “rappresentanti” i morti per inquinamento, è stato organizzato anche in vista dell'udienza della Corte Costituzionale di domani, sui ricorsi contro la legge 231/2012 che consente all'Ilva di continuare a mantenere gli impianti accesi e di continuare quindi a produrre. Tra le persone che si sono alternate sul palco allestito nella piazza, hanno speso qualche parola Fabio Matacchiera, presidente del 'Fondo Antidiossina Onlus', Fabio Matacchiera e Marcello Bellacicco, un medico neurologo della Asl di Taranto. L’invito rivolto dai due e da tutto il comitato organizzatore alla cittadinanza, è di votare 'sì' al referendum consultivo di domenica 14 aprile, che mira alla chiusura totale o parziale dell'area a caldo dello stabilimento Ilva tarantino. Nel corteo c’è chi come Gennaro Viesti, primario pneumologo della casa di cura Villa Verde di Taranto, non utilizza mezzi termini: “La situazione è drammatica. Non c'è giorno in cui non faccio una diagnosi di tumore”. “Voglio lanciare”, dichiara all’Ansa “un grido di allarme per tutte le malattie respiratorie che a Taranto sono le uniche in aumento. Sono un costo non solo per le famiglie ma anche per la società”. Nel corso della giornata, il comitato ambientalista Legamjonici annuncia di aver depositato presso la Procura di Taranto un esposto-denuncia per il presunto mancato rispetto della normativa Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) e la “omessa applicazione dell'articolo 29-decies del D.lgs. 128/2010, che costituisce il recepimento della direttiva comunitaria sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento”. I sottoscrittori, rivolgendosi all’Ilva, al Ministero e al Ministro dell’Ambiente e al Ministero della Salute: “chiedono che l'autorità giudiziaria proceda nei confronti dei soggetti sopra menzionati, nonché di tutti gli altri che eventualmente dovessero risultare responsabili con particolare riferimento a fatti, azioni e omissioni in danno della salute pubblica”. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SULL'ILVA

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