Falda inquinata a Milano, sequestrata area utile per l'Expo

Diossine e altre sostanze tossiche riscontrate nella falda acquifera, a Milano la procura ha disposto il sequestro di una vasta area ad ovest della città, in zona Bisceglie. L’area rientrava in un progetto di riqualificazione in vista dell’Expo 2015. Gli inquirenti parlano della realizzazione di un "paradiso sull’immondizia".

Falda inquinata a Milano, sequestrata area utile per l'Expo
Sequestrata dalla Procura di Milano un’area di 300.000 mq per irregolarità nelle bonifiche autorizzate dal Comune e per la presenza di diossina e metalli tossici riscontrati nella falda acquifera. "C'era un problema grave e urgente per la salute pubblica e per questo siamo intervenuti", ha spiegato il procuratore aggiunto Alfredo Robledo che insieme al pm Paola Pirotta ha firmato il decreto nel quale si parla di una falda inquinata, di rifiuti e di sostanze cancerogene. L’area sottoposta a sequestro si trova in zona Bisceglie (nella periferia ovest di Milano) e recentemente era stata indicata dall'amministrazione comunale per ospitare un progetto di riqualificazione dei parchi a ovest della città in vista dell'Expo del 2015. La società che si occupa della gestione dell'Esposizione Universale, Expo 2015 spa, non risulta comunque coinvolta. Ad essere indagati sono i proprietari dei terreni per i quali si ipotizzano i reati di avvelenamento delle acque, omessa bonifica e gestione illegittima di discarica. Fra gli indagati anche alcuni funzionari pubblici che hanno concesso una bonifica che, considerata la tossicità delle sostanze presenti, non poteva essere effettuata nel modo in cui invece è stata autorizzata e che comunque, stando alle indagini, non è stata mai fatta. L’autorizzazione alla bonifica dell’area era stata concessa alle società Acqua Pia Antica Marcia (del gruppo presieduto da Francesco Bellavista Caltagirone) e Torri Parchi di Bisceglie poi diventata Residenze di Bisceglie (gruppo Mangiarotti). A eseguire i lavori erano le aziende Emme spa e Arcadis set srl. Secondo la procura la bonifica non è stata eseguita perché sarebbe costata 165 milioni di euro (700 euro al metro quadro), molto di più del valore dell’area che si aggira sui 120 euro al metro quadro. In base al progetto nell’area avrebbero dovuto essere realizzati 2600 alloggi, un centro per giovani e anziani, una struttura sanitaria per disabili ed un centro polisportivo. In zona Bisceglie, nell’area sequestrata è presente l'ex cava di Geregnano, attiva fra gli anni Trenta e Cinquanta e poi adibita a discarica fino agli anni Ottanta. Il Comune di Milano, nel 2007, ha approvato un piano integrato di intervento per riqualificare la zona e nel 2009 ha autorizzato la bonifica. Secondo il pm Paola Pirotta, titolare dell’inchiesta, l’ex cava Geregnano sarebbe stata utilizzata per anni come discarica e tuttora continua a nascondere una montagna di veleni. Gli inquirenti parlano della realizzazione di un "paradiso sull’immondizia". Un paradiso che, considerato il sequestro dell’area, può attendere.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.