Trivelle, Italia a rischio infrazione europea

Referendum trivelle: la norma sulle concessioni a vita finisce in Commissione Europea con un'interrogazione dell'europarlamentare Barbara Spinelli. Il coordinamento nazionale No Triv commenta: "Italia a rischio infrazione". Intanto domenica 17 aprile votare sì al referendum aiuterà a fermare le trivelle.

Trivelle, Italia a rischio infrazione europea

L’articolo della Legge di Stabilità che consente alle compagnie petrolifere di protrarre la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa «per la durata di vita utile del giacimento», potrebbe essere illegittimo. L’Italia rischia una potenziale infrazione che elude le regole del diritto UE sulla libera concorrenza. E’ quello che sostiene l’interrogazione inviata alla Commissione europea dall’europarlamentare, Barbara Spinelli.

«Tale norma è sospetta di illegittimità, poiché una durata a tempo indeterminato delle concessioni violerebbe le regole del diritto UE sulla libera concorrenza e in quanto l'Italia non ha rispettato i propri obblighi, sanciti dalla stessa Convenzione, di consentire la partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia ambientale nell'adozione della disposizione in esame», sii legge nell’interrogazione presentata ieri.

In pratica si chiede di valutare se tale disposizione violi «la Convenzione di Aarhus e la direttiva 94/22/CE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e se intenda promuovere una procedura di infrazione contro l'Italia e se, in ogni caso, intenda esortare il governo italiano a modificare tale comma».

«Tale articolo, come è noto,  è oggetto del quesito referendario per il quale gli italiani sono chiamati ad esprimersi la prossima domenica con un referendum popolare.Ora questa interrogazione fa emergere l’illegittimità della norma oggetto di Referendum, sottolineando ulteriormente quanto la politica governativa sia fortemente sbilanciata a favore degli interessi delle compagnie petrolifere, mentre si dimostra per nulla incline a massimizzare l’interesse pubblico e dei cittadini», commenta Barbara Radich del Coordinamento Nazionale No Triv.

Gli italiani potranno esprimere il proprio dissenso da un tale utilizzo del bene comune e pubblico, recandosi a votare e votando SI’ per l’abrogazione di una norma che, qualora l’infrazione venisse, come probabile, confermata, comporterà una pesante sanzione economica che ricadrà, ancora una volta, sulle tasche dei cittadini.

Domenica 17 aprile si vota per il referendum: un sì per fermare le trivelle!

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Ecco il testo del quesito:

«Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

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