L’arroganza della medicina preventiva

La medicina preventiva è arrogante quando dice, senza permettere discussioni, a una persona senza alcun sintomo cosa fare per rimanere, appunto, sana. E attacca chiunque osa avanzare dubbi. Lo dichiara David Sackett e il British Medical Journal lo pubblica.

L’arroganza della medicina preventiva

Un recente articolo del British Medical Journal a proposito del consenso informato (1) cita un commento di David Sackett pubblicato sulla rivista dell’Associazione Medica Canadese nel 2002 (2) nel quale si evidenziano alcune interessanti osservazioni sulla medicina preventiva. Secondo Sackett, la medicina preventiva presenta tre elementi di “arroganza”:

1. è aggressivamente assertiva quando si presenta ad individui senza alcun sintomo dicendo cosa devono fare per rimanere sani;

2. è presuntuosa nella ferma convinzione che in ogni caso prevenire è meglio che curare;

3. è dispotica quando attacca chiunque osi porre dei dubbi.

Le stesse tre accuse potrebbero essere rivolte alla medicina curativa con una sostanziale differenza, però. In questo caso il medico ha (o dovrebbe avere) un approccio meno assertivo in quanto sa di promettere qualcosa che non si avvererà necessariamente, nonostante sia stato validato dalle evidenze (RCT). Lo screening viene invece presentato come la scelta migliore, nonostante non esistano evidenze da RCT (e nemmeno da revisioni sistematiche di RCT). In genere si afferma che “è stato provato essere di utilità per la salute” spesso con una campagna aggressiva quando non minacciosa. Pensare che esistano evidenze “assiomatiche”, ancorché “provate”, ha portato a veri e propri disastri, quali somministrare ossigeno ai neonati prematuri (fibroplasia retrolentale), o farli dormire a pancia in giù (SIDS), o proporre il trattamento ormonale in menopausa (aumento del rischio cardiovascolare). In quest’ultimo caso c’è stata anche l’aggravante di aver millantato per profitto vantaggi non provati, senza considerare i danni. Questi ultimi sarebbero poi stati evidenziati in modo incontrovertibile dallo studio Women’s Health Initiative.(3) Nel frattempo qualche migliaio di donne, in nome della prevenzione, avevano sperimentato sulla loro pelle eventi coronarici, accidenti cerebrovascolari, malattia tromboembolica e cancro invasivo alla mammella. Ancora nel 1997, dopo la pubblicazione di una revisione sistematica di 23 RCT, che mostrava non esserci alcun vantaggio sul rischio cardiovascolare, un noto editorialista scriveva sul BMJ che “per quanto mi riguarda continuerò a suggerirla alle mie pazienti.” La medicina preventiva è troppo importante per essere lasciata a personaggi arroganti.

A cura di Giovanni Peronato per il gruppo NoGraziePagoIo

1. Johansson M, Jørgensen KJ, Getz L, Moynihan R. “Informed choice” in a time of too much medicine: no panacea for ethical difficulties. BMJ 2016;353:i2230

2. Sackett DL. Hormone replacement therapy The arrogance of preventive medicine. CMAJ 2002;167:363-4

3. Rossouw JE et al. Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results From the Women's Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2002;288:321-3

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