Ecologisti e civici: le primarie per il nuovo simbolo

Dopo la convention dello scorso maggio è il momento, per la nascente rete di 'Ecologisti e civici', di scegliere un simbolo che la rappresenti. Per farlo sono state indette delle primarie in cui ognuno potrà esprimere la propria preferenza. Questo metodo decisionale dal basso dovrebbe diventare il modus operandi del nuovo soggetto, che vuole tenere unite le varie realtà in lotta sui territori.

Ecologisti e civici: le primarie per il nuovo simbolo
Nel maggio scorso, una due giorni romana aveva posto le fondamenta per la nascita di una nuova realtà politica, che si riprometteva di tenere assieme la tradizione di un partito di lunga data come quello dei Verdi, l'entusiasmo della rete di cittadini e attivisti nata attorno al sito internet Abbiamo un sogno, l'esperienza sui territori dei Sindaci della Buona Amministrazione e la voglia di cambiamento della Costituente ecologista. Sono passati circa cinque mesi da allora, e adesso è tempo di scegliere un simbolo ed un nome per la neonata realtà. Per farlo è stato deciso di realizzare una sorta di elezioni primarie. In concorso ci sono i quattro simboli, presentati ciascuno degli altrettanti soggetti promotori del percorso di "Ecologisti e civici" che abbiamo elencato qui sopra. Le votazioni dureranno due giorni, il 29 e 30 ottobre. Sarà possibile votare in alcuni seggi, ai gazebo in piazza, via fax e persino online, sul sito degli 'Ecologisti e civici', sul quale compare anche la mappa completa dei seggi e vengono spiegate le modalità di votazione. "È un processo di fondamentale importanza - ci spiega Michele Dotti, ideatore assieme a Marco Boschini del sito Abbiamo un Sogno -, è la prima volta che si sceglie il simbolo di un nuovo soggetto politico attraverso un processo partecipativo". La novità, però, non sta solo nel simbolo. "Il simbolo non è che un esempio - continua Dotti -, ovviamente il processo democratico innescato non si riduce soltanto a quello. Vogliamo mantenere questa modalità di partecipazione dal basso come modus operandi per questa nascente rete". Perché di una rete, più che di un partito o di un movimento, si tratta. "Una rete che deve servire a tenere unite tutte le realtà che a vario titolo si impegnano in lotte ecologiche e civiche: i movimenti pacifisti, i comuni virtuosi, i movimenti sul cibo e sulla salute. Tutte realtà che rischiano di disperdere le loro forze se non si uniscono". "La frammentazione è il rischio più grosso che corrono le centinaia di realtà che compongono il panorama ecologista italiano. Dobbiamo stare uniti, è questa la chiave che ha permesso a movimenti simili al nostro di affermarsi in vari paesi d'Europa". L'unico dubbio che viene, ad osservare i simboli presentati alle primarie, è dovuto al fatto che tutti, qualcuno più qualcuno meno, hanno un richiamo forte al partito dei Verdi. "Noi ne siamo consapevoli - conclude Dotti - e stiamo cercando in ogni modo di conservare la ricchezza e la spontaneità di tutte le realtà piccole e locali, con tutta la loro complessità e freschezza". Si tratta di un progetto delicato e non esente da rischi. Primo fra tutti quello di perdere per strada la complessità e la freschezza dei movimenti territoriali e diventare - o almeno essere percepiti come - l'ennesima riedizione del partito dei Verdi. Non è facile mantenere la ricchezza e la spontaneità delle realtà piccole e locali all'interno delle istituzioni tradizionali, per loro natura schematiche e tendenti alla semplificazione. Proprio dalla risposta che verrà data a questo interrogativo dipende in buona parte la riuscita dell'ambizioso progetto della rete ambientalista e civica.

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