A proposito dell'inceneritore di HERA a Forlì

Pubblichiamo la lettera dell'ISDE che fa seguito alle rassicurazioni, diffuse di recente, relative all'impatto ambientale e sulla salute umana dell'inceneritore di rifiuti di HERA a Forlì.

A proposito dell'inceneritore di HERA a Forlì
Gentile Direttore, dopo la comunicazione del ritrovamento di diossine in quantità oltre i limiti in polli, uova e latte materno in aree circostanti i due inceneritori di Forlì, si è acceso un vivace dibattito e sono comparse sulla stampa rassicurazioni, fornite in particolare dall’ing. Galli, circa l’impianto per rifiuti di HERA. In particolare è stato riportato che esiste un sistema di campionatura in continuo per le diossine - come di altri microinquinanti - nei fumi dell’inceneritore di Hera e che le emissioni per le diossine sono un centesimo dei limiti di legge (ovvero 0,003 nanogrammi/Nm3 rispetto ad un limite di 0,1). Tutti sanno ormai che le diossine sono sostanze estremamente tossiche, persistenti, che comportano complessi danni alla salute umana sia per rischio tumorale (la diossina di Seveso è classificata come cancerogeno certo per l’uomo) sia per danni alla tiroide, disordini riproduttivi, danni metabolici, ecc. Non per nulla queste sostanze sono state incluse nell’elenco 12 POP’s (Persistent Organic Pollutant’s) messi al bando dalla Convenzione di Stoccolma del 2004 perché, una volta prodotte ed immesse nell’ambiente, esse vi rimangono, diffondendosi ed accumulandosi in particolar modo nella catena alimentare. Bene, ecco quindi in dettaglio le precisazioni che ISDE Forlì desidera fare in relazione alle dichiarazioni dell’ing. Galli: - L’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) concessa all’inceneritore di Forlì stabilisce – per le emissioni di diossine - il limite di 0,05 ng/Nm3 per i singoli controlli, ed impone in aggiunta che la media dei valori annuali non superi gli 0,01 ng/Nm3. I valori delle emissioni devono pertanto essere confrontati con i limiti imposti all’impianto dall’AIA e non con quelli della legge nazionale. - Facendo il confronto con questo criterio il valore di 0,003 ng/Nm3 citato dall’Ing. Galli – se si riferisce alla media dei valori annui - rappresenta circa 1/3 del limite imposto dall’AIA e non certo un centesimo! - Le uniche informazioni che siamo riusciti a trovare sul sito di HERA sono quelle relative ai macroinquinanti; non siamo invece riusciti a reperire i dati relativi al monitoraggio delle diossine. - Abbiamo viceversa, regolarmente richiesto ed ottenuto presso l’Amministrazione Provinciale il rapporto annuale 2010, relativo al 2009, per l’inceneritore di HERA a Forlì. In tale rapporto non si fa menzione di alcun sistema di monitoraggio in continuo delle diossine; è bene comunque sapere che non esistono sistemi di monitoraggio in continuo per tali sostanze e che quelli che vengono chiamati in tal modo non consentono affatto di fornire dati in tempo reale. - Per le diossine esistono dispositivi con cui è possibile effettuare un campionamento su periodi relativamente lunghi, in modo da avere il valore medio delle emissioni su un arco temporale più ampio rispetto agli usuali controlli stabiliti per legge, che prevedono campionamenti della durata di 8 ore effettuati 2-3 volte all’anno. Anche per questi dispositivi le analisi non possono tuttavia essere istantanee e pertanto i risultati sono disponibili solo dopo molti giorni o settimane. Sarebbe bene pertanto di fornire ai cittadini informazioni fuorvianti. - Facendo riferimento ai dati relativi al 2009, contenuti nel rapporto annuale 2010, per le diossine emesse dall’inceneritore di HERA emerge un valore medio annuo di 0,0066 ng/Nm3 abbastanza prossimo al limite imposto dall’AIA (0,01). - Abbiamo voluto capire meglio ed abbiamo fatto un po' di conti. Dai dati disponibili nel rapporto 2010 si può effettuare una stima dei fumi emessi nel corso del 2009 e da essi risalire alle diossine in essi contenute: per l’inceneritore di HERA abbiamo stimato un’emissione di circa 850 milioni di Nm3 di fumi e, con la concentrazione dichiarata di diossine di 0,0066 ng/Nm3, una quantità di diossine emesse in atmosfera pari a 5.600.000 ng in tossicità equivalente, ovvero la dose massima tollerabile annua per 517.000 bambini del peso di 15 kg o per 110.000 persone adulte di 70 kg di peso ciascuna. - Quindi, l’inceneritore di HERA – da solo - ha emesso nel 2009 la dose massima tollerabile per l’intera popolazione forlivese! - Sappiamo bene che la diossina ha tempi di dimezzamento anche di 100 anni nel sottosuolo e dai 7 ai 10 anni nel corpo umano e quindi tutta questa diossina è andata a sommarsi con quella emessa nei decenni precedenti ed ovviamente con quella prodotta indubbiamente anche da altre sorgenti. - Ma c’è di più, le diossine emesse in atmosfera sono solo una infima parte delle diossine complessivamente prodotte dall’inceneritore: quelle che non sono uscite dal camino, si ritrovano nelle ceneri e nei residui di trattamento dei fumi, che a loro volta costituiscono rifiuti – altamente tossici - da smaltire. - Dal rapporto citato emerge che nel 2009 sono state prodotte 30.000 tonnellate fra ceneri, scorie e residui di trattamento, contenenti in totale un miliardo e cinquecento milioni di nanogrammi di diossine (1,5 grammi), ovvero la dose massima tollerabile annua per 29.400.000 persone adulte, un numero pari a 6,7 volte la popolazione dell’intera nostra regione ed a quasi la metà della popolazione italiana! Ed i conteggi di cui sopra riguardano solo uno dei due inceneritori della nostra città! - Dove va a finire tutta questa diossina? Nel rapporto 2010 nulla è detto a tal proposito. - È evidente che la gestione di quantità così ingenti di sostanze tanto pericolose per la salute costituisce un immane problema sotto il profilo dello stoccaggio, trasporto, inertizzazione e smaltimento definitivo in sicurezza. Quanta diossina durante i vari passaggi rischia di disperdersi e contaminare l’ambiente? Anche piccolissime dispersioni rappresenterebbero infatti un serio pericolo per le popolazioni. - Inoltre, dall’esame della relazione tecnica relativa ai 4 mesi di funzionamento dell’inceneritore HERA nel 2008, ci siamo accorti che a fronte di un quantitativo di rifiuti trattati pari a circa il 40% di quelli del 2009, si è avuta una produzione di residui di trattamento fumi (codice CER 190105) addirittura superiore a quella del 2009 (121%), nonostante nel 2008 sia stata usata una quantità di reagenti per tonnellata di rifiuti inferiore al 2009. Vorremmo capire il motivo della disparità di produzione di residui del trattamento fumi tra i due anni e, soprattutto, quanta diossina contenevano. Caro Direttore e Cari Cittadini Forlivesi, vorremmo fosse chiaro che tutto quanto abbiamo sopra scritto si riferisce al solo inceneritore di rifiuti di HERA ed al più presto faremo questi conteggi anche per l’inceneritore privato di rifiuti ospedalieri Mengozzi. Fra l’altro il 29 aprile abbiamo avuto il piacere di assistere al Palazzo Albertini alla conferenza di Michele Boato, dell’Ecoistituto del Veneto, che, dati alla mano, ha dimostrato che facendo la giusta filiera della gestione sia dei rifiuti urbani che di quelli speciali (industriali, artigianali, ecc.) il rapporto occupazionale è di 1000:1, oltretutto con un risparmio energetico indiscutibile e con inquinamento praticamente pari a zero. Capite perché a suo tempo il Prof. Lorenzo Tomatis definì l’incenerimento dei rifiuti “una follia” ed il Prof. Dominique Belpomme (Oncologo francese, Presidente dell’Associazione per la Ricerca e Terapia contro il cancro ARTAC) il 22 settembre scorso a Parma addirittura “un crimine contro l’umanità”? Questi illustri scienziati non sono certo 'pericolosi allarmisti'! ISDE Forlì Dott.ssa Patrizia Gentilini Presidente Dott. Giuseppe Timoncini Vice Presidente Dott. Ruggero Ridolfi Segretario Forlì, 4 maggio 2011

Commenti

"emerge un valore medio annuo di 0,0066 ng/Nm3 abbastanza prossimo al limite imposto dall'AIA (0,01)" ma cosa vuol dire? Il valore é sia sotto i valori dell' AIA che molto sotto i valori di legge. Tutto il resto delle vostre considerazioni é disinformazione gratuita. E ve lo dico da tecnico ambientale certificato UE.
alessandro, 30-05-2011 07:30
Credo voglia dire semplicemente quello che c'è scritto, come Lei è perfettamente in grado di comprendere, essendo un tecnico ambientale certificato UE, ossia che 0,0066 ng/Nm3 rappresenta i 2/3 (o, se preferisce, il 66%) del limite imposto dall'AIA (che ha valore di legge) ed è 15 volte inferiore al limite della legge nazionale, come del resto ho compreso io e credo sia in grado di comprendere anche chiunque sappia fare di conto. Dove è che Lei trova scritto che tale valore è superiore ad uno dei due limiti? Io non l'ho trovato. Credo invece che si volesse correggere impressioni errate formatesi in quanti avevano letto, così come riportate sui giornali locali, le dichiarazioni di ARPAT ed ASL, che parlavano di valori "centinaia di volte" inferiori al limite di legge, confrontando i valori emissivi con il limite della legge nazionale e non con quello imposto dall'AIA, che, rispetto alla norma generale, risulta essere inferiore di un ordine di grandezza . Quando le Autorità preposte ritengono di dover imporre limiti più retrittivi rispetto alla norma generale, si immagina lo facciano sulla base di motivazioni specifiche, legate alle peculiarità ambientali e sanitarie del territorio in cui è inserito l'impianto e non per intenti vessatori: perciò le Istituzioni preposte alla tutela dell'ambiente e della salute è a questi limiti che devono fare riferimento e non alla norma generale. Se disinformazione c'è stata, quindi, non mi sembra che provenga dagli autori dell'articolo. Quanto al resto delle considerazioni, Le sarei grato se volesse specificare quali delle affermazioni contenute nell'articolo non corrispondano al vero, in modo che tanto il sottoscritto quanto gli altri lettori, illuminati dalla sua alta competenza, possano correggere le errate opinioni che si sono formati. La ringrazio sentitamente anche a nome degli altri lettori per l'opera che non mancherà di fare per ristabilire la Verità calpestata.
Lucia, 01-06-2011 11:01

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