Rifiuti, quando il cittadino paga due volte

Le notizie che negli ultimi mesi arrivano in merito alla gestione dei rifiuti evidenziano un aumento dei costi a carico di cittadini e aziende nonché la difficoltà a garantire che quanto è stato conferito in modo differenziato segua effettivamente la strada del recupero. Da un nostro lettore, Anselmo Rinaldi, un'analisi della situazione attuale.

Rifiuti, quando il cittadino paga due volte
Per la CGIA di Mestre negli ultimi dieci anni la tariffa dei servizi di raccolta rifiuti è aumentata del 54%, aumento superiore all'inflazione che è stata del 23,9%. Mentre l'ISTAT rileva che dal 1997 al 2009 la spesa nazionale per la gestione dei rifiuti è cresciuta del 95%. In questi ultimi anni sono anche cambiate le modalità di finanziamento dei costi di gestione di molti rifiuti: imballaggi, RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), pile. Questo per effetto dell'entrata in vigore dei principi della “responsabilità condivisa”, “responsabilità estesa del produttore”, “chi inquina paga”. Gli imballaggi costituiscono il 35 – 40% in peso e il 55 – 60 % in volume dei rifiuti urbani. Sono quindi da 190 a 219 Kg per abitante. I RAEE determinano una produzione per ogni abitante di 15 Kg di rifiuti. Le pile sono pochi grammi per abitante di un rifiuto pericoloso se non viene gestito correttamente. Responsabilità condivisa Nel 1997, con il Decreto Ronchi di “Attuazione delle direttive 91/156/Cee sui rifiuti pericolosi e 94/62/Ce sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio”, veniva introdotto nella normativa ambientale italiana il principio della responsabilità condivisa: - per gli imballaggi “Al fine di assicurare la responsabilizzazione degli operatori economici conformemente al principio 'chi inquina paga' nonché la cooperazione degli stessi secondo il principio della 'responsabilità condivisa', l'attività di gestione dei rifiuti di imballaggio si ispira, inoltre, ai seguenti principi: a) individuazione degli obblighi di ciascun operatore economico, garantendo che il costo della raccolta, della valorizzazione e dell'eliminazione dei rifiuti di imballaggio sia sostenuto dai produttori e dagli utilizzatori in proporzione della quantità di imballaggi immessi sul mercato nazionale e che la pubblica amministrazione organizzi la raccolta differenziata” [art.36 Decreto Ronchi ] - per i beni durevoli (frigoriferi, surgelatori e congelatori; televisori; computer;lavatrici e lavastoviglie; condizionatori d'aria). Dal 1997 ad oggi per rendere operativi i principi di “chi inquina paga” e della responsabilità condivisa sono stati costituiti i seguenti consorzi di filiera per alcune tipologie di rifiuti. - CONAI Consorzio Nazionale Imballaggi. Il sistema CONAI è basato sull'attività di sei Consorzi rappresentativi dei materiali: CNA Consorzio nazionale per il riciclo ed il recupero degli imballaggi in acciaio; CIAL Consorzio imballaggi alluminio; COMIECO Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica (carta – cartone); RILEGNO Consorzio nazionale per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi in legno; COREPLA Consorzio per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio in plastica. - Pile e batterie – Centro di Coordinamento per la gestione dei rifiuti derivanti da pile ed accumulatori; POLIECO – Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti di beni in Polietilene esclusi gli imballaggi; RAEE – Centro di Coordinamento per il sistema di gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per la gestione dei rifiuti il rischio per il consumatore è di pagare due volte Le notizie che negli ultimi mesi arrivano dalla gestione dei rifiuti evidenziano: aumento dei costi di gestione che portano ad incrementi della tassa rifiuti; difficoltà a garantire che quanto è stato conferito in modo differenziato segua effettivamente la strada del recupero. Inoltre per il sistema CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) che è vigente in Italia, i costi che i consumatori pagano per il recupero per i diversi tipi di imballaggi sono: 31,00 Euro/tonn per gli imballaggi in acciaio 52,00 Euro/tonn per gli imballaggi in alluminio 22,00 Euro/tonn per gli imballaggi in carta 8,00 Euro/tonn per gli imballaggi in legno 160,00 Euro/t per gli imballaggi in plastica (140 Euro/t dal 1 luglio 2011) 17,82 Euro/t per gli imballaggi in vetro. Questi costi vengono pagati dagli utilizzatori degli imballaggi quando acquistano i prodotti, fino al consumatore finale, per coprire i costi di recupero quando l'imballaggio ha finito la sua funzione e diventa rifiuto. Il vigente accordo dell'ANCI (l'associazione dei Comuni italiani) con il CONAI garantisce nel periodo dal 2009 al 2013 per gli imballaggi recuperati dai sistemi di raccolta rifiuti importi vari (13,71 Euro /t per gli imballaggi legno, 37,00 Euro/t per quelli di vetro, 88,00 Euro/t per quelli di carta e 276,41 Euro/t per quelli di plastica). Se i servizi territoriali di raccolta e gestione rifiuti non recuperano gli imballaggi e se questi vanno in discarica o all'incenerimento anziché a recupero, il consumatore paga due volte. Una volta per il sistema CONAI di recupero e l'altra volta per il sistema territoriale di smaltimento. Altra notizia degli ultimi anni è che per gli elettrodomestici (RAEE – rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) i costi di recupero non sono più a carico dei Comuni ma dei produttori dei RAEE, in quanto nel prezzo di vendita vi è già incorporato il costo per il recupero. Questo avviene anche per le batterie auto e per le piccole pile. L'aumento dei costi nella gestione dei rifiuti pone delle valutazioni sull'efficacia del principio della responsabilità condivisa. Ho voluto evidenziare questo quadro di riferimento perché l'evoluzione dei sistemi di raccolta e di recupero, ne dovrà tenere sempre più conto per evitare il raddoppio dei costi a carico dei consumatori. Occorre quindi un impegno per i Comuni in rappresentanza dei cittadini affinché l'erogazione dei servizi avvenga con l'attribuzione dei costi in coerenza al principio della responsabilità condivisa e della responsabilità estesa del produttore. Questo per evitare che il consumatore paghi due volte: una volta quando acquista un prodotto e la seconda volta per la gestione dei prodotti alla fine della loro vita utile, quando diventano rifiuti.

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