Tanzania: il Serengeti rischia di essere spaccato in due

Il Serengeti, il parco tanzaniano dove ogni anno si ripete la meravigliosa e straziante migrazione degli gnu, rischia di essere spaccato in due da una superstrada commerciale che il Governo ha intenzione di mettere in cantiere nel 2012. Insieme al progresso che avanza, migliaia di animali rischiano di scomparire, tagliati fuori dalle zone di approvvigionamento di acqua. Un rischio troppo alto per la biodiversità.

Tanzania: il Serengeti rischia di essere spaccato in due
Il Serengeti, uno dei parchi più spettacolari e importanti del Pianeta, nel quale si concentrano i famosi 'big five', ovvero i 5 grandi animali d'Africa (l'elefante, il leone, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo) è messo a dura prova dal governo tanzaniano che ha in programma la costruzione di una superstrada commerciale. Il Parco è anche l’area nella quale si può assistere alla più massiccia e anche straziante delle migrazioni, quella degli gnu, che attraversano il fiume Grumeti per raggiungere il Masai Mara in Kenia. Il tracciato della strada, che taglierà in due il Parco, collegherà il più velocemente possibile molti centri che circondano il Serengeti, tra cui città importanti dell'Africa orientale come Mombasa, Dar es Salaam o Tanga con i Paesi del Centrafrica, ma creerà anche enormi problemi all’ecosistema della zona. La zona a nord del Serengeti ed il vicino Masai Mara sono fondamentali per la sopravvivenza delle zebre e degli gnu che vi migrano durante la stagione secca poiché assicurano loro acqua tutto l'anno. Secondo uno studio della Frankfurt Zoological Society se gli animali fossero privati delle loro naturali aree di sopravvivenza il numero degli esemplari crollerebbe dal milione e 300 mila attuali a circa 200.000 poiché la strada impedirebbe loro di raggiungere le aree di pascolo e di riproduzione. Programmare un percorso viabile così controverso tra l’altro contravverrebbe la raccomandazione fatta dall’Unesco affinché le strade non passino attraverso qualsiasi parco nazionale o Patrimonio dell'umanità. La costruzione della strada implicherebbe, di conseguenza, anche la necessità di alzare recinzioni per evitare incidenti: ostacoli insormontabili per gnu, zebre ed elefanti che non potrebbero raggiungere l'unica fonte di acqua dolce disponibile durante la stagione secca: il fiume Mara. Gli esempi nefasti, purtroppo, non mancano: le recinzioni hanno già fermato le migrazioni di gnu e zebre in Botswana e in Canada la migrazione dell'alce nel Banff National Park è stata compromessa dalla realizzazione di una strada. Il timore concreto, quindi, è che, qualora la strada si trasformasse in un’arteria commerciale fondamentale (com’è effettivamente nel suo poteziale), il traffico dei mezzi pesanti possa mettere a repentaglio la vita della fauna selvaggia con il conseguente allontanamento degli animali da quelle zone. La morte accidentale di una femmina di leopardo sarebbe un danno incalcolabile se si pensa che tra questi mammiferi il tasso di mortalità dei cuccioli è pari al 90%. Inoltre, secondo Christof Schenck, direttore della Frankfurt Zoological Society, la strada sarebbe anche la via più breve per la trasmissione di malattie e piante infestanti. Pochi semi, caduti dai mezzi di trasporto, potrebbero diffondere pollini che entrerebbero in competizione con quelli autoctoni, fino a determinarne la scomparsa. Non da ultimo, una strada facilmente percorribile attirerebbe nel Serengeti interessi tutt'altro che nobili come, ad esempio, le attività di bracconaggio. Ma allora perché rischiare di bissare uno scempio già commesso altrove? Una soluzione alternativa e meno traumatica sarebbe quella di 'bypassare' il Serengeti aggirandolo a sud, con la costruzione di un collegamento asfaltato da Karatu all'esistente Shinyanga-Musoma Road, una strada che servirebbe addirittura 5 volte più abitanti di quella progettata a nord e collegherebbe gli stessi principali centri regionali, salvando la biodiversità e l'incredibile bellezza del Serengeti. Nonostante le numerose mobilitazioni di Ong ed istituzioni che hanno a cuore la salvaguardia della biodiversità, la Tanzania va avanti nello sviluppo del suo programma, annunciando che i lavori di costruzione della strada potrebbero iniziare già nel 2012.

Commenti

molto triste verificare in continuazione che l'uomo pensa di essere al di sopra di tutto e che stimo andando inesorabilmetne verso la fine....
anna, 27-09-2010 09:27

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