Tav in Val di Susa: la Francia ci ripensa?

La Francia, secondo quanto ha riportato ieri Le Figaro, intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a 10 progetti di linee ferroviarie ad alta velocità e tra questi vi sarebbe la linea Torino-Lione. Dall'Italia però il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera afferma che il progetto della Torino-Lione è totalmente confermato sia da parte del governo italiano che di quello francese.

Tav in Val di Susa: la Francia ci ripensa?
Costi troppo alti, merci in calo. La Francia, secondo quanto ha riportato ieri Le Figaro, intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità e tra questi vi sarebbe la linea Torino-Lione. Il ministro del bilancio francese Jerome Cahuzac ha dichiarato ieri che lo Stato ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti e, per questo, il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni. Secondo il giornale è sotto esame anche la Torino Lione, a causa del costo elevato (12 miliardi) e del calo del traffico merci. Le Figaro, in particolare, scrive che la Torino-Lione sarebbe “squalificata per il suo costo” nonché per il calo registrato nel “trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent'anni fa, non gioca a favore di quel progetto”. Le stesse ragioni, insomma, portate avanti da chi da sempre si oppone alla realizzazione del Tav in Val di Susa. “Il calo del traffico delle merci, tanto per fare un esempio, è uno degli argomenti con i quali noi sosteniamo da sempre l'inutilità di quest'opera”, ha commentato Sandro Plano, presidente della Comunità montana della Valle di Susa e braccio istituzionale del movimento No Tav. “In Francia – prosegue Plano - stanno dicendo le stesse cose che abbiamo sempre detto noi. E adesso sarebbe auspicabile un ripensamento anche da parte italiana”. Dall'Italia però il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera afferma che il progetto della Torino-Lione è totalmente confermato sia da parte del governo italiano che di quello francese. Passera riferisce di aver parlato con il ministro francese dei trasporti e che al momento non è stata ipotizzata una modifica a piani approvati. In Italia, comunque, le campagne di mobilitazione non si fermano. I No Tav locali continuano infatti a presidiare, in provincia di Alessandria, i punti in cui sono previsti i primi espropri di terreni e cortili. Intanto la mattina dell'11 luglio scorso si è svolta a Torino l'udienza finale del dibattimento processuale a carico delle due manifestanti No Tav, arrestate per le vicende del settembre 2011 in Val Clarea. La sentenza è stata di assoluzione piena per Nina Garberi, mentre Marianna Valenti è stata condannata a 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. È decaduta invece l'accusa di aggressione, così come il tentativo di dimostrare l'esistenza di un'organizzazione paramilitare o terroristica delle azioni di contrasto alla realizzazione dell'opera.

Commenti

questa roba è solo un rubinetto che serve a mafia e malaffare per spillare soldoni veri ai cittadini che pagano le tasse e a quelli che devono rinunciare a sfamarsi.
maria, 13-07-2012 09:13
Cosa emerge da questa vicenda? 1)Che non c'è nessun trattato tra Italia e Francia, che vincoli alla costruzione della linea To-Ly. 2)Che non è la comunità europea ad obbligarci a farla. 3)Che la corte dei conti francese ha valutato la Torino Lyone come opera un rapporto benefici/costi molto basso. Confrontate questi tre punti con quello che disse l'attuale governo sulla Tav nei primi mesi del 2012. saluti
cotopaxi, 16-07-2012 05:16

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