Going to Cirò, elogio dei bus notturni

“Lunedì 12 dicembre 2011 verrà ricordato da tutti gli amanti dei treni come un die funesto. È entrato in vigore il nuovo orario ferroviario di Trenitalia”. Inizia così un nuovo racconto di Paolo Merlini il nostro esperto di vie traverse che ci annuncia un lungo excursus sulle autolinee notturne che collegano il nord e il sud del nostro lungo stivale.

Going to Cirò, elogio dei bus notturni
Parto subito. Organizzo il meno possibile, non mi piace, si perde l’effetto sorpresa, pensare troppo a un tragitto ti lascia la sensazione di averlo in parte già vissuto. Di solito decido solo la prima meta e poi il resto capita. Questa volta però è diverso Eddy Cattaneo 'Il mondo via terra' Lunedì 12 dicembre 2011 verrà ricordato da tutti gli amanti dei treni come un die funesto. È entrato in vigore il nuovo orario ferroviario di Trenitalia. In estrema sintesi: sono aumentati di numero i costosi treni ad alta velocità, è stata ritoccata più o meno 'chirurgicamente' al ribasso la frequenza dei treni regionali e sono stati cancellati quasi tutti i treni notturni. Diciamolo ora che sono quasi estinti: non è che i treni notturni fossero il fiore all’occhiello di Trenitalia, erano sporchi, brutti e cattivi. Avevano però il pregio di essere economici e in una nazione lunga più di 1.300 chilometri, facevano risparmiare tempo ai viaggiatori. Il fatto che il servizio fosse scadente non deve giustificare Trenitalia per la cancellazione di questi convogli. Io prendevo i treni notturni e posso assicurare che trasportavano le fasce economicamente più deboli dei nostri connazionali, quelli per i quali faceva da differenza se il biglietto Torino-Lecce costava (per esempio) cinquanta euro o cento. Ho l’impressione che Moretti (che imprenditorialmente, come più volte ho dichiarato, stimo) abbia buttato via il bambino con l’acqua sporca. Non tutti i cittadini si possono permettere i costosi Freccia Rossa… e allora che fare? Di sicuro protestare e sperare che un governo che ha a cuore gli interessi dei governati imponga a Trenitalia e ai concorrenti che verranno (per esempio la NTV di Della Valle e Montezemolo) di ripristinare il servizio notturno (e di migliorare quello regionale). Ma nel frattempo? Sappiamo che chi di speranza (e di protesta) vive disperato muore… La soluzione che suggerisco è quella degli autobus notturni. Sono decine i pullman di linea che nottetempo salgono e scendono per la penisola e di questi vi racconterò partendo da subito. Autostazione Tiburtina, ore 23.00 di un tranquillo martedì d’inverno. Parte il bus della Simet per Cosenza ma io non sono a bordo. Bella azienda la Simet, quattro corse giornaliere Roma–Cosenza (andata e ritorno, tutti i giorni della settimana) di cui una notturna che lascia la Capitale alle 23.00 ed arriva all’autostazione di Cosenza (in pieno centro città) alle 5.30... può interessare! Ma io debbo andare a Cirò Marina (KR). Con il mio amico di sempre, Maurizio Silvestri, abbiamo appuntamento con “un vignaiolo di Dio” che vinifica il gaglioppo producendo vini naturali da uve biologiche. Bene, c’è il bus della Romano Autolinee che tutte le notti alle 23.00 lascia la Tiburtina alla volta di Crotone e alle 5.30 è a Cirò. No, il Mau ed io abbiamo in tasca un biglietto della IAS Autolinee, un Roma–Ferramonti di Tarsia da 32 euro cad. acquistato alla biglietteria dell’autostazione Tiburtina. Cosenza è molto vicina a Tarsia e una coincidenza ci porterà per colazione al Gran Caffè Renzelli, al centro storico. Il nostro bus proviene da Perugia, è nuovo fiammante, ultimo modello di Scania Irizar (a bordo c’è anche la toilette, naturalmente). Prendiamo posto. Guardo i miei assonnati occasionali compagni di viaggio: studenti, impiegati e qualche coppia di attempati coniugi magari di ritorno dalla visita ai figli universitari. Il bus, come ogni sera, attraversa la notte romana, rapido e come se fosse invisibile, lascia l’autostazione. Io metto gli auricolari e lascio che il mio lettore si sbizzarrisca nella sua funzione random. Neanche a farlo apposta è Roberto Goyeneche che con la sua voce di carta vetrata mi canta una provvidenziale Vuelvo al sur. Quale miglior viatico per un viaggio in Calabria se non le magiche parole di Fernando Solanas sulle note dello struggente bandoneon di Astor Piazzolla.



Vuelvo al Sur Vuelvo al Sur, como se vuelve siempre al amor, vuelvo a vos, con mi deseo, con mi temor. torno al sud come si torna sempre all'amore torno da te con il mio desiderio, con la mia paura Llevo el Sur, como un destino del corazón, soy del Sur, como los aires del bandoneón. porto il sud come un destino del cuore sono del sud come le arie del bandoneon Sueño el Sur, inmensa luna, cielo al reves, busco el Sur, el tiempo abierto, y su después. sogno il sud luna immensa, cielo a rovescio cerco il sud il tempo aperto e il suo dopo Quiero al Sur, su buena gente, su dignidad, siento el Sur, como tu cuerpo en la intimidad. amo il sud la sua gente buona, la sua dignità sento il sud come il tuo corpo nell'intimità Te quiero Sur, Sur, te quiero. ti amo sud sud ti amo
Mi addormento dolcemente, sicuro di aver fatto la cosa giusta… Il mio bus farà 2 soste ma io quasi non me ne accorgerò. Nel dormiveglia sono troppo impegnato a sognare il sud del mondo e lì ritrovo l’emisfero meridionale che c’ho nel fondo dell’anima. Quanto amo le corriere notturne dove lo spirito mio risorge ogni volta a nuova vita… suona ancora bandoneon di Piazzolla… LEGGI ANCHE: Going to Cirò, la pazienza dei calabresi

Commenti

in un parlamento che rappresenta un popolo civile la prima cosa da fare sono eliminare le privatizzazioni nei trasporti, nella sanità, nella scuola, acqua. Ciò che è di utilità comune deve appartenere al pubblico e non al privato. Visto che ci siamo renderei pubblico anche le banche. Per pubblico intendo dello stato, di tutti i cittadini.
maria, 23-03-2012 10:23

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