«Il 19 luglio 2025 scade, anche per l’Italia, il termine ultimo per rigettare gli Emendamenti ai Regolamenti Sanitari Internazionali (RSI) approvati in modo frettoloso e poco trasparente nel corso della 77a Assemblea Mondiale OMS - scrive la CMSI - L’approvazione è avvenuta, fra l’altro, in violazione delle normative esistenti secondo cui il testo di ogni proposta di emendamento deve essere comunicato a tutti gli Stati Parte dal Direttore Generale OMS almeno quattro mesi prima dell'Assemblea in cui sarà in discussione. Altri paesi hanno già rigettato gli Emendamenti, e ciò non significa certo uscire dall’OMS, ma rappresenta un segnale forte di insoddisfazione (anche nei confronti di scivolamenti censori nell’UE), cui far auspicabilmente seguire l’apertura di un ampio dibattito sulle riforme richieste».
«Purtroppo, se gli Emendamenti non saranno rigettati da parte Ministro della Salute, di intesa con il Presidente del Consiglio, vi sarà un’ulteriore perdita di sovranità per il nostro paese, con rafforzamento del ruolo del Direttore Generale OMS, che godrà di fatto di poteri straordinari nella proclamazione e gestione delle emergenze sanitarie, senza adeguati contrappesi democratici - prosegue la CMSI - Ci sono molteplici motivazioni per rigettare gli Emendamenti. Prima fra tutte, si sottolinea l’estrema pericolosità dell’impegno alla censura che l’Italia assumerebbe. Sarà infatti l’OMS (o altre entità sovranazionali) a stabilire che cosa sia misinformazione (contenuto falso o fuorviante senza intenti dannosi) e disinformazione. Se gli Emendamenti non saranno rigettati, entreranno in vigore disposizioni che impegnano formalmente gli Stati membri a una possibile ulteriore soppressione del dibattito scientifico critico e a marginalizzare il dissenso, anche con quella parte della comunità medica che fa espresso riferimento al metodo scientifico».
Qui di seguito il comunicato-appello della CMSI