Quando Elon Musk, uno dei tre uomini più ricchi del pianeta, appoggiò attivamente l’ultima campagna elettorale di Trump, predissi che sarebbe stato il prossimo candidato presidente degli Stati Uniti. Oplà, detto, fatto, ecco l’uomo automa, che vuole farci diventare cyborg, fondare il suo partito e preparare la scalata presidenziale. Ma del resto non era certo difficile da prevedere, considerando che nella democratica America contano solo ed esclusivamente i soldi, soprattutto in politica dove il termine democracy potrebbe più correttamente essere sostituito da moneycracy.
Che di democrazia da quelle parti e anche dalle nostre, ci sia rimasto poco e niente, lo dimostra il fatto che per candidarsi e pensare di vincere le elezioni, si deve essere necessariamente miliardari. In teoria la democrazia si basa sul concetto che chiunque si può candidare e quindi un qualsiasi cittadino ha esattamente le stesse possibilità di essere eletto di un miliardario, peccato che nella
pratica questa sia pura fantascienza. E’ già da tale aspetto centrale non si dovrebbe più parlare di democrazia. Del resto ormai è lo sport nazionale in America: più hai soldi e sei senza alcuno scrupolo e più verrai osannato ed eletto dalle folle, non importa quante stratosferiche balle tu possa pronunciare, anzi più ne spari di gigantesche e più hai presa sulla massa adorante. Hanno imparato benissimo la lezione del nostro Silvio Berlusconi, pieno di scandali, condanne, conflitti di interesse ma sopratutto pieno di soldi per comprarsi tutto e tutti: intellettuali, artisti, politici, sportivi, televisioni, giornali, case editrici e il gioco è fatto, un ventennio al potere distruggendo la cultura ma non solo e facendo diventare l’Italia la macchietta del mondo. Che a questa farsa dei miliardari “democratici” ci caschino in tanti, lo dimostrano anche i fan di Trump qui da noi, che lo hanno considerato come una speranza nei confronti dei cosiddetti poteri forti. Già la cosa di per sé fa ridere, come se Trump fosse il Josè Mujica della situazione, da sempre a fianco dei poveri e dei deboli e non un miliardario, massimo rappresentante proprio dei poteri forti e che ha solo e unicamente i suoi interessi e il profitto come stella polare. Ci vuole veramente una notevole povertà di analisi e incapacità di vedere la realtà per credere a Trump come a una qualche alternativa positiva e a favore del popolo. Anche alcuni media alternativi a quelli mainstream, che si considerano “lontani dai poteri forti”, hanno fatto un tifo sfegatato per lui considerandolo l’uomo della provvidenza. In 24 ore dalla sua elezione Trump doveva fare finire la guerra in Ucraina e non inviare più armi, uomo di “pace” che aiuta Israele a sterminare i palestinesi e bombarda l’Iran, reprime con l’esercito le manifestazioni interne di dissenso, costruisce carceri di massima sicurezza per gli immigrati trattandoli come se fossero animali, taglia fondi a università e attività culturali che non la pensano come lui, taglia tutte le spese a difesa dell’ambiente, dà il via libera ad ogni attività inquinante ad iniziare dall’appoggio totale e incondizionato alle industrie del fossile. L’altra sua politica, oltre all’adorazione del dollaro, è spargere odio ovunque, creare divisioni, fazioni, perché il motto dividi et impera funziona sempre. Ogni giorno ci si chiede sgomenti cosa si inventerà che metta a rischio l’intero pianeta. Trump è alla guida del paese militarmente più potente del mondo e sembra stia giocando a Risiko con gli amici. Persona poi di grande modestia, che ha chiamato il suo social privato “verità” e che al discorso dell’insediamento ha sobriamente affermato che gli Stati Uniti sono la più grande civiltà della storia e che hanno creato tutto l’universo della conoscenza umana. Biden, Harris e compagnia cantante erano meglio? No di certo, ma non per questo allora si deve tifare per il peggio.
Comunque possiamo stare tranquilli, dopo la padella di Biden e la brace di Trump, ci aspettano le fiamme di Musk. Viva la democrazia, viva l’America!
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