Il grande Paride Allegri diceva che il lei era per i “signori” e il tu per il popolo e mi ha sempre trovato d’accordo. Però poi il marketing si è allargato per arrivare a comprendere qualsiasi azione e pensiero delle persone e, se vendere diventa lo scopo dell’esistenza, si trovano tutti i modi possibili e immaginabili per raggiungerlo.
E così dagli Stati Uniti, regno del mercato per eccellenza, ci sono arrivati tutti i tipi di tecniche e modalità che hanno prodotto milioni di persone che lavorando come pubblicitari, psicologi, studiosi del comportamento umano, esperti di marketing, ecc, cercano il modo di venderci qualcosa, usando ogni trucco e truffa mentale che riescono a sviluppare. Tutto viene utilizzato, qualsiasi sentimento, qualsiasi comportamento istintivo delle persone viene manipolato per rifilarci una merce e visto che si tratta di persone pagate cifre stellari, super specializzate e formate nelle migliori università, riescono sempre a fregarci. Una delle infinite trovate è quella che chi ci vuole vendere qualcosa si presenti come un amico. Un piccolo ma simbolico esempio: mi ricordo che molti anni fa un amica mi raccontò che in un viaggio negli Stati Uniti al supermercato la cassiera la salutava dicendo: come stai? La mia amica sorpresa di tale interesse all’inizio rispondeva ma poi si accorgeva che era una domanda da automa, non c’era nessun vero interesse, se non fare credere che la cassiera era una persona amichevole che incentivava la volta dopo a ritornare in quel posto così cordiale e attento al cliente.
Quindi il marketing ha diffuso il tu: ormai tutti quelli che vogliono vendere qualcosa ti danno del tu per instaurare subito quel rapporto di falsa vicinanza che cerca di fare breccia nelle ovvie e sacrosante diffidenze che si ha verso i piazzisti. Ovviamente loro non ti conoscono ma iniziano i messaggi con: ciao Caio, caro Sempronio, e poi illustrano il loro magico e irrinunciabile prodotto. E quanti call center di ogni tipo esordiscono con: salve, sono Laura, Antonio, Luigi, Debora o chicchessia. Vedi, sono un amico/a, non ci conosciamo ma mi presento con il nome, ti puoi fidare.
E visto che le trovate nella vendita devono sempre evolversi, adesso si arriva agli estremi che sanno pure di ridicolo, con qualcuno che ti scrive un messaggio marketing fotocopia mandato a innumerevoli persone chiedendoti come stai, e poi via alla vendita di questo e quello.
Immaginate il paradosso se tutti quelli che si vedono arrivare il messaggio marketing rispondessero: io bene, o male e spiegassero perché e poi chiedessero all’interlocutore fantasma che gli ha posto la domanda: come stai tu? E ovviamente non ricevendo nessuna risposta lo coprissero di insulti e improperi per la evidente presa in giro nei propri confronti.
Ma forse i peggiori, perché più subdoli in quanto approfittano della difficoltà o debolezza delle persone, sono i tanti venditori di metodi del “cambiamento” o soluzioni miracolose di questo e di quello, spesso ex pubblicitari o esperti di marketing, quasi sempre consulenti aziendali o ex, che trovano tutti gli espedienti per attirare l’attenzione. La domanda retorica, l’ammiccamento, l’allusione sessuale, la finzione di confessarti i loro profondi sentimenti, fare finta di parlarti di argomenti intimi, il metterti al corrente del loro quotidiano, vero o falso che sia, proporti falsamente qualcosa gratis, miseri espedienti per vendersi e sempre dandoti del tu e con una forma da vecchi amici, anche se non ti conoscono.
Questo teatrino decisamente pietoso a livello umano che cerca di fregare sempre e comunque il prossimo, mi ha fatto paradossalmente rivalutare il lei. Chi dà del tu in modalità marketing mi reputa un idiota che crede che siamo amici solo perché mi dà del tu e lo fa di certo non perché vuole essere amichevole per davvero o perché appartiene al popolo come diceva Paride Allegri.
Anzi, se mi dà del tu sono subito diffidente anche perché se è più attento alla forma che alla sostanza vuol dire che la sostanza che vende probabilmente non merita l’essere sinceri.
Caro venditore/venditrice di questo e quello, guardati allo specchio e chiediti se non è penoso quello che stai facendo, come stai cercando di fregare le persone e poi cambia lavoro. Non è detto che per campare devi per forza imbrogliare gli altri, vedrai che se ti impegni un lavoro migliore lo trovi, anche rispettando il prossimo e quindi pure te stesso o te stessa.