Italia ovvero Automobilandia

L’automobile in Italia è paragonabile alla mamma, o forse è anche più importante. Siamo il paese dove scientemente si è deciso di dare carta bianca agli industriali di automobili e fargli fare qualsiasi cosa a loro piacimento. E così siamo diventati un immenso garage e ci sono città come Roma con più veicoli a motore che abitanti.

Italia ovvero Automobilandia

L’automobile in Italia è paragonabile alla mamma, o forse è anche più importante. Siamo il paese che negli ultimi decenni è stato letteralmente disegnato e realizzato dai costruttori di palazzi, strade e autostrade, dove scientemente si è deciso di dare carta bianca agli industriali di automobili e fargli fare qualsiasi cosa a loro piacimento. E così un paese come il nostro, che non è certo fatto per le automobili, è diventato un immenso garage e ci sono città come Roma con più veicoli a motore che abitanti. La trovata di Henry Ford e i suoi emuli non fu quella di aver diffuso un mezzo di trasporto ma di essere riuscito a vendere a chiunque un mezzo di trasporto energivoro, inquinante, inefficiente, pericoloso e costoso, facendo credere che fosse un sinonimo di libertà ed emancipazione. Con l’indispensabile appoggio della politica oliata a modo, è proprio il caso di dirlo, e con pubblicità a tutto spiano, si è imposto un modello di falsa mobilità. 

In Italia si sono regalati e si continuano a regalare valanghe di soldi agli industriali dell’automobile e degli spacciatori di combustibili fossili. Per favorirli in tutti i modi si sono ridotti al minimo i mezzi pubblici, peraltro lasciati in condizioni disastrose, sono stati smantellati i filobus, penalizzato il treno e chiuse stazioni ferroviarie ovunque. In queste condizioni ideali il successo dell’automobile era ed è assicurato. Ma tale successo non sarebbe stato così potente se i magnati dell’automobile non avessero avuto dapprima politici e media dalla loro parte e poi dei formidabili alleati in tutti coloro che difendono a spada tratta l’automobile sempre e comunque. E i fan dell’automobile a ogni costo sono diffusissimi, considerato che siamo i primi in Europa e fra i primi paesi al mondo con il maggior numero di automobili ogni mille abitanti, ben 684 e se si considera il totale dei veicoli su strada, il valore sale alla cifra monstre di 910 ogni 1.000 abitanti!! E questo lo si può notare facilmente dai perenni imbottigliamenti nel traffico che portano via soldi e tempo di vita a milioni di persone ogni giorno. Infatti per la mobilità non c’è niente di più antieconomico e pericoloso dell’automobile.
Costa vari stipendi per acquistarla e mantenerla, non appena esce dal concessionario è già pesantemente svalutata, è quindi uno dei peggiori investimenti in assoluto che si può fare. Paga bolli, parcheggi, garage, assicurazione, carburanti, provoca decine di migliaia di morti e feriti ogni anno, inquina, non viene riciclata integralmente, servono risorse preziose per costruirla che provengono dallo sfruttamento di persone e paesi di mezzo mondo, è l’apoteosi dell’inefficienza perché una tonnellata e mezza porta mediamente una persona di 60/80 chili, è ferma per circa 22/23 ore al giorno, ci va una sola persona, nonostante abbia normalmente 5 posti occupabili. Eppure qualsiasi misura, per quanto blanda e inefficace, tesa a ridurre la diffusione dell’uso dell’auto o dei motori inquinanti è accolta con levate di scudi e scandalo. Le timidissime proposte di riduzione della velocità nelle città a 30 all’ora vengono ridicolizzate, si fanno crociate in favore di coloro che abbattono autovelox in giro, con addirittura sindaci che non condannano più di tanto la cosa, visto che non vogliono essere impopolari.
Aspiranti capipopolo che inneggiano ai suddetti abbattitori di autovelox per una presunta salvaguardia delle tasche degli italiani, gli stessi italiani che in quanto a buttare soldi sempre e comunque, sono invincibili e inarrivabili campioni del mondo. Però se gli tocchi l’automobile, apriti cielo! Ma visto che a noi non interessa essere capipopolo, non ci interessa aumentare i follower esibiti come biglietti da visita, né tanto meno ci interessa fare carriere politiche, ci permettiamo di andare un po’ controcorrente.
E’ infatti strano che i difensori delle automobili sempre e comunque, meglio se inquinanti, non dicano mai che le automobili sono di per sé praticamente tutte illegali. Come giustamente fa rilevare l’amico Alessandro Ronca, se il limite di velocità è 130 chilometri orari, non si capisce perché possano essere costruite automobili che vadano a velocità che superano ampiamente questo limite.
Sono già pericolose di per sé, se poi le facciamo andare a velocità altissime, la strage è assicurata. Ma non sembra che questi “dettagli” che comportano migliaia fra morti, feriti e invalidi, interessino granchè, né ai costruttori di automobili, né ai loro difensori a oltranza.
Già decenni fa in varie città del nord Europa si sono istituiti i limiti a 30 chilometri orari e nessuno si sognava di dire che era una follia, anzi, spesso in paesi e cittadine attraversate dalle strade, si vedono cartelli fatti dalla cittadinanza stessa che rafforzano il concetto, specialmente in vicinanza di scuole.
Contro questa misura sensata in Italia se ne sono sentite dire di tutti i colori, un campionario da insulto all’intelligenza che fa rimanere sgomenti. Che a 30 all’ora si consuma di più in barba a qualsiasi logica e scienza dove è ovvio che più premi l’acceleratore e più consumi, che le motociclette e i motorini cascano se vanno a quella velocità e difatti nei paesi dove hanno i 30 all’ora (ad esempio luoghi periferici e poco importanti come Parigi...) si assiste giornalmente alla caduta di migliaia di motociclisti per terra... Dichiarazioni per le quali con i 30 all’ora i turisti non verranno più, perché è risaputo che il turista viene in Italia per sfrecciare sulle strade come se fosse a Indianapolis. Oppure che la lentezza aumenterebbe gli ingorghi, come se non fosse già così anche se si mettesse il limite di 5 chilometri orari... Tutte dichiarazioni che quando le riporti a uno straniero, magari proveniente da paesi dove hanno adottato queste misure da tempo, ti guarda sbalordito come se lo stessi prendendo in giro. Argomenti così assurdi e senza senso che si rimane basiti che qualcuno li possa anche solo pronunciare. Nemmeno in un bar frequentato da avvinazzati se ne sentirebbero di così roboanti.
La velocità è una delle maggiori cause di incidenti ed è evidente che la misura dei 30 all’ora è presa per fare in modo che si vada almeno a 50/60 all’ora nelle nostre città dove la gente quando può sfreccia incurante del pericolo che produce.
Il fan dell’automobile sempre e comunque non tiene poi presente che in città, vista la vicinanza fra case, negozi e strade, ci sono tanti pedoni che attraversano le strade, quindi è fondamentale che siano protetti e per un pedone o un ciclista cambia molto essere investito a 50 o più all’ora che non a 30 all’ora, ma della vita dei pedoni o dei ciclisti, agli automobilisti interessa assai poco, basti vedere come si fermano prontamente alle strisce pedonali; ma questi sono dettagli insignificanti per i crociati della automobile. E i crociati dovrebbero poi sapere che lo spazio di frenata è minore all’aumento della velocità ma mi rendo conto della difficoltà di comprendere un ragionamento tanto complesso...
Altre affermazioni deliranti a favore dell’auto sono che se piove mica puoi andare in bici, se nevica figuriamoci, come se l’Italia fosse confinante con la Siberia.
Chissà, magari questa gente non è mai uscita dal proprio palazzo ma sono proprio i paesi che hanno adottato da decenni i 30 all’ora che vanno in bici, e indovinate dove sono questi paesi? Proprio dove piove spesso, nevica, tira vento e fa un freddo cane con inverni lunghissimi, cioè Germania, Olanda, Danimarca, ecc. Quindi secondo i fan della velocità, in questi paesi le biciclette dovrebbero essere sconosciute e dovrebbero tutti girare con SUV corazzati perché con il tempo che c’è... E invece guarda caso questi paesi “incivili” nonostante gli orsi polari e le tempeste di neve, hanno in proporzione meno automobili del nostro paese e vanno più in bicicletta, saranno di sicuro pazzi. E già questo dimostra che le crociate a favore dell’automobile, sono probabilmente fomentate da chi vende automobili e combustibili fossili, altrimenti non si spiega la protervia nel dimostrare l’impossibile o l’assurdo coprendosi di ridicolo.
I detrattori delle mobilità alternative poi dicono che se devi portare qualcosa, non lo riesci a portare con la bici. Niente di più falso perché ci sono pure le bici cargo e la gente che le usa ci porta di tutto, compresi bambini, spesa, ecc, al contrario delle auto dove la gente non si porta normalmente nulla a parte se stesso o se stessa e spostando almeno una tonnellata e mezza di peso, rispetto ad una bici che pesa tra i 10 o 15 chili.... La totale inefficienza pagata cara, con la super efficienza gratis.
E ancora, i detrattori dicono che se ti devi spostare, mica ci puoi andare in bici o a piedi, non scherziamo, per loro bisogna andare in auto anche al bagno. Peccato che l’ignoranza anche qui la fa da padrona, perché prima di parlare i crociati dovrebbero informarsi, anche se capiamo che costa fatica e impegno mentale. Gli spostamenti in auto avvengono per quasi il 30% in un raggio da 0 a 2 chilometri ed è ovvio che per distanze così stratosferiche la macchina è indispensabile, lo capirebbe chiunque, no? E complessivamente il 75% degli spostamenti avviene in un raggio di 10 chilometri che considerato il perenne traffico, una bicicletta, monopattino, skateboard, triciclo, mulo, girello o quello che volete, percorre in media più velocemente di un auto.
E a dimostrare che in bici può andare chiunque è la famiglia di Linda Maggiori con ben quattro bambini; è anche autrice del bel libro Vivo senza auto che fa un'analisi interessante e approfondita della genesi dell’auto in Italia, la sua colonizzazione del paese e di come sia possibile per chiunque emanciparsi dall’auto. E se ci è riuscita una famiglia di sei persone, ci può riuscire davvero chiunque, se lo vuole.
In conclusione la crociate a favore delle automobili sono solo un grande, ennesimo regalo e servizio a favore dei potenti del pianeta, le multinazionali dell’automobile e dei combustibili fossili che continuano a inquinare, provocare incidenti e prosciugare le tasche degli italiani che di questo possono ringraziare di cuore anche i crociati dell’automobile sempre e comunque.

 

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