Orto autoirrigante: l'esperienza di autocostruzione a Salte Trusche

Condividiamo con i nostri lettori l'esperienza di Sergio Calderale, che ha costruito un orto autoirrigante alle Salte Trusche, luogo dedicato alle arti, al movimento, alla connessione con noi stessi e con la natura creato dell’associazione Open Culture Atlas nella Tuscia viterbese.

Orto autoirrigante: l'esperienza di autocostruzione a Salte Trusche

di Sergio Calderale

Il 23 agosto scorso, qui alle Salte Trusche, abbiamo costruito un nuovo bancale di orto autoirrigante nel corso di una giornata aperta a chi voleva capirne il funzionamento attraverso l’esperienza pratica, che rende intelligenti le nostre mani e sa fissare i concetti meglio di mille appunti.

Detto in maniera sbrigativa, “autoirrigante” è un orto sotto al quale viene stoccata una riserva idrica, alla quale le radici delle piante attingono in maniera autonoma per un certo lasso di tempo, evitando di doverle innaffiare (fino a tre o quattro settimane, in estate!), e con un risparmio idrico sostanziale (stimato oltre il 70%).

Ci sono altri vantaggi, come l’assenza di tubi forati di plastica e temporizzatori elettrici, che a noi sono sempre stati un po’ indigesti.

I bancali autoirriganti sono inoltre rialzati dal suolo di circa mezzo metro, rendendo la terra meno lontana dalle nostre cure, e approcciabile anche da chi pretenda di prendere alla lettera l'”orto senza fatica” tanto nominato in permacultura…

Dulcis in fundo, al momento questi orti ci stanno dimostrando di non aver bisogno di essere recintati: siamo circondati dal bosco e gli animali selvatici come istrici, tassi, cinghiali circolano liberamente senza aver mai arrecato danni a questi bancali con muretti belli solidi.

Per “erigere” questo tipo di orto serve del materiale e saperlo mettere insieme nel modo corretto. A farci da guida in maniera minuziosa è stato il manuale che Alessandro Ronca, con Paolo Ermani, ha pubblicato nel 2023 — “L’orto autoirrigante“, Terra Nuova edizioni –, che nasce dalle sperimentazioni orticole condotte negli ultimi sette anni al Parco dell’Energia Rinnovabile (PeR), un progetto ammirabile legato alle energie rinnovabili, non solo tecnologiche ma anche del benessere personale.

Alessandro e il “suo” PeR noi li conosciamo da un po’: è grazie a loro che fin dalle origini del nostro progetto a Farnese abbiamo potuto capirci qualcosa in fatto di autoproduzione energetica e gestione delle acque piovane.

Vedere gli orti del PeR con i nostri occhi è stato il motivo per cui abbiamo deciso di realizzarli: funzionano! E sono adatti soprattutto a chi, come noi, ha l’esigenza di limitare al massimo l’acqua utilizzata. In più, noi delle Salte Trusche, sempre con tante idee e nuovi progetti che ci frullano in testa, amiamo anche solo l’idea di un orto che sappia arrangiarsi senza dipendere troppo assiduamente dal nostro intervento.

Chi ha partecipato alla giornata di operosità condivisa si è mostrato entusiasta della scoperta di questo tipo di orto domestico. Nelle foto che corredano l’articolo potete vedere sia alcuni bancali in produzione, sia quello nuovo. Al suo interno abbiamo inserito anche una lombricompostiera, autocostruita con avanzi di legno. Per difendere i giovani cavoli stiamo mettendo a macerare le piante di pomodoro che togliamo dai bancali, volgendo ormai la loro stagione al termine.

Tra qualche tempo confidiamo di darvi testimonianza che tutto sta procedendo al meglio.

Per essere informati delle prossime giornate di creazione di orti autoirriganti, o per chi voglia commissionarcene uno, scriveteci a saltetrusche@gmail.com e cercheremo di facilitare come possibile la vostra voglia di verdure genuine.
Buone coltivazioni a tutte/i!

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