Vaccinazioni: il ministro revoca la commissione Nitag dopo le polemiche

Il Ministro della Salute ha revocato con decreto la commissione Nitag, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, dopo le polemiche innescatesi per l'inserimento di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle. Lo fa sapere Quotidiano Sanità

Vaccinazioni: il ministro revoca la commissione Nitag dopo le polemiche

Il Ministro della Salute ha revocato con decreto la commissione Nitag, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, dopo le polemiche innescatesi per l'inserimento di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle. Lo fa sapere Quotidiano Sanità.

La commissione ha il compito di supportare le politiche vaccinali nazionali con raccomandazioni basate su evidenze scientifiche, valutazioni indipendenti e un approccio integrato alle tecnologie sanitarie.

Il ministro aveva nominato la compagine del Nitag il 6 agosto scorso e vi erano anche Paolo Bellavite, già docente di Patologia Generale all’università di Verona, e di Eugenio Serravalle, specialista in Pediatria preventiva e Neonatologia, Professore di Pediatria nella scuola di Osteopatia Sofi di Pisa e presidente dell’associazione dell’Associazione di studi e informazione sulla salute (Assis). 

Bellavite e Serravalle hanno avanzato negli anni posizioni critiche nei confronti delle politiche vaccinali per il Covid e non solo; e per questo la loro nomina aveva sollevato moltissime critiche. 

«Ironia della sorte - aveva scritto Enrica Perucchietti su L'Indipendente - il prestigio scientifico di Bellavite, misurato internazionalmente attraverso il suo punteggio H-Index (l’indice che classifica i ricercatori in base alle pubblicazioni effettuate e alle citazioni dei loro lavori scientifici), che è di 51, è nettamente superiore a quello di diverse virostar come Roberto Burioni (fermo a 38) e Fabrizio Pregliasco (che ha 29 punti)». La Perucchietti fa anche notare che «a guidare le proteste è il Patto Trasversale per la Scienza, promosso da Guido Silvestri e Roberto Burioni, che ha lanciato una petizione per chiedere la revoca delle nomine su Change.org».

Il dottor Serravalle aveva replicato alle critiche con un intervento pubblicato sul sito di Assis, dove si legge:

«Le nomine mia e del Prof. Bellavite a membri del gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni, hanno sollevato molte polemiche. Desidero in proposito fare alcune precisazioni e fornire alcune risposte.

NO VAX?
Per la giurisprudenza consolidata si tratta di un insulto e considerato diffamazione. I giornalisti e i giornali facciano attenzione perché ci sono già state onerose condanne per casi analoghi. Comunque, su alcune delle espressioni usate anche nei miei confronti e di cui sono venuto a conoscenza, non posso proprio lasciar correre, e ho dato mandato legale di sporgere almeno quattro querele.

INCOMPETENTI?
Siamo medici, specialisti, docenti, con lunghissima carriera, con grande soddisfazione di pazienti in salute. Si può dire lo stesso di ciascuno di coloro che ci stanno criticando?

CONFLITTO D’INTERESSI?
Nessuno. Si può dire lo stesso per ciascuno di chi ci sta attaccando?

CONTRARI AI VACCINI?
No, prudenti. Applichiamo il principio di precauzione cui si ispira l’ordinamento dell’Unione Europea (in cui per altro non c’è obbligo vaccinale in 14 Paesi) e la deontologia medica che mette al primo posto la salute di ogni singolo assistito. Tutti i farmaci hanno effetti avversi. In particolare, l’emergenza COVID-19 ha prodotto una situazione inedita con la somministrazione di massa obbligatoria di prodotti sperimentali sviluppati in tempi compressi. Ci sono stati effetti avversi anche mortali riconosciuti da autopsie e sentenze e in foglietti illustrativi dei medicinali, che sono documenti ufficiali con valore legale. Dopo 5 anni dovrebbe essere possibile discutere e fare valutazioni basate sui dati, senza censure.

ANTI SCIENTIFICI?
Al contrario: la scienza non è un dogma. La scienza è un metodo che si basa sulla verifica con metodo scientifico di teorie anche contrapposte: alla fine ‘vince’ chi porta i dati e le prove più valide e forti. Personalmente ho una ricca bibliografia ed esperienza clinica a sostegno del mio approccio prudente e sono desideroso di confrontarmi con i colleghi proprio sulla base dei dati scientifici più validi. Questo è uno dei fondamenti del metodo scientifico, che si basa sul dubbio costruttivo e sul confronto basato su prove, non su dogmi e censure. Di fronte a prove migliori di quelle che posso presentare, ho preso l’impegno a riconoscerlo pubblicamente. Auspico analoga disponibilità da parte degli interlocutori.

MARGINALI?
No, coraggiosi testimoni della nostra indipendenza dai condizionamenti delle case farmaceutiche e di altri produttori che, visti i grossi interessi economici in gioco, esercitano pressioni su ricercatori, Università, Ospedali, media e decisori politici. Sono tra coloro che vogliono rimettere al centro la salute e la scienza nell’esclusivo interesse dei cittadini, senza censure, senza dogmi, senza approcci fideistici, ma alla ricerca continua delle prove più valide e forti, via via che si rendono disponibili.

CONSIDERAZIONI GENERALI
Penso che chi ha proposto il mio nome e ha fatto la scelta di inserirmi nel Nitag possa rivendicarne la responsabilità con ottime ragioni. È proprio il fatto che ci siano anche esperti “critici” che può rendere questo Gruppo di lavoro più efficace e in grado di considerare le questioni sulle politiche vaccinali in maniera più completa e articolata, condividendo diverse prospettive, dati e valutazioni fondate su questi, che sono la base della scienza e anche della nostra preziosa democrazia. Come si può, oggi, censurare e condannare la presenza di professionisti critici rispetto ad alcune politiche che hanno caratterizzato le scelte di sanità pubblica degli ultimi anni? Di che cosa si ha paura, se viene loro chiesto, come a tutti i membri del Nitag, di essere rigorosi nella presentazione dei dati scientifici e delle argomentazioni? (fondamentale in proposito la precisazione del nuovo Presidente Nitag: “Sicuramente il Gruppo lavorerà utilizzando dati scientifici ‘evidence-based’). Con queste premesse, che da anni faccio anche mie, ben venga il confronto, quando l’intento finale è ottimizzare il bene e la salute dell’individuo e della comunità».

 

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