L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste

L'ONU ha proclamato il 2011 anno internazionale delle foreste. Il ricco calendario, che prevede eventi organizzati in vari angoli del pianeta con l’intento d’informare e sensibilizzare l’opinione pubblica in materia, prende il via da New York, dove dal oggi al 6 febbraio si terrà la Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa.

L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste
Se lo stato di emergenza delle foreste fosse un quadro, potrebbe essere efficacemente rappresentato dall’Urlo di Munch. I cinefili, magari, preferirebbero la rappresentazione animista resa nel film fantascientifico Avatar del 2009. Ma, dato che è ai dati economici e statistici che si deve fare riferimento, ci basti sapere che la deforestazione oggi viaggia all’allarmante ritmo di 130.000 km2 all’anno con la conseguente estinzione di specie vegetali e animali stimata in 100 specie per giorno. Per l’anno 2011 l’appello dell’ONU investe le foreste al fine di favorirne la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo, riconoscendone il potenziale contributo nella lotta alla povertà e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo internazionalmente concordati per il Millennio. Il ricco calendario, che prevede eventi organizzati in vari angoli del pianeta con l’intento d’informare e sensibilizzare l’opinione pubblica in materia, prenderà il via da New York , dove dal 24 gennaio al 6 febbraio si tiene la Conferenza ministeriale sulla protezione delle foreste in Europa. Tra le finalità dell’Anno Internazionale delle Foreste non possono mancare la ricerca internazionale, da promuovere e favorire in un networking di scambi e collaborazioni sinergiche e il varo di obiettivi specifici per arginare i problemi ambientali connessi al degrado e alla perdita di aree forestali. L’urgenza di attenzionare i temi sopra detti è motivata soprattutto dall’accertata rilevanza che le foreste hanno nel contrasto ai cambiamenti climatici. Le aree boschive sono infatti la principale risorsa naturale utile ad ostacolare il riscaldamento globale grazie alla fondamentale attività di fissazione del carbonio esercitata dagli alberi. A ciò si aggiunga il ruolo svolto a salvaguardia della biodiversità, a favore della depurazione e regimazione delle risorse idriche, nell’emissione dell’ossigeno e assorbimento di CO2, nella limitazione dei processi di erosione e desertificazione dei suoli. Una valenza polifunzionale comprensiva anche del ruolo produttivo, socio-culturale e ecologico-paesaggistico, che ha motivato l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’ONU a proclamare, durante l’83esima Riunione Plenaria del 20 dicembre 2006, il 2011 'Anno Internazionale delle Foreste', in accordo con le Convenzioni sulla Diversità Biologica e con il Protocollo di Kyoto che, nel 1977, pose i primi obiettivi ambientali per la lotta al riscaldamento globale del pianeta. L’abbattimento delle foreste, da cui dipende la vita di oltre un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo, avviene al 94,1% nelle aree tropicali del Brasile, del Congo e dell’Indonesia per opera di un business che gravita intorno all’abbattimento, alle coltivazioni industriali e all’industria del legname. In alcuni casi, sono le stesse popolazioni a ricorrere al taglio incontrollato degli alberi per utilizzarne il legno come combustibile. Succede in Paesi dell’Africa e dell’America Latina, secondo quanto relazionato lo scorso ottobre nel congresso nazionale di Spegni lo spreco… accendi lo sviluppo, che ha anche informato gli intervenuti sulle buone pratiche messe in atto nel sud del mondo. Esperienze che fanno uso di tecnologie appropriate, ovvero basate sul riciclo di sole, acqua, vento, biomasse e rifiuti tecnologici adattati alla situazione specifica. Cucine solari e biomasse per combustione costituiscono due esempi che hanno consentito (con un lavoro di coinvolgimento e di formazione delle comunità) la riduzione del taglio degli alberi e buoni risultati nella lotta all’erosione e alla desertificazione dei terreni di quei luoghi. L'Italia partecipa a un più ampio progetto europeo e tramite la Rete Rurale Nazionale può proporre iniziative di ricerca e approfondimento, d’incontro e divulgazione sul ruolo delle risorse forestali nello Sviluppo delle aree Rurali del Paese per il periodo 2007-2013. C’è da dire che solo con il Piano d’Azione dell’Ue per le Foreste (PAF) presentato nel 2006, la normativa europea ha adottato un quadro unitario d’orientamento per gli interventi forestali realizzati dagli Stati membri e dalle istituzioni Comunitarie. Cosa si fa concretamente oggi in difesa delle foreste? La certificazione FSC (Forest Stewardship Council) è il sistema d’ispezione condotto in foreste o piantagioni forestali per valutare come queste sono gestite rispetto ai criteri di protezione ambientale e responsabilità sociale ed economica stabiliti dall’omonima organizzazione non governativa e no-profit. Alla FSC, dal 2001 in Italia fanno riferimento il gruppo FSC-Italia e gli Scrittori per le foreste, autori che promuovono la carta certificata presso i propri editori. Più di 300 progetti di conservazione dedicati interamente alle foreste sono portati avanti annualmente dal WWF in 65 Paesi del mondo. Altre associazioni no-profit, molto meno note, promuovono iniziative che tendono a fermare l’antropizzazione delle foreste, specie quelle pluviali, o a cambiare quelle abitudini di vita che favoriscono l’erosione e la desertificazione del suolo (altre facce di uno stesso problema ecologico). Succede in Bolivia, Senegal, Burkina Faso, tanto per citare degli esempi. I Paesi delle foreste tropicali stanno iniziando a sviluppare politiche e avviando progetti autonomi volti a ridurre le emissioni da deforestazione e degrado forestale. Operatori diversi - sostenitori del progetto, ministeri, donatori, agenzie delle Nazioni Unite, ONG – lavorano a questi temi. Talvolta in sinergia, più spesso in netta antitesi come nel caso del progetto pilota REDD + (Ridurre le Emissioni da Deforestazione e Degrado forestale), ora in corso in Bolivia, Brasile, Camerun, Tanzania, Indonesia e Vietnam, oggetto del rifiuto dell’Aseo, la più attiva e accreditata associazione ecologica della Bolivia orientale, membro della IUCN, la rete internazionale contro la desertificazione, e della Lega per la Difesa dell'Ambiente. Diretta dalla biologa Urbelinda Ferrufino Arnez, ASEO è un’ONG di volontari che non condividono il ricorso al rimboschimento con monocolture estensive e intensive, con varietà arboree destinate al taglio in larga scala e ai mercati di legno pregiato che il REDD sosterrebbe. "Deserto Verde", così definisce l’ASEO il risultato di una forestazione accusata di venire a patti con la funzione produttiva speculativa sacrificando la visione ecologica. Alcuni obiettivi concreti dell’Anno Internazionale delle foreste Circa 1,5 miliardi di ettari di foreste persi e degradati del mondo, un'area grande quasi quanto la Russia, potrebbero essere ripristinati. Questo è il risultato delle più recenti ricerche a livello mondiale che ora si dovrebbe estendere a livello nazionale per identificare specifiche modalità. Ad affermarlo è l’IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura - l’ONG internazionale con sede a Gland (Svizzera) riconosciuta come la più antica e autorevole rete ambientalista mondiale. L’UCN è l’unica organizzazione specializzata nelle tematiche ambientali che riveste il ruolo di osservatore nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La sua analisi (presentata a dicembre 2010) rivela che l'Africa e l'Asia detengono le prospettive più promettenti, ciascuna con circa 500 milioni di ettari di paesaggi forestali con possibilità di restauro delle foreste. Quando dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 a Johannesburg si terrà il penultimo evento del calendario dedicato alle foreste, la XVII Conferenza ONU sul Clima (COP 17), l’ONU avrà il compito trovare un accordo che dia seguito al protocollo di Kyoto.

Commenti

Articolo interessante, ma devo segnalare alla giornalista Russo che esiste anche un altro schema di certificazione delle foreste e della loro gestione sostenibile, che è più diffuso di FSC per il settore della gestione forestale: lo schema si chiama PEFC (www.pefc.it). Il Parlamento Europeo e tutti i governi che hanno sviluppato le proprie politiche di approvvigionamento pubblico (il Green Public Procurement - GPP) considerano i due schemi come equivalenti, quindi credo sia opportuno completare l'articolo inserendo informazioni anche sul PEFC. Grazie Antonio Brunori, segretario generale PEFC Italia
Antonio Brunori, 24-01-2011 03:24
La sua osservazione, Dottor Brunori, mi dà occasione di far notare che la FSC non è qui citata in qualità di unico, migliore o prevalente schema di certificazione applicato in Italia, piuttosto che in Europa o nel mondo. E ancora, che non ci sono informazioni approfondite sulla stessa. La certificazione FSC viene menzionata in correlazione a una recente azione ambientalista compiuta da parte dell'industria editoriale che, a cascata, può trasferirsi o meno nelle preferenze dei lettori. Credo che lei non possa disconoscere l'azione e l'importanza della FSC! Analogamente, l'articolo non disconosce l'esistenza né entra nel merito della validità di altri schemi di certificazione forestale, ivi compreso il PEFC, che legittimamente, in qualità di Segretario Generale, lei ha qui richiamato e sinteticamente introdotto ai lettori. Dato che nel novero dei sistemi di certificazione forestale non compaiono solo PEFC e FSC, per quanto i più importanti a livello internazionale, e che dovremmo parlare anche della certificazione ambientale più generale, questo approfondimento richiede un articolo specificatamente intitolato. Il pezzo in argomento è un'introduzione a largo raggio per un focus internazionale con tanti livelli e tante pieghe da stendere. Abbiamo ancora 11 mesi e 6 gg. per occuparcene da vicino con spazi dedicati. Grazie dell'attenzione.
Lucia Russo, 25-01-2011 12:25

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