Rubinetto contro bottiglia, sull'acqua lo scontro è a suon di spot

La Coop lancia una campagna per promuovere il consumo dell'acqua del rubinetto. A pochi giorni di distanza Mineracqua, l’associazione di Confindustria che riunisce i produttori di acqua minerale in Italia, risponde con una serie di pubblicità che esaltano le caratteristiche dell'acqua in bottiglia. Un botta e risposta tra spot, segno che il movimento nazionale per la ripubblicizzazione ha aperto un fronte lungo il quale ognuno è chiamato a prendere posizione.

Rubinetto contro bottiglia, sull'acqua lo scontro è a suon di spot
Due campagne pubblicitarie antagoniste si sono susseguite su giornali e tv in questi giorni in un botta e risposta rapidissimo. Entrambe riguardano l'acqua. La prima è quella della Coop, in cui la testimonial Luciana Littizzetto cerca di convincere gli spettatori a bere acqua del rubinetto, oppure acqua di marchio Coop a filiera corta. L'altra è finanziata da Confindustria e Mineracqua ed ha l'obiettivo – ovvio anche se non dichiarato – di screditare la qualità dell'acqua del rubinetto per favorire quella in bottiglia. La campagna Coop si chiama 'Acqua di casa mia' ed è apparsa per prima sui mezzi di comunicazione. Nel breve spot andato in onda in televisione si spiega che l'acqua in bottiglia proviene spesso da molto lontano; la marmitta di un camion che con una fumata nera intossica la povera Littizzetto, lascia intuire che il suo trasporto è causa di un elevato inquinamento ambientale. In un comunicato la Coop spiega come dalle fonti alla tavola il trasporto dell’acqua metta in movimento ogni anno nel nostro paese circa 480.000 tir, e si ripropone di portare avanti tre filoni informativi riguardanti la situazione in Italia delle acque di rubinetto, le caratteristiche specifiche e la mappatura delle acque minerali e degli sprechi idrici. A pochi giorni di distanza, come da copione, ecco la risposta di Mineracqua, l’associazione nazionale di Confindustria che riunisce i produttori di acqua minerale in Italia. Un controspot che riprende per molti aspetti quello della Coop (nei colori, nelle immagini) illustra con fare convincente i presunti vantaggi dell'acqua in bottiglia. Lo slogan questa volta è "Acqua minerale. Molto più che potabile". Lo scopo è quello di convincere sulla qualità superiore dell'acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto, che per Mineracqua è "solo bevibile". Per raggiungere tale obiettivo la campagna di Mineracqua non va per il sottile e non risparmia qualche scorrettezza. Si dice fra le righe che l'acqua del rubinetto viene disinfettata con il cloro per renderla potabile, o che può essere erogata senza rispettare i parametri di legge, cose assolutamente non vere. "Si lascia intendere – spiega in un comunicato Alessio Alessandrini, Presidente di Acque del Basso Livenza – che l'acqua del rubinetto sia qualcosa di diverso dall'acqua minerale: è la stessa acqua. Tutte le acque sono minerali, e la loro mineralità si misura dal Residuo Fisso". In verità anche la pubblicità della Coop ha suscitato qualche critica. Pur promuovendo la giusta causa dell'acqua del rubinetto, infatti, non rinuncia a pubblicizzare la propria acqua in bottiglia. Per fare ciò non fa menzione dell'inquinamento derivante dall'imballaggio e riduce la questione ambientale a quella del trasporto su gomma. Ad ogni modo, comunque le si vogliano interpretare, emerge una indicazione chiara dalle due pubblicità. Che il tema dell'acqua è un tema caldissimo al momento. La battaglia per la sua ripubblicizzazione, con il milione e mezzo di firme raccolte per il referendum, ha aperto un fronte lungo il quale ognuno è chiamato a schierarsi. La Coop – vuoi per ragioni di convenienza, vuoi per ragioni etiche – ha deciso di strizzare l'occhio ai movimenti per l'acqua, mostrandosi almeno parzialmente dalla loro parte. Mineracqua, per ovvie ragioni, ha scelto il versante opposto.

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