ARI: «L'Italia recepisca la Dichiarazione dell'Onu sui diritti dei contadini»

«L'Italia recepisca la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di chi lavora nelle aree rurali»: è l'appello dell'Associazione Rurale Italiana nell'anniversario dell'adozione della dichiarazione stessa.

ARI: «L'Italia recepisca la Dichiarazione dell'Onu sui diritti dei contadini»

«L'Italia recepisca la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di chi lavora nelle aree rurali»: è l'appello dell'Associazione Rurale Italiana nell'anniversario dell'adozione della dicharazione stessa, avvenuta il 17 dicembre 2018.

«A livello globale, i contadini nutrono il mondo, ma il godimento dei loro diritti umani è minacciato, compreso il loro stesso diritto al cibo» ha detto Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani dal 2018.

«La dichiarazione compie il suo secondo anno di vita senza che il nostro Paese - così come altri Paesi dell’UE - abbia dato segni di apprezzamento o di implementazione» dicono dall'Associazione Rurale Italiana.

La Dichiarazione (UNDROP) in questione recita all'articolo 1.1:

"Ai fini della presente Dichiarazione, si definisce come contadino una persona qualsiasi che esercita, o mira a esercitare da solo o in associazione con altri o come comunità, attività di piccola produzione agricola, di sussistenza e/o per il mercato, e che si affida significativamente, per quanto non necessariamente in modo esclusivo, al lavoro familiare e ad altri modi non monetizzati di organizzare il lavoro, e che dipende in maniera particolare dalla terra ed è attaccata ad essa”.

«I diritti contadini hanno fondamento e sono profondamente radicati nel sistema dei diritti umani fondamentali - spiega ARI - Nell’esercizio di questi diritti trova legittimità e consistenza giuridica la proposta di legge Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina (Testo unificato C. 1825-C. 1968), in discussione presso la Commissione Agricoltura della Camera. Tenendo conto che siamo alla terza legislatura in cui questo tema è in discussione senza ancora approvazione dal Parlamento, auspichiamo che questa volta il percorso politico sappia essere più forte della pressione di una ristretta lobby che difende gli interessi dell’agricoltura industriale».

All'articolo 19.1 la Dichiarazione recita:

"I contadini e le altre persone che lavorano in zone rurali hanno il diritto alle sementi, in conformità con l’articolo 28 della presente Dichiarazione, (...)”.

«A questo vogliamo aggiungere la Legge n.101 del 6 aprile 2004, "Ratifica ed esecuzione del Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura” (ITPGRFA) adottato dalla trentunesima riunione della Conferenza della FAO a Roma il 3 novembre 2002 - prosegue ARI - Sia UNDROP che ITPGRFA tutelano i sistemi sementieri contadini e prevedono di conseguenza obblighi per gli Stati. Tuttavia, nelle attuali proposte del Ministero dell’Agricoltura italiano, questi strumenti non solo non vengono riconosciuti nella loro funzione irrinunciabile nella gestione dinamica della biodiversità agricola - a sua volta garante dei processi di adattamento delle coltivazioni ai cambiamenti climatici e sociali - 
ma vengono addirittura violati attraverso la negazione di diritti e pratiche contadine consolidate, come la risemina del proprio raccolto o lo scambio di sementi da agricoltore ad agricoltore. Ne è un chiaro esempio la proposta, ora in discussione alla Camera, che rimescola e irrigidisce la legislazione sementiera attuale già mancante di qualsiasi applicazione dei diritti contadini sulle sementi, con una rapida approvazione di quattro decreti legislativi che sembrano scritti sotto dettatura delle imprese sementiere. La sfacciata protezione garantita ai monopoli delle imprese sementiere è possibile solo attraverso continui colpi di mano ai diritti contadini e solleva non pochi sospetti sulla pressione di potenti lobby sulle strutture pubbliche».

L'Associazione Rurale Italiana, insieme a La Via Campesina, affermano «la necessità che UNDROP venga al più presto recepita e integrata all'ordinamento giuridico italiano in tutte le sue forme. Ciò è necessario per il raggiungimento della sovranità alimentare e per garantire il diritto a cibo di qualità a tutti i cittadini, nel rispetto dei contadini e dei lavoratori agricoli, colonna portante dell'agricoltura italiana e tuttavia ancora relegati nell'invisibilità delle scelte strategiche del nostro Paese».

 

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