Arresti per lo stadio di Roma: l’onestà in politica è impossibile?

Nove gli arresti per il nuovo stadio di Roma di Tor di Valle, 27 gli indagati. L'accusa è associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione. E si ripropone il tema, fondamentale, dell'etica nel potere e nella politica.

Arresti per lo stadio di Roma: l’onestà in politica è impossibile?

Tra le persone arrestate ci sono l'imprenditore Luca Parnasi, in carcere insieme a cinque suoi collaboratori. Ai domicilari il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Fi), l'ex assessore regionale Pier Michele Civita (Pd) e il presidente dell'Acea Luca Lanzalone.

Scrissi un articolo non molto  tempo fa in merito alla scelta delle persone in politica in base non solo al curriculum delle esperienze lavorative ma soprattutto in base al curriculum etico. Trattandosi di gestione della cosa pubblica ed essendo l’Italia uno fra i paesi più corrotti dell’universo, richiedere il curriculum etico sarebbe il minimo sindacale. Visti i recenti fatti di Roma con gli arresti di persone legate allo costruzione dello stadio di calcio, quell’articolo è quanto mai attuale.

Sembrerebbe che la politica non riesca o non voglia preferire l’onestà, l’etica al resto.  C’è un aspetto che dovrebbe essere dirimente nella scelta di questa o quella persona in ruoli decisionali, perchè chi tutta la vita non ha fatto altro che inseguire i soldi, ha un tenore di vita molto alto, pensa solo ad arrivare, frequenta soprattutto persone che come lui pensano che i soldi e il potere siano la ragione di vita, dovrebbe essere comunque guardato con diffidenza piuttosto che ammirazione, non importa che risultati abbia ottenuto. E’ infatti evidente che persone del genere sono a massimo rischio e minima affidabilità perché rispondono a criteri e padroni che sono assai lontani da quelli del bene collettivo.  Diventare bravi e capaci in uno o altro settore può farlo chiunque; diventare onesti o fare le cose per gli altri disinteressatamente è molto più difficile, soprattutto se non lo si è mai fatto e se non è mai stato un obiettivo da perseguire.

Purtroppo siamo ancora indietro dal punto di vista etico e ci si fa abbagliare da studi più o meno prestigiosi, curriculum manageriali e, ultimo ma non ultimo, dall’apparire come brave e distinte persone anche nel vestire, dettaglio assai importante per chi deve presentarsi come “per bene”. Ci si fa impressionare più da aspetti superficiali piuttosto di chi va la nocciolo delle questioni e agisce per il bene collettivo. A maggior ragione quando si gestisce del potere, il curriculum che conta dovrebbe essere quello dell’etica e non certo quello delle frequentazioni altolocate o se si guadagnano e/o pretendono cifre con molti zeri. E siamo arrivati al paradosso che guadagnare tanto pare essere un metro di giudizio positivo nel criterio di scelta, senza pensare che non poche volte chi guadagna tanto, i soldi li ha fatti sulle spalle di qualcuno, a danno dell’ambiente o fregando la collettività.

Nella scelta delle persone, non privilegiare l’etica oltre alle capacità si ritorce contro il bene comune, visto che la gente disonesta infanga o rende assai difficile il  lavoro di chi onesto lo è per davvero. Tra l’altro c’è un aspetto che viene sempre tralasciato quando si scelgono persone con curriculum dove l’etica non ha posto. Di solito persone simili, proprio perché devono arrivare, non si circondano di collaboratori ma di pedine che gli possano garantire il raggiungimento e mantenimento di ancora più potere. E quindi  le pedine non devono essere efficienti o capaci, meno che mai etiche ma solo obbedienti. E’ chiaro che una compagine simile possa fare ben poco per il bene pubblico, se non aspettare che gli arrivi qualche avviso di garanzia. Chi ha frequentato sempre partiti, faccendieri e persone di potere, avrà molto probabilmente una mentalità ben poco aderente ai dettami di onestà, trasparenza ed etica, per motivi strettamente fisiologici dato che la politica fatta da queste persone ha spolpato l’Italia.

Si potrebbe pensare che la politica non possa essere fatta che da persone simili e quindi non ci sia speranza alcuna, ma ancora una volta ci viene in soccorso l’esempio dell’ex presidente dell’Uruguay Mujica che viveva in maniera semplicissima ed austera e di certo non si distingueva per il suo curriculum, le sue parcelle o il suo guardaroba, bensì per la sua forza morale ed etica; e nonostante rappresentasse un piccolo paese di tre milioni di abitanti è diventato un esempio a livello mondiale. Quale politico italiano attuale facente parte di un paese ben più conosciuto dell’Uruguay può vantare la forza morale ed etica di Mujica, riconosciuto per questo nel mondo? Quando i nostri politici prenderanno a modello persone del genere e metteranno in pratica quel modello, probabilmente avverrà il vero cambiamento. In Italia persone oneste, con idee, capacità e grande esperienza messa al servizio degli altri, ce ne sono tante e lavorano da sempre per obiettivi ben diversi dall’affermazione personale e l’ingrasso del conto in banca. Se mai la politica un giorno volesse finalmente davvero decidersi a mettere onestà, etica ed efficienza come modus operandi, di gente ne troverebbe di sicuro; ma senza questa essenziale rivoluzione, sarà sempre e solo una via crucis fra un arresto e l’altro.

 

 

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