Basilicata: cave dismesse nelle mani delle ecomafie

Su tutto il territorio italiano vi sono 13.016 cave dismesse e abbandonate e soltanto una piccola parte di queste è destinata a vedere un concreto ripristino ambientale. Emblematico è il caso della Basilicata: nessuno controlla cosa entra ed esce dalle cave ed il rischio è che queste finiscano nelle mani delle ecomafie.

Basilicata: cave dismesse nelle mani delle ecomafie
Su tutto il territorio italiano vi sono 13.016 cave dismesse e abbandonate e, come si legge nel Rapporto Cave 2011 di Legambiente, soltanto una piccola parte di queste è destinata a vedere un concreto ripristino ambientale. Emblematico è il caso della Basilicata: nessuno controlla cosa entra ed esce dalle cave ed il rischio è che queste finiscano nelle mani delle ecomafie. Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, Legambiente ha stimato che ogni anno in Basilicata il business delle cave frutta oltre cinque milioni di euro. Le associazioni ambientaliste denunciano da tempo il fatto che la Regione non ha un Piano per la bonifica ed il ripristino ambientale delle cave e, in assenza di regole, le ecomafie trovano terreno fertile. Il recupero delle aree è a carico di chi le ha sfruttate. Eppure, per chi non osserva le prescrizioni ambientali, la sanzione parte da cento euro: una somma irrisoria rispetto a quanto possono fruttare sabbia e ghiaia estratte da una cava. Qualche anno fa, racconta il Corriere del Mezzogiorno, i carabinieri del Noe e la Polizia provinciale trovarono in una cava sequestrata una ruspa in funzione. Gli investigatori ottennero allora un nuovo sequestro. Da quel momento però non si sa chi controlla la cava, se si estrae abusivamente o se sono comparsi rifiuti.

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