Il batterio killer e l'industria dell'allevamento intensivo

L'epidemia del 'batterio killer' Escherichia coli che ha colpito in particolare la Germania del nord e messo in allerta il mondo intero, dimostra il potere conseguito in questi ultimi anni dall'industria dell'allevamento intensivo. Vediamo perché.

Il batterio killer e l'industria dell'allevamento intensivo
L'infezione del batterio antibiotico-resistente Escherichia coli che ha gettato nel panico il mondo intero e gravemente danneggiato il mercato ortofrutticolo europeo, dimostra in maniera inequivocabile il grande potere conseguito in questi ultimi anni dall'industria dell'allevamento intensivo. Anche se si cura di mantenere un profilo basso questa industria è, per fatturato, la terza del pianeta, subito dopo quelle del petrolio e degli armamenti. Per dare un'idea basta citare la Pilgrim’s Pride, che è il più grande produttore del mondo di carne, con un fatturato di oltre 26 miliardi di dollari o la Smithfield Food, prima azienda del mondo di produzione e lavorazione di carne di maiale che vanta un fatturato di 10 miliardi di dollari l’anno. L'Escherichia coli, lo sanno anche i sassi, è un batterio dell'apparato intestinale. Tipico dei mammiferi a sangue caldo, è così comune che viene usato nelle analisi delle acque di falda come marcatore di inquinamento da materia fecale. Qualsiasi veterinario, medico o giornalista scientifico che si fosse trovato di fronte ad una contaminazione con questo batterio avrebbe dovuto rivolgere la sua attenzione agli allevamenti intensivi di maiali che abbondano nella Germania del nord. L'antibiotico-resistenza di questo particolare ceppo poi, avrebbe dovuto indirizzare immediatamente le ricerche in quella direzione, dato che si sa perfettamente come gli allevamenti intensivi siano le vere fucine di tutti i più micidiali virus e batteri che le autorità sanitarie rinvengono periodicamente sul pianeta. Infatti, per consentire la sopravvivenza degli animali nelle condizioni di stress intenso a cui queste moderne 'Treblinka della sofferenza animale' sottopongono la loro 'merce', questi devono essere costantemente trattati con dosi massicce di antibiotici. La perenne lotta tra i germi e gli antibiotici seleziona sempre nuovi ceppi e usura così rapidamente tutte le difese che la farmaceutica mette a disposizione dell'uomo, al punto da cominciare a far temere di raggiungere presto una condizione di totale impotenza di questa classe di farmaci. Questo avviene con la sostanziale complicità di tutte le principali autorità sanitarie mondiali che sull'argomento si limitano ad emettere qualche blanda raccomandazione. Il motivo è evidente, la potenza economica delle grandi Corporations del settore mette tutto a tacere, cosi come fa fare la figura degli idioti ai patologi tedeschi, obbligati a cercare in tutte le direzioni tranne che sotto il loro naso, in una tragica pantomima delle tre scimmiette.

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