Terzigno: sulla discarica decisioni sospese. Ma i cittadini chiedono soluzioni

Terzigno: la "sospensione a tempo indeterminato" di ogni decisione sull’apertura della discarica di Cava Vitiello non accontenta i cittadini del vesuviano. I Sindaci dei comuni coinvolti non firmano il documento di Bertolaso e chiedono la totale cancellazione della seconda discarica del Parco Nazionale del Vesuvio.

Terzigno: sulla discarica decisioni sospese. Ma i cittadini chiedono soluzioni
I cittadini di Terzigno non cedono al compromesso e continuano a portare avanti la loro protesta affinché venga revocata con un decreto la legge 123 del 2008 che stabilisce l’apertura della seconda discarica, dopo quella di Cava Sari, nel Parco Nazionale del Vesuvio. "Non firmiamo", ha dichiarato infatti il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella riferendosi al documento stilato il 23 ottobre al termine di un lungo vertice dei sindaci vesuviani con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente della Regione Stefano Caldoro, il prefetto Andrea De Martino e il questore Santi Giuffrè. In particolare, le popolazioni locali non accettano quanto sottoscritto al vertice riguardo Cava Vitiello. Il documento prevede infatti la sospensione "a tempo indeterminato" di ogni decisione sulla possibile apertura della seconda discarica nel Parco vesuviano al fine di conseguire "ottimali condizioni di compatibilità ambientale e sanitaria del contesto, nell'ottica della migliore tutela della salute e dell'ambiente". Insoddisfatti da questa ipotesi di temporaneo congelamento della questione, i cittadini chiedono la totale cancellazione della discarica di Cava Vitiello dal piano rifiuti. Si tratta di "tempi lunghi per il congelamento di Cava Vitiello, non certo poche settimane. Noi avevamo proposto lo stop fino a dicembre 2011, ma per i sindaci era troppo poco e quindi abbiamo scritto sul documento: sospensione a tempo indeterminato. La sua apertura è rimandata alle calende greche per ora lì non si fa nulla, ma non possiamo cancellarla dalla legge", replica il capo della Protezione civile. Il documento, siglato unilateralmente (senza la firma dei sindaci e il consenso della popolazione locale, ndr), prevede inoltre la chiusura per tre giorni di Cava Sari, la discarica attualmente operativa, per effettuare analisi sull’aria, sull'acqua e sul suolo al fine di evidenziare eventuali rischi per la salute dei cittadini. Prevista inoltre la copertura della discarica con argilla, operazione che serve ad evitare che si levino ancora esalazioni insopportabili. Al termine dei riscontri, riprenderanno gli sversamenti di rifiuti ma soltanto per i Comuni vesuviani compresi nella 'zona rossa'. Come annunciato da Bertolaso, i rifiuti di Napoli saranno conferiti nell'inceneritore di Acerra, dove ieri sono state già bruciate 1.580 tonnellate di immondizia. Gli altri punti del documento riguardano l'istituzione di un tavolo tecnico fra istituzioni, enti locali interessati e rappresentanti dei cittadini "per la formulazione di proposte utili ad attività istruttorie e propedeutiche alla definizione del piano rifiuti" e l'avvio in Consiglio regionale di un approfondimento del piano, in particolare per la definizione degli ambiti. I cittadini giudicano positiva l'intenzione di Bertolaso di aprire un tavolo tecnico, ma ritengono indispensabile per proseguire il confronto la cancellazione di Cava Vitiello dalla legge 123.

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