L’inevitabile ritorno al futuro

“Ritornare alla bicicletta sarebbe una sconfitta del progresso che certo non si può fermare di fronte alla mancanza di ossigeno”. Paolo Ermani ironizza sulla decisione del governo cinese di promuovere l'utilizzo delle due ruote in Cina, dove i livelli di smog sono diventati insostenibili.

L’inevitabile ritorno al futuro
È notizia di questi giorni che in Cina il governo vuole introdurre nuovamente in maniera massiccia l’uso della bicicletta per i cittadini perché i livelli di smog sono così alti da essere diventati insostenibili, anche perché in Cina sono vendute oltre un milione di automobili al mese. A questo punto però mi chiedo perché ritornare alla bicicletta. Non dovevano arricchirsi tutti, nuovo credo del Partito Comunista Cinese? Non dovevano tutti andare con automobili, camion e ogni altro mezzo a motore, assai velocemente proposto dall’occidente che sta facendo affari d’oro con la Cina? Mezzi a motore dove uno dei settori più in crescita è quello delle auto di lusso. Il famoso 'comunista in Ferrari', nuova specie geneticamente modificata e mai vista prima di ora. Ritornare alla bicicletta sarebbe una sconfitta del progresso che certo non si può fermare di fronte alla mancanza di ossigeno. Perché non proporre a chi vende automobili di investire parallelamente nel settore di maschere antigas e comode bombole di ossigeno da vendere ai cittadini? Un doppio e interessante business: da una parte si asfissia, dall’altra si dona aria preziosa, due piccioni con una fava e due profitti in un colpo solo! In questo modo il Pil crescerà ancora e avremo un'altra vittoria del progresso e della modernità. Ma quali biciclette! Si fa anche fatica, non si può mica tornare indietro e poi se ci si arrende alla bicicletta chissà che fine si fa, magari si ritorna alle carrozze a cavallo e poi all’età della pietra! Ma siamo matti? Non scherziamo per favore, niente biciclette, viva l’automobile, viva lo smog, viva il profitto.

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