Bisfenolo A: dal 1 giugno stop ai biberon in policarbonato

Dopo il blocco della produzione, entra in vigore il divieto di commercializzazione dei biberon in policarbonato contenenti bisfenolo A (BPA). La sostanza, giudicata dannosa per la salute, risulta infatti particolarmente pericolosa per i bambini. Per la Commissione europea è preferibile utilizzare contenitori in vetro.

Bisfenolo A: dal 1 giugno stop ai biberon in policarbonato
Il bisfenolo A è un composto organico utilizzato principalmente nella produzione di materie plastiche e in particolare di policarbonato, alla base di una serie di prodotti per bambini, ma anche di dispositivi medici, odontoiatrici e ottici. Le evidenze circa la tossicità del bisfenolo A si sono accumulate nel corso degli anni, a partire dagli anni Trenta e sempre più intensamente nell'ultimo decennio, nel corso del quale sono stati pubblicati diversi studi negli Stati Uniti, ad esempio attraverso il National Institute of Envirommental Heath Sciences , e in Europa. Così è stato dimostrato che il BPA interferisce con l’equilibrio ormonale e può danneggiare lo sviluppo cerebrale, gli organi riproduttori, sia nei feti che negli adulti, e il sistema immunitario; alcuni studi hanno ricondotto all'assunzione di BPA anche problemi cardiaci, di obesità, di diabete ed effetti cancerogeni. Nel 2010 una ricerca condotta in Italia con il coordinamento del professor Giulio Signorile, presidente della Federazione Italiana Endometriosi, ha individuato la relazione tra BPA e endometriosi, patologia largamente diffusa tra le donne in età riproduttiva. L'assunzione del bisfenolo A avviene tramite l'utilizzo dei contenitori per alimenti in policarbonato: l'instabilità del legame chimico tra le molecole del BPA aumenta il rischio che la sostanza si diffonda nel liquido o nel cibo racchiuso nel contenitore e venga quindi ingerita. A partire dal 2010, alcuni governi, come quelli danese e francese, hanno deciso di vietare l'impiego di BPA per la fabbricazione di contenitori in plastica per alimenti o bevande destinati ai bambini fino a 3 anni. A seguito di questi interventi, nel novembre scorso, la Commissione europea ha adottato la direttiva 2011/8/UE che ha stabilito il divieto di produzione di biberon in policarbonato contenenti bisfenolo A a partire dal 1 marzo 2011 e il divieto di importazione e commercializzazione dal 1 giugno dello stesso anno. La decisione si basava sulle ricerche condotte dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che nel 2006 ha confermato la validità della dose giornaliera tollerabile (TBI) pari a 0,05 mg per chilo di peso corporeo, evidenziando però come il sistema di eliminazione di BPA di un bambino non sia sufficientemente sviluppato per tutelarlo dagli effetti nocivi connessi all'assunzione della sostanza. In particolare, l'EFSA ha individuato proprio nei biberon in policarbonato “la principale fonte di esposizione al BPA per i bambini”, da cui la decisione della Commissione di bloccarne la diffusione e di promuovere l'utilizzo di altri materiali plastici e soprattutto del vetro. Le aziende produttrici si sono gradualmente adattate alle nuove regole introducendo linee di prodotti in plastica privi di bisfenolo per sostituire quelli realizzati con BPA. Un'alternativa sicura è rappresentata comunque dal vetro, che presenta l'ulteriore vantaggio di non alterare la composizione e il sapore dell'alimento. Un primo successo quindi, ma ancora parziale. Sebbene l'EFSA abbia attribuito ai biberon il maggior grado di pericolosità, resta da capire quanti altri contenitori e prodotti alimentari per bambini siano confezionati con policarbonato, a partire dalle tazze e dai coperchi dei vasetti degli omogeneizzati.

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