"Stop austerity" e "Block Bce" a Napoli: in migliaia per le strade

In migliaia il 2 ottobre per le strade di Napoli al grido di “stop austerity” per protestare contro le politiche economiche europee di austerità, sfruttando il vertice organizzato dalla Banca Centrale Europea e quello delle piccole e medie imprese europee.

Tutto questo è capitato in un giorno, ricordiamolo, in cui l'amministrazione comunale è stata decapitata poiché il sindaco De Magistris è stato sospeso dalle sue funzioni per la condanna per abuso d'ufficio nel processo Why Not*.

Napoli è stata presidiata da circa duemila uomini delle forze dell'ordine, la motivazione era quella di garantire la sicurezza in occasione del vertice della Bce alla Reggia di Capodimonte e dell'Assemblea delle Piccole e Medie Imprese organizzato dalla Commissione Europea nella stazione marittima della città.

Per tutta la giornata del 2 ottobre i media non hanno fatto altro che parlare dei disagi, dei blocchi stradali, dei disordini, dei lacrimogeni, ma nulla o pressoché sui motivi della protesta.

Nessuno ha parlato degli workshop e dei tavoli tematici organizzati dai promotori della protesta (una rete diffusa di cittadini, soprattutto giovani, associazioni, eccetera) nei giorni scorsi in piazza San Domenico e in altri luoghi del centro per parlare di lavoro e di formazione.

Vi proponiamo il messaggio diffuso in rete per annunciare la mobilitazione del 2 ottobre a Napoli contro il Consiglio di Governo della Banca centrale europea.

"Jatevenne!

Il 2 ottobre si tiene a Napoli, nella reggia di Capodimonte, il Consiglio di Governo della Banca centrale europea con Mario Draghi e tutti i governatori delle banche centrali che hanno diretto in questi anni le politiche di austerità, precarietà, tagli alla spesa sociale, alla Scuola e alla Sanità. Sarà presente a Napoli anche il Presidente della Commissione Europea Barroso, il Presidente Napolitano e i ministri del Governo italiano. La BCE è un Istituzione antidemocratica che ha programmato e realizzato l’impoverimento di decine di milioni di persone in tutti i paesi della UE. Tutto per regalare, in nome della crisi, miliardi di euro al profitto di pochi, alle spese militari e alla speculazione finanziaria. Vengono al Sud a “celebrare” il disastro sociale che hanno creato!

Dal 28 settembre al 1 ottobre si ricordano le quattro giornate del 1943 in cui la città si ribellò all’occupazione nazifascista. Il 2 ottobre sarà perciò la quinta giornata di Napoli! Cominciamo a costruire insieme una nuova liberazione dall’autoritarismo e dal profitto di pochi contro i diritti di tutti.

Le loro politiche assediano le nostre vite di precari, cassintegrati, disoccupati, indebitati… Assediamoli!".

La pagina Facebook dei manifestanti è:

https://www.facebook.com/pages/Block-BCE-Napoli-2-Ottobre/651057588325414?fref=ts

Video e testimonianze anche qui:

http://www.youreporter.it/video-foto/napoli-2-ottobre-corteo-blockBCE

Materiali:

http://www.polisblog.it/post/259862/block-bce-2-ottobre-2014-manifestazione-napoli

 

*Il rinvio a giudizio per l’affaire Why not e l’acquisizione di tabulati telefonici di politici e parlamentari, tra il 2006 e il 2007, era arrivato il 21 gennaio 2012. L’ex pm, oggi sindaco di Napoli Luigi de Magistris è stato condannato, a Roma, ad un anno e tre mesi di reclusione a conclusione del processo. Stessa condanna per il consulente informatico Gioacchino Genchi. Tra i numeri analizzati da quest’ultimo finirono l’allora ministro di Giustizia Clemente Mastella (indagato in Why Not e prosciolto dopo la sottrazione del fascicolo a de Magistris), il deputato Francesco Rutelli, Giancarlo Pittelli, i deputati Beppe Pisanu (ex ministro dell’Interno di un governo Berlusconi), Marco Minniti, Antonio Gentile, Sandro Gozi. Per un breve periodo fu indagato, come atto dovuto, anche l’ex premier Romano Prodi, poi archiviato.  Il pm aveva chiesto l’assoluzione per l’ex magistrato. Il pm di Roma Roberto Felici – il 23 maggio 2014 – aveva chiesto l’assoluzione per l’ex magistrato: ”Chiedo l‘assoluzione per Luigi de Magistris perché il processo ha dimostrato che non era a conoscenza che stesse compiendo atti illeciti”. Per Genchi invece era stata sollecitata una condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Cuore del processo l‘acquisizione di utenze di alcuni parlamentari. Una vicenda che risale al 2006 quando l’attuale primo cittadino era pubblico ministero a Catanzaro, titolare dell’inchiesta Why Not.  due imputati sono accusati di abuso d’ufficio per aver acquisito le utenze senza le necessarie autorizzazioni parlamentari, di Prodi, Rutelli, Mastella, Minniti e Gentile. Nel corso della requisitoria, il pm Roberto Felici aveva spiegato come pur essendo stato de Magistris a dare “carta bianca ” al suo consulente tecnico, indagando sui contatti trovati nell’agenda di Antonio Saladino (un imprenditore indagato) fu Genchi a trasformarsi in “dominus” dell’inchiesta e a disporre non solo i decreti di acquisizione degli atti, poi firmati dal magistrato. Per l’accusa Genchi arrivò a scegliere i nominativi, con le utenze telefoniche, di chi doveva entrare a far parte dell’inchiesta. La difesa, invece, sosteneva che i tabulati erano stati acquisiti ignorando chi utilizzasse quei telefoni visto che le utenze, in molti casi, erano intestate a società e terze persone. Di fatto si indagava su utenze delle quali non potevano sapere a priori le intestazioni. Scoperte, per l’appunto, soltanto dopo l’acquisizione dei tabulati e delle notizie richieste alle compagnie telefoniche. (Da Il Fatto Quotidiano)

 

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