Bomba a Brindisi davanti a una scuola. L'utilità della tensione

Sabato 19 maggio una bomba fatta esplodere davanti ad una scuola di Brindisi ha ucciso una ragazza di 16 anni e ferito gravemente altri studenti. Un fatto che segna una pagina nera delle nostre cronache sociali. Quale il senso di questo terribile gesto? Marco Cedolin si interroga a poche ore dall'accaduto, nel frattempo la stampa nazionale diffonde le immagini catturate dalle telecamere su strada: il responsabile sarebbe un uomo bianco sulla cinquantina, che avrebbe agito da solo.

Bomba a Brindisi davanti a una scuola. L'utilità della tensione
Esplode una bomba (costituita da tre bombole del gas collegate fra loro) davanti ad una scuola di Brindisi, facendo scempio di studenti e lasciando sul selciato il corpo inanimato di una ragazza di 16 anni e altri ragazzi feriti gravemente. Una tragedia che strazia il cuore e s'insinua nelle coscienze, lasciando in bocca un gusto amaro e tanto dolore. Quale significato potrebbe mai avere un attentato di questa crudeltà, apparentemente privo di senso? E quali attori perversi si celano dietro ad un'azione così aberrante? La mafia? Il terrorismo eversivo? I servizi segreti? Gli inquirenti naturalmente stanno vagliando l'accaduto e forse fra qualche giorno saranno in grado di presentare una qualche verità ufficiale, oppure le indagini proseguiranno, come è accaduto spesso in passato, senza risultati per decenni, fino a perdersi nei meandri del tempo e dell'imponderabile. Senza alcuna presunzione di voler dare delle risposte, riteniamo comunque giusto portare qualche riflessione, basata unicamente sull'uso della logica. Come molti hanno già avuto modo di scrivere è assai improbabile che ci sia la mafia dietro alla bomba di Brindisi. La mafia, nelle sue varie declinazioni, fino ad oggi non ha mai colpito nel mucchio attentando alla vita di comuni cittadini, ma quando è accaduto ha sempre diretto le proprie azioni contro obiettivi ben precisi che avevano un senso all'interno del contesto. Inoltre la mafia rifugge la pubblicità e da un attentato come quello di Brindisi avrebbe solo da perdere: gli occhi degli inquirenti e dei media focalizzati sul territorio, nuove leggi più repressive, maggiori attenzioni ai suoi movimenti. Una iattura insomma... Altrettanto improbabile è l'ipotesi che dietro all'attentato di Brindisi si celi un qualche gruppo terroristico eversivo. Qualsiasi gruppo eversivo ha il bisogno spasmodico di raccogliere in qualche misura consensi fra la popolazione. Gambizzando un manager Ansaldo o attentando ala vita di Befera, forse qualcuno potrebbe anche sperare di raccogliere consensi fra i cittadini. Ma facendo strage fra gli studenti che vanno a scuola si raccoglie solamente l'odio di tutti gli strati della popolazione senza distinzione. Sarebbe come scavarsi la fossa da soli. Non resta che l'ipotesi di un mitomane completamente fuori di testa o di un disegno scientemente ordito, nel tentativo di resuscitare la strategia della tensione. Senza dubbio in un momento come quello attuale, in cui il paese versa in condizioni drammatiche ed un governo illegittimo sta portando avanti un'operazione di macelleria sociale di enormi proporzioni, determinando un incremento del conflitto sociale (ancora comunque abbondantemente sotto il livello di guardia), un attentato come quello di Brindisi potrebbe risultare di grande utilità. In primo luogo i cittadini, posti di fronte al terrore, sono propensi a stringersi intorno alle istituzioni e più si sentono spaventati, più si stringeranno forte intorno allo stato che nell'immaginario collettivo rappresenta la legalità. In secondo luogo il terrore va combattuto con forza e questo assioma costituisce il viatico per l'introduzione di leggi speciali e provvedimenti antidemocratici che sarebbero stati osteggiati in condizioni di normalità. Un primo effetto immediato lo si sta già riscontrando in queste ore, con il fiorire in giro per l'Italia di manifestazioni, sit in e fiaccolate, organizzate da varie figure istituzionali, da elementi del mondo sindacale e della cosidetta 'società civile'. Manifestazioni preposte ad esternare la profonda indignazione contro gli ignoti autori del gesto, ma anche a rinfocolare il 'matrimonio' dei cittadini con lo stato, che stava cadendo in disgrazia. Manifestazioni che di fatto hanno sostituito e sostituiranno quelle contro Equitalia e contro il governo che esprimevano il profondo disagio nei confronti di problemi di enorme portata, che nell'ondata emozionale del momento vengono accantonati. Un secondo effetto sarà sicuramente costituito dal 'giro di vite' di ordine legislativo che i partiti, spalleggiati da molti cittadini, domanderanno al più presto, per la gioia del governo Monti che già intendeva propagandare l'utilizzo dell'esercito, per reprimere l'eversione. Il ministro Cancellieri avrà così carta bianca per reprimere tutto ciò che possa infastidire l'esecuzione degli ordini dela BCE, ad iniziare dalla lotta NO TAV, da lei stessa definita la maggiore preoccupazione del governo, unitamente alle contestazioni contro Equitalia ed a tutti i focolai di conflitto sociale che potranno crearsi quando la macelleria fra qualche mese entrerà in funzione a pieno regime. Articolo tratto da Il Corrosivo

Commenti

Condivido l'articolo e aggiungo soltanto un paio di considerazioni: le prospezioni petrolifere nell'Adriatico e il ruolo degli studenti in politica. E' singolare come sulle linee di faglia da cui sgorga l'oro nero si alimenti tanta violenza e terrore. Rivolta poi contro una categoria, quella degli studenti, tradizionalmente pronta alla mobilitazione in difesa dell'ambiente e della buona politica e a gettarsi anima e core in lotte che gli adulti disdegnano.
spartan3000it, 21-05-2012 01:21
Marco CEDOLIN, lo scrittore Marco Cedolin, quello del Movimento NO TAV, un animo libero che ha il coraggio di rispondere all'unica domanda che il circolo mediatico, quello che stà ulteriormente straziando le spoglie di una martire della libertà e dell'emancipazione, non ha il coraggio e il rispetto di proferire."A chi giova "? Quel circolo non pone e non risponde a quella domanda nemmeno se gliela si pone con l'antico "cui prodest". Ha tanta paura di cercare con vero amore la verità, è talmente lontano dal sentire nelle sue carni il dolore di quella famiglia e di quella gente del Sud, è talmente preso nella maschera della sua ipocrisia , che non risponde alla più naturale e straziante domanda di una persona, di una mamma, di un padre, di una popolazione, di una onestà incomprensibilmente offesa: perchè, perchè, perchèèèè !?!? Marco risponde, risponde così come la pensa lui. Dà dell'illegittimo al governo Monti secondo le sue considerazioni politiche e secondo la sua esperienza di sofferenza nell'appartenenza a un movimento di legittima e non violenta protesta civile; ma avvisa tutti del pericolo che le proteste saranno sempre meno possibili e ammesse se gli uomini liberi si lasceranno irretire nel circolo mediatico delle iene.
Franco, 22-05-2012 01:22

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.