Caccia, in Abruzzo si rischia di far male all'orso

Nel calendario venatorio dell'Abruzzo è prevista una revisione delle misure a tutela dell’orso bruno marsicano. Il Presidente LIPU Mamone Capria: "gli amministratori abruzzesi ricordino che l’Orso è prezioso patrimonio della collettività".

Caccia, in Abruzzo si rischia di far male all'orso
“Grave e immotivata la decisione di rivedere le misure a protezione dell’orso marsicano nel calendario venatorio. L’Assessore Febbo ci ripensi e comunque i tecnici VIA boccino la proposta”. Lo dichiara la LIPU-BirdLife Italia a proposito della richiesta da parte dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo di rivedere, tramite il Comitato regionale sulla VIA (Valutazione di impatto ambientale), la decisione del posticipo al primo novembre dell’apertura della caccia nella zona di maggior presenza dell’orso bruno marsicano. “Il non perfetto calendario venatorio abruzzese - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia e Consigliere del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise - ha comunque previsto il posticipo al primo novembre dell’apertura della caccia nella zona di maggiore concentrazione dell’orso bruno marsicano. Una misura che rappresenta un necessario cuscinetto di protezione per l’orso nella delicata fase preletargica, in cui davvero c’è bisogno che a questi animali sia evitata ogni forma di disturbo. Insomma, quello che si chiede è un piccolo sacrificio per i cacciatori, che in quella zona potranno comunque avviare, solo con qualche settimana di ritardo, la stagione venatoria. “Ma evidentemente – prosegue Mamone Capria - ai proclami e alle dichiarazioni di rispetto della natura non fanno seguito atti concreti, se è vero che le pressioni esercitate da una parte dei cacciatori abruzzesi stanno rimettendo in discussione questa pur elementare misura di protezione". Sarebbe tuttavia un gravissimo errore, che il Comitato VIA desse il via libera anticipato alla caccia: il disturbo agli orsi sarebbe assicurato, la fase di alimentazione preletargica certamente danneggiata e verrebbe così scritta un'altra cattiva pagina nella già difficile impresa di tutelare questa specie, che sta cercando di riprendersi ma che è comunque ridotta a qualche decina di esemplari, oltre la metà dei quali concentrati proprio in Abruzzo. “Tutelare l’orso bruno marsicano, per la Regione Abruzzo – conclude il presidente LIPU - è dunque un dovere che va oltre la stretta e pur importante amministrazione regionale, per diventare un’impresa ambientale di portata vastissima, che il governo abruzzese non può subordinare alla lobby dei cacciatori”.

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