Cinghiali come gli 'Apache', un destino comune

Cinghiali, caprioli, daini e mufloni. Andrea Marciani, di Rete Ambiente Grosseto, denuncia come l'imponente campagna sui danni alle colture portata avanti in Italia è accompagnata dall'uccisione per mano dei cacciatori di questi animali ai quali, proprio come alle popolazioni indigene d'America, viene negato il diritto di vivere nelle proprie terre.

Cinghiali come gli 'Apache', un destino comune
La storia della selvaggina nel nostro Paese comincia ad avere sempre maggiori affinità con quella degli indiani d'America. L'antropizzazione e l'abbattimento delle foreste li ha sospinti in aree sempre più ristrette, lì sono allora stati dedicati dei parchi naturali in cui, si era detto, avrebbero potuto vivere in libertà, secondo natura appunto. Ma la pressione dei coloni non si ferma davanti ai recinti dei parchi come non si fermò in America davanti alle esigue riserve che si erano concesse alle popolazioni indigene, da una parte gli agricoltori cominciarono a segnalare scorribande e razzie nei loro campi, dall'altra i politici cavalcarono questi sparuti eventi per restringere le riserve e consentire ai coloni attività economiche al loro interno. Qui da noi è in corso un'imponente campagna stampa sui danni alle colture, stranamente nessun organo d'informazione si occupa di citare dati e fonti, si parla solo di una generica richiesta delle associazioni degli agricoltori. Dal momento che le ATC provinciali rimborsano solo i danni da selvaggina, una truffa molto praticata in provincia è quella di far passare gli sconfinamenti di greggi per scorrerie di caprioli. Nella zona dell'ATC di Manciano, lo scorso anno non è stato rimborsato un solo euro di danno, semplicemente perché in questa zona, stanchi di pagare per danni fittizi, cacciatori esperti hanno preso ad affiancare gli agronomi della provincia (neolaureati, precari e malpagati) nei sopralluoghi ai vigneti colpiti dai 'danni da selvaggina'. Ma a chi interessa accertare la verità? E chi si preoccupa di cinghiali, caprioli, daini e mufloni? Per alcune di queste specie, certi del divino diritto dell'uomo a prevalere su tutto il mondo naturale, si arriva a richiedere l'eradicazione, insomma, per dirla alla nazista, la 'soluzione finale'. Un senatore degli Stati Uniti che nel 1880 si era distinto per la promozione di leggi particolarmente inique verso le popolazioni indigene, per rispondere ad un giornalista che gli chiedeva in confidenza la ragione di tanta ferocia, candidamente rispondeva: “i musi rossi non votano”. Neanche cinghiali, caprioli e mufloni votano, non hanno quindi alcun diritto, lo sanno bene i nostri politici che spalancano le porte dei parchi e distribuiscono a piene mani patentini da selezionatori a tutti quei cacciatori a cui il calendario venatorio sta stretto come un cilicio, con la stessa prodigalità con cui una volta si distribuivano i pacchi di pasta.

Commenti

Nel 2004 vivevo a Santa Cristina tra Perugia e Gubbio nei pressi di Casa del diavolo. Un posto magnifico con un bosco molto rigoglioso, ebbene, la mia casina situata nel bel mezzo di una vallata, circondata da una vegetazione foltissima era dimora di Caprioli, enormi fagiani e cinghiali. Una bella mattina mi svegliai sentendo il rumore di una radiotrasmittente. Mi affacciai dalla grande finestra e ad un passo da me vidi una decina di uomini in mimetiche, radio trasmittenti ed enormi fucili. O c***o! Esclamai, ma vuoi vedere che è scoppiata la guerra? Pensai. Invece no. Non eravamo in guerra e quelli non erano dei soldati, bensì cacciatori -Io li chiamerei i nuovi mercenari, gente senza cuore ne scrupoli. Persone che si dilettano ad uccidere innocenti creature, solo per gioco, passatempo, divertimento. Qualcuno dice addirittura che lo fa per stare a contatto con la natura! uahahha ...Ma stiamo scherzando?- Ovviamente dissi ai mercenari che tutta la zona era un parco di proprietà privata. Mi mostrarono un permesso, con il quale avevano ogni diritto di cacciare anche su quel terreno, dovevano sterminare i cinghiali perchè si riproducevano troppo in fretta ed arrecavano danni hai campi dei contadini. Ma quali campi? quali contadini? pensai immediatamente! Non c'era un campo coltivato in tutta la zona, ma solo bosco. Mi consigliarono (ordinarono) di non uscire di casa perche mi poteva arrivare un colpo di proiettile. Passai la giornata più brutta della mia vità , vedevo questi poveri cinghiali scappare lungo il fiume, ed uno ad uno cadere e dissanguarsi. I mercenari esperti, avevano una mappa di tutta la zona e costringevano i cinghiali a seguire un percorso obbligatorio. Dei cecchini appostati sui due lati della montagna con i loro fucili di precisione, non sbagliavano un colpo. In una mattinata ne fecero fuori 40 tra cui mamme e cuccioli indifesi! ..Non ci sono altre parole per descrivere tanto orrore, spero questa ingiusta mattanza venga fermata quanto prima!
Antonio, 29-03-2012 09:29

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