Caccia: in Italia 151 vittime in 62 giorni

151 vittime, di cui 32 morti e 119 feriti, in soli 62 giorni: è questo il bilancio finale dell’ultima stagione di caccia, pubblicato nel “Dossier stagione venatoria 2012-13” e realizzato dall'Associazione Vittime della Caccia.

Caccia: in Italia 151 vittime in 62 giorni
La stagione venatoria 2012-13 (in forma di caccia vagante) si è da poco conclusa e ne tracciamo un bilancio, tornando a parlare di quello che, ormai, viene sempre più considerato dall’opinione pubblica un “bollettino di guerra”. Dal 1 settembre 2012 al 31 gennaio 2013, infatti, in un arco di 5 mesi e di soli 62 giorni effettivi di caccia, le vittime sono state ben 151 (delle quali 32 i morti e 119 i feriti) e sono così suddivise: - 108 vittime tra gli stessi cacciatori - di cui 21 morti e 87 feriti; - 43 vittime tra la gente comune - di cui 11 morti e 32 feriti, ma tra questi ultimi si contano anche 9 i minori vittime di caccia: 5 morti e 4 feriti. Gli ultimi dati aggiornati sono contenuti nel “Dossier stagione venatoria 2012-2013” pubblicato dall’ Associazione Vittime della Caccia (AVC). L’arco temporale analizzato nel Dossier va dal 1 settembre al 31 gennaio, ma i giorni di caccia effettivi non sono 153, bensì 62, poiché i giorni previsti dai calendari venatori sono 5 (e non 7) a settimana e, in genere, di questi 5 giorni, ogni cacciatore ne può scegliere solo 3 a settimana. “Non che le stagioni venatorie passate fossero state 'pacifiche', anzi, ma questa appena conclusa è stata un'apoteosi di atti di una gravità inaudita”: è questo il primo commento al Dossier di Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia. I dati raccolti ed analizzati da AVC escludono tutti i casi di vittime dovute a cadute, infarti o incidenti di qualsiasi altra natura (avvenuti anche durante le battute) che non siano le armi da caccia. Sia in ambito venatorio che extravenatorio, le vittime umane conteggiate (uccise o ferite) sono solo ed esclusivamente coloro che hanno subito lesioni a causa di detonazioni esplose da armi da caccia. L’AVC precisa che per “ambito venatorio” si intende “lo spazio in cui si svolgono battute di caccia, pertanto, le vittime conteggiate in tale contesto sono coloro che hanno subito lesioni, determinate da fucilate, durante azioni di caccia”. Inoltre, l’AVC che non conteggia mai tutti casi di suicidio con armi da caccia - salvo se trattasi di minori d’età. Da notare che le statistiche diffuse da molte associazioni venatorie risultano sensibilmente inferiori ai dati del Dossier AVC, poiché le associazioni di cacciatori escludono dal numero totale delle vittime la gente comune, cioè tutti coloro che non possiedono un regolare porto d’armi ad uso caccia: chi viene ferito o ucciso in una battuta, ma non possiede il porto d’armi, non è una 'vera' vittima di caccia. L’AVC, oltre alle vittime della caccia, registra ed analizza anche tutti gli incidenti che avvengono in zone vietate alla caccia e in aree protette, tutti i casi chiamati 'di ordinaria follia' nei quali, solo per coincidenze fortunate, i soggetti coinvolti non sono andati ad aumentare il numero delle vittime di caccia, e tutti i casi di abusi perpetrati ai danni dei cittadini italiani, spesso minacciati in casa propria dalle armi dei cacciatori. Ma il dato più tragico e preoccupante che emerge dall’intero Dossier è che su 32 morti totali a causa di armi da caccia durante la stagione venatoria 2012-2013, 5 sono minorenni. Ricordiamo ancora una volta che, in Italia, l’esercizio della caccia è vietato ai minori di 18 anni, eppure non esistono norme che tutelano i bambini che vengono condotti a caccia dai genitori. Ecco perché, ogni anno, si registrano casi di bambini feriti o uccisi dalle stesse armi utilizzate dai cacciatori - sia nel caso in cui i minori accompagnino i genitori nelle battute di caccia, sia in caso di omessa custodia di armi da caccia da parte degli adulti. Quella appena conclusa è una stagione venatoria che l’AVC non esita a definire “insanguinata e costellata di atti folli e criminali”. “E ancora”, continua Daniela Casprini, “c'è chi fa/autorizza lezioni nelle scuole per avvicinare i minori alla caccia e addirittura una compagnia di assicurazione stipula un Contratto per i minori a caccia in qualità di “battitori”, forse non rendendosi conto che i minori non possono essere impiegati in attività pericolose e che il “battitore”, nei fatti, svolge attività venatoria a tutti gli effetti - attività vietata ai minori di 18 anni!”. Una Sezione del Dossier AVC è interamente dedicata al problema dei minori ed ha lo scopo di evidenziare tutti i casi di coinvolgimento dei minori di età - sia vittime di armi da caccia, sia bambini che hanno subito gravi turbative psichiche in quanto spettatori e/o oggetti, loro malgrado, di episodi violenti ad opera di chi detiene legalmente armi ad uso caccia. Il limitato arco temporale di 62 giorni effettivi di caccia evidenzia tutta la gravità e le ripercussioni, sul piano psicologico, dei bambini coinvolti, oltre all'inaccettabile casistica dei minori morti fucilati. “Il ricambio generazionale che i cacciatori vogliono garantire a spese dei più piccoli, non trova alcuna giustificazione in un Paese civile”, si legge nel Dossier. “Eppure, le associazioni venatorie insistono nel voler portare nelle scuole la materia venatoria, fregandosene delle evidenti conseguenze che queste stesse cronache ci riportano e che, ogni anno, si rinnovano inesorabilmente. Una vergogna che non concepiamo come i cacciatori - padri di famiglia - possano non provare”. “Non ci sono molte parole da aggiungere a questi numeri spaventosi, i fatti parlano già da sé”, continua Daniela Casprini. “Chi ha un minimo di coscienza ne tragga le proprie conclusioni ed i responsabili di questa strage legalizzata (cacciatori e politici/amministratori conniventi) comincino a riflettere seriamente - e una volta per tutte - su questo fenomeno solo italiano, quale conseguenza di una normativa ormai obsoleta ed inopportuna per un territorio come quello del nostro Paese”. E a breve, conclude, “al Dossier si aggiungerà una nuova Sezione sulla violenza domestica e il femminicidio per mano di chi detiene legalmente armi da fuoco ad uso caccia, che non riguarderà solo l'arco temporale dei 5 mesi dedicati alla caccia, ma tutto l'anno solare”.

Commenti

Che tristezza
giuseppe, 06-02-2013 05:06

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